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Alice nel Paese dell’adolescenza problematica: “Ragazzo da parete”, libro e film

Da Lepaginestrappate @paginestrappate

Il titolo di questo libro di Stephen Chbosky non lo so manco scegliere. Perché in inglese è un grazioso – e con significato – “The Perks Of Being A Wallflower”. In italiano è divenuto “Ragazzo da parete”. Evvabbe’, di titoli tremendi ne ho già detto qualcosa qui, e di sicuro c’è di peggio. Poi c’è il titolo italiano del film che ne è stato tratto, sceneggiato dallo stesso autore, e che spopola in questo periodo,  “Noi siamo infinito”, titolo che è una citazione di un momento e una frase del romanzo.

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Comunque lo chiamiamo, è un romanzo sull’adolescenza e, a mio parere, decisamente destinato ad adolescenti. Fa un po’ il verso a Il giovane Holden, a voler essere molto generosi, cercando la formula del romanzo di formazione. Gioca sulle passioni, turbamenti, problematiche adolescenziali. Insomma, quei libri depressi e cool che quando sei ragazzino ti fan palpitare il cuore. E anche dopo, a volte.

Fatto sta che Ragazzo da parete è a mio parere un libro decisamente brutto. Vi è mai capitato di leggere un romanzo in cui ne succedono TANTE, MA TALMENTE TANTE che arrivate a voltare pagina dicendo… e ora? Un asteroide? Muore la nonna? Un attacco di diarrea nel compito in classe? Un po’ di autolesionismo?

Se non vi è capitato siete fortunati, ma insomma. Anche questa è un’esperienza.

Il problema fondamentale è che in questo romanzo epistolare su un ragazzino davvero strano (e pian piano si scoprirà perché), timido, che vive in un mondo tutto suo, ingenuo e piagnucoloso ma che riesce (?) a tener bada tutti e che è uno dei più magnifici esempi di Gary-stu mai trovati in un romanzo non fantasy. Sgomina bulli, conquista amici dell’ultimo anno schioccando le dita, tutti, più che prenderlo in giro, dicono quanto è speciale e intelligente. A questo aggiungeteci che nel giro di un anno riesce a conoscere tutto (e intendo tutto) il Catalogo Delle Adolescenziali Esperienze. Sesso, suicidio, droga, stupro, aborto, violenza, omofobia, ecceccetera. Tutti riuniti in un unico calderone, in una specie di viaggio di Alice nel Paese dell’adolescenza problematica. Un romanzo che vuole a tutti i costi stupire, scioccare e che sa come ingraziarsi una generazione.

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Per carità, ha qualche grazioso spunto ed episodi interessanti. Le citazioni sono un sacco (libri, musica, film) e fighe. Qualche frase da scrivere sul diario e accarezzare c’è. (Anche se qualcuna di troppo sul genere-che-ora-va, soprattutto in USA, manifesti di autoconvincimento da appendere alla “Io valgo”, “Accettazione”, eccetera). Ma nonostante l’osannata sorprendente magnificente forza di questo romanzo, per me la sua attrattiva finisce lì.

Ok, questa è la mia vita. E desidero che tu sappia che sono felice e triste al tempo stesso, e che sto ancora cercando di capire come ciò sia possibile.

A sorpresa, invece, il film è decisamente più apprezzabile. Reciso di sbrodolamenti e di qualche piagneria, è una pellicola sull’adolescenza che sta appassionando tanti. Convido la recensione su Percorsi diversi, molto interessante, riguardo al film.

Mi incuriosisce come la generazione gggiovane di oggi scelga come proprio manifesto un film con le musicassette e le macchine da scrivere invece che l’iphone. Ma si sa, il vintage è al proprio apice.

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Titolo: Ragazzo da parete
Autore: Stephen Chbosky
Editore: Frassinelli
Traduttore: Chiara Brovelli
ISBN: 978-8876849039
Num. Pagine: 271
Prezzo: 16,00€



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