Alfredo Di Stéfano (4 luglio 1926 –7 luglio 2014)

Simplemente el mejor. Chi lo ha visto non ha dubbi: Alfredo Di Stefano, argentino di padre siciliano, è stato il giocatore più completo della storia del calcio, un talento puro e un’intelligenza rara nel gestire oltre vent’anni di carriera. Pelè ha sempre sostenuto di essere inferiore al campione nato a Barracas, barrio di Buenos Aires, naturalizzato spagnolo, e tantissimi altri ritenuti sommi rappresentanti della dea Eupalla, per dirla con Brera, concordano con Pelè. Si contesterà che all’epoca si giocasse in modo meno atletico, più riflessivo, secondo schemi non elaborati e velocità decisamente basse rispetto all’attuale standard, però un atleta come Di Stefano, ritengo, avrebbe potuto imporre il proprio genio anche oggi. Aveva tutti i requisiti: controllo di palla assoluto, straordinario nell’uso di entrambi i piedi, ottimo colpitore di testa, visione del gioco, capacità di retrocedere e partire dalla propria metà campo, fiuto del gol. Non regge l’obiezione secondo cui il calcio oggi sia globale: il fuoriclasse argentino è stato proprio il primo a imporsi a livello internazionale vincendo in due continenti ben 13 titoli nazionali (due con il River Plate, tre con il colombiano Deportivo Los Millonarios e otto con le merengues), una Copa America con la nazionale argentina, cinque Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale con il Real Madrid. L’unico neo è il capitolo che riguarda le nazionali: Di Stefano ha vestito la maglia sia della albiceleste che delle furie rosse spagnole, ma nel 1958 gli iberici non si qualificarono ai mondiali svedesi, nel 1962 un infortunio pregiudicò la sua partecipazione ai mondiali cileni e in mezzo ci s’è messa anche la stupidità politica di Francisco Franco, che impose alla Spagna di non scendere in campo contro l’Unione Sovietica nei quarti del Campionato Europeo 1960.

La Saeta Rubia ha smesso di respirare dopo aver appena compiuto 88 anni, la sua leggenda resta viva, il suo esempio non cessa di illuminare il mondo del calcio, soprattutto in questi giorni dedicati al mondiale brasiliano.

Mvg

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