Vari scienziati ne stanno studiando ed analizzando le proprietà, per sfruttarne il potenziale sia come carburante (bioetanolo), sia come fonte energetica, sia come materiale nuovo che come tessuto nuovo.
Insomma sono tante le possibilità che ci si possono aspettare dalle alghe.
Ultimamente i ricercatori inglesi dell’Università di Aberystwyth, stanno studiando un'alga proveniente dalle coste della Scozia, la "Laminaria Digitata", che potrebbe servire per produrre biocarburante. Il periodo migliore per la raccolta è quello estivo, in quanto l'alga produce molti carboidrati e zuccheri che fermentando servono a produrre etanolo.
Praticamente l'energia del futuro potrebbe essere il biocarburante ricavato dalle alghe.
Sono vari i progetti e le idee che ultimamente gli studiosi stanno cercando di ricavare dalle alghe.
Soluzioni come il raccoglitore di alghe portatile, il Green Trasformer dei designer Y. Liu, J. Yu-ning e L. Jing, che trasforma le alghe in bio-olio, un biocarburante.
Questo dispositivo, dotato di pannelli solari viene immerso nelle alghe, ed utilizzando la fotosintesi ricavata dai pannelli stessi e combinandosi con un additivo chimico, trasforma le alghe in bio-olio.
L'eco-carburante immagazzinato nel serbatoio del dispositivo, potrà poi essere travasato ed utilizzato.
Ideato per il "Seoul International Design Competition 2010", Green Trasformer potrebbe essere una soluzione per estrarre da soli, in maniera facile e comoda il biocarburante.
© Yi Liu Jiang Yu-ning Luo Jing
Ed avete mai pensato di poter mangiare i bicchieri ad un party?
Le designer "Leigh Ann Tucker, Chelsea Briganti, Monica Bhatia e Ingrid Zweifel" hanno ideato per il The way we see the world "Jelloware" i bicchieri biodegradabili commestibili.
Sono realizzati con una gelatina vegetale estratta dalle alghe agar-agar, praticamente un gelificante naturale che viene utilizzato anche molto nella cucina giapponese col nome di kanten.
Questi bicchieri possono essere mangiati mentre si sta bevendo, rilasciando il proprio sapore perchè sono aromatizzati in tre gusti differenti.
Eco-compatibili al 100%, se gettati a terra sono degli ottimi fertilizzanti per le piante, in quanto l'agar-agar è pieno di minerali.
Ed una lampada fatta di alghe?
È l'"Algae Vase" del designer olandese Mandy den Elzen.
Una lampada realizzata con foglie di alghe Laminaria, un'alga bruna.
Una volta essiccate, vengono coperte da una resina trasparente. In questo modo la lampada assume un aspetto traslucido, creando effetti davvero suggestivi.
Quest'altra lampada invece utilizza una miscela di alghe e fotosintesi per poter funzionare.
È la "Latro Lamp" ideata dal designer Mike Thompson's in collaborazione con i ricercatori della Yonsei University (Corea del Sud)
Una lampada con miscela di alghe che per poter funzionare utilizza energia solare, CO2 (anidride carbonica) e acqua.
Praticamente per ottenere la nostra lampada eco, basterà esporre la lampada alla luce solare e soffiare in un'apertura del serbatoio CO2, per dare anidride carbonica alle alghe.
In questa maniera si avvierà il processo di fotosintesi.
In un'altra apertura si aggiungerà acqua per far fuoriuscire l'ossigeno prodotto dalle alghe.
Ed ecco la luce dalla nostra Latro Lamp!
© Mike Thompson
Animation by James Francis
E perchè no? Anche i tessuti possono essere fatti di alghe.
Come il tessuto fatto con fibre di alghe e proteine del latte, prodotto da un'azienda tedesca "Two Square Meter".
Un tessuto che oltre ad essere eco-compatibile, risulta anche benefico per la pelle.
Una bella svolta per il futuro mondo della moda.
© Two Square Meter
E continuando a parlare di tessuti, l'agenzia I&S BBDO Tokio, ha prodotto Design Nori, dei fogli di alga per arrotolare il sushi.
Un'idea dell’"Umino Seaweed Shop", per incentivare il commercio delle alghe in Giappone, che aveva subito un calo delle vendite dopo lo tsunami del 2011.
Questi fogli di alghe sono tagliati con il laser e rappresentano disegni della simbologia e cultura tradizionale giapponese.
Sono cinque texture; Sakura i fiori di ciliegio, Asanoha i fiori di canapa, Mizutama le gocce d’acqua, Kikkou il guscio della tartaruga e Kumikkou il guscio di testuggine.
Le alghe possono dare il loro contributo anche per i lampioni di città .
Ci ha pensato il biochimico francese Pierre Calleja, lampioni che assorbono il CO2, come 150-200 alberi.
Sono lampioni in fase sperimentale che sfruttano l'energia delle micro-alghe e la fotosintesi, per assorbire una tonnellata di biossido di carbonio in un anno.
© Pierre Calleja
Ed infine, sempre parlando di lampioni, vi lascio con "Biolamp" del designer ungherese Peter Horvath.
Un lampione che converte l'anidride carbonica CO2 che si trova nell'aria in biomassa.