Alfano «affonda» le primarie nel PDL. Perché tanto è scontato che il candidato sarà Silvio Berlusconi

Creato il 05 settembre 2011 da Iljester

Un grosso scivolone. Non può essere altro, quella di Angelino Alfano, che non solo asserisce che il PDL non ha bisogno delle primarie, ma che il candidato naturale per il 2013 è ancora lui, Silvio Berlusconi.
Per carità, io personalmente non ho nulla in contrario, seppure sarebbe un pochino meglio se si intravedesse un po’ di aria di rinnovamento. E magari una maggiore strutturazione democratica del partito, dove è la base a scegliere i propri rappresentanti e non già i suoi vertici. E dove, soprattutto, non si dà per scontato nulla, neanche la leadership del Premier.
Perciò non capisco questo affrettarsi nel dire: niente primarie nel PDL, perché tanto sono un’inutile perdita di tempo. Ma per chi? Per Silvio, che all’epoca avrà quasi ottant’anni? O per la base, che magari potrebbe «innamorarsi» di un quarantenne?
In verità, Alfano con questa decisione ha suggerito ancora una volta che i problemi dentro il Popolo delle Libertà sono grandi come montagne, e che solo la leadership di Berlusconi può fungere da collante per tenere insieme le varie anime del partito. Se venisse a mancare lui, ci sarebbe il fuggi fuggi verso altri lidi e altri progetti. E allora addio al PDL e addio al centrodestra.
Dunque? Dunque mi pare che quello di Alfano sia il (non tanto celato) tentativo di rinviare per legge la scadenza di un prodotto che sta già andando a male. E questo non va affatto bene, poiché diventa sempre più chiaro che questa cosa inizia ad andare stretta alla base elettorale, che per inciso, ha già perso notevole fiducia nei confronti di questo Governo per via di una manovra finanziaria fra le più contraddittorie mai scritte. Vuoi per una lotta all’evasione che pare ideata dai peggiori comunisti di sempre (se non dai cacciatori di streghe), e vuoi per la scarsità degli interventi strutturali (in particolare le liberalizzazioni) e dei tagli agli sprechi (compresi quelli della casta).
Ergo, il PDL di Alfano sta andando dannatamente nella direzione sbagliata con questa decisione di escludere la consultazione della base elettorale. Poiché dimostra che fondamentalmente i cittadini vanno bene per le acclamazioni di piazza, per dire «Io sto con Silvio» nelle pagine Facebook e nei blog, e per votare Silvio nella cabina elettorale, ma non per decidere direttamente i propri leader di riferimento e il proprio candidato Premier. Che potrà essere sempre lui – il Berlusca – con la differenza (nemmeno tanto irrilevante) che non sarà scelto dai vari Gasparri, La Russa, Scajola e compagnia cantante, ma dal suo popolo.
D’altro canto, negare alla base la possibilità di scegliere, sul presupposto che è del tutto inutile perché il risultato è scontato (ma per chi?), induce a credere che i vertici del partito (e forse lo stesso Berlusconi) hanno fondamentalmente paura di un risultato imprevedibile, e dell’ascesa di qualcuno che finora è restato fuori dai giochi. Ma, d’altra parte, è questo il sale del gioco democratico. No? Diversamente, siamo sempre in una autocrazia. E quando un partito non rispecchia dentro di sé il gioco democratico, e non rispetta le scelte e gli orientamenti politici ed etici della base, difficilmente riesce a proiettare certi valori all’esterno, nel governo del paese. E il fatto stesso che il Governo non abbia eliminato i privilegi della casta e non abbia messo mano alla riforma della legge elettorale, lo dimostra.

di Martino © 2011 Il Jester 


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