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Alfonso gatto, natale al caffè florian.

Da Antonio Ragone @AntonioRagone
ALFONSO GATTO, NATALE AL CAFFÈ FLORIAN.
NATALE AL CAFFÈ FLORIAN
La nebbia rosa
e l'aria dei freddi vapori
arrugginiti con la sera,
il fischio del battello che sparve
nel largo delle campane.
Un triste davanzale,
Venezia che abbruna le rose
sul grande canale.
Cadute le stelle, cadute le rose
nel vento che porta il Natale.
 

Alfonso Gatto
(da “Il capo sulla neve”, 1949)
 

Trovarsi nella notte di Natale in un caffè, il famoso caffè Florian di Venezia che si affaccia su Piazza san Marco, dev’essere per il poeta, lontano dalla sua città, un’occasione per meglio leggersi dentro e smarrirsi nei meandri del rimpianto. Nessun accenno al lusso del locale allestito a festa o alla bellezza della laguna veneziana. Anzi, qui, tutto il contorno si fa piccola cosa per dar spazio alla riflessione. I vapori sono arrugginiti nel freddo della sera e il battello sparisce, tutto si dissolve nella brumosa nebbia della sera e perfino si fa triste il davanzale. C’è posto solo per l’anima di Alfonso, che penserà? Alla vita che sfugge, alle cose smarrite e mai più ritrovate, alla nostalgia dell’atmosfera natalizia della sua casa lontana? È emozionante, ci si commuove di fronte ad una descrizione poetica così lucida e così amara, e così bella! Solo i grandi poeti possono arrivare a simili altezze.

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