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“Alice non abita più qui”

Creato il 28 giugno 2010 da Cinemaleo

1974: Alice Doesn’t live Here Anymore di Martin Scorsese

“Alice non abita più qui”
 
“Alice non abita più qui”

Presentato al 28° Festival di Cannes, un film celebre e celebrato in tutto il mondo.

 

Pubblico e critica lo accolsero, giustamente, con molto favore e i giudizi positivi continuano ancora oggi: “Nostalgia dell’arte e della vita. Il film è entrambe, fuse con una forza e un equilibrio da grande cineasta” (Cinemadelsilenzio), “…c’è da levarsi tanto di cappello e alzarsi in piedi di fronte ad uno dei più grandi autori viventi” (FilmTv), “Un’opera pregevole e originale”(Sentieriselvaggi), “Stilisticamente quasi agli antipodi del precedente Mean Streets’ e del successivo Taxi Driver’, ma non meno straordinario, anche grazie alla bravissima Ellen Burstyn” (Delcinema), “Meritato Oscar alla Burstyn” (il Morandini).

Dichiarò tempo fa Martin Scorsese: “Una componente essenziale della realizzazione di ‘Alice’ è stata l’opportunità di dirigere un film completamente estraneo alle mie origini, l’America urbanizzata che conoscevo. ‘Alice’ costituiva il tentativo di abbracciare un altro aspetto della cultura americana, che conoscevo attraverso i film di Hollywood, cercando di capire le grandi distese aperte in contrapposizione ai vicoli bui, ai bar, alle sale da biliardo e alle chiese di New York”. Il lavoro è quindi particolarmente impostante nella filmografia del grande regista e va detto subito che l’affresco che offre della provincia americana, con le sue luci e le sue ombre, è uno dei migliori che siano apparsi sul grande schermo. Ma Alice non abita più qui è soprattutto il ritratto (senza enfasi né moralismi) di una donna -il film fu salutato come una delle prime opere femministe e contrassegnò un’intera epoca (1)- e costituisce probabilmente l’unico lavoro, all’interno dell’opera di Scorsese, di un film tutto al femminile. Ritratto, sentito e partecipe, di personaggio vero con le sue virtù e i suoi lati negativi, alle prese con una società che congiura contro le donne sole: impossibile non condividere le sue gioie e le sue sconfitte, impossibile non lasciarsi coinvolgere e non essere compartecipi delle sue vicissitudini, non soffrire con lei per le difficoltà economiche e di adattamento ai nuovi ambienti in cui si ritrova.

Due ore che filano lisce, senza un intoppo o una perdita di tempo: né pause né digressioni… e la nostra attenzione è continua. Da plauso incondizionato Ellen Burstyn.

Arguti e intelligenti i dialoghi, ottimo il mix di dramma e commedia (la fusione tra commozione e ironia è mirabile), estremamente curata la caratterizzazione dei vari personaggi (tutti psicologicamente approfonditi), bella e quanto mai rievocativa la colonna sonora, smagliante la fotografia, memorabile “l’antefatto -strepitoso omaggio a Judy Garland- in cui vediamo una bambina camminare per strada e cantare una melodia che ricorda molto da vicino “Over the rainbow”, e giurare che, presto o tardi, realizzerà i suoi sogni” (Mauro Bonetto).

Il film, oltre all’eccezionale performance di Ellen Burstyn, continuamente in scena, ci regala le ottime prestazioni dei bravissimi Diane Ladd e Kris Kristoffernon… nonché tra le prime apparizioni di due grandi come Harvey Keitel e Jodie Foster (ancora «bambina prodigio»).

p.s.

Il film ebbe tanto successo da originare una serie televisiva (Alice), creata dallo stesso sceneggiatore del film (Robert Getchell) e andata in onda dal 1976 al 1985.

note

(1) Interessante quanto scritto in “Martin Scorsese” di Roberto Lasagna (Gremese Editore):

“Il regista fotografa un personaggio femminile precipitato, a causa di un sistematico e diuturno sacrificio dei propri slanci vitali all’ombra del marito oppressore, nella più sconfortante solitudine… L’oppressione del maschio si esprime a più livelli: dalle suppliche di Alice ai vari padroncini affinché concedano un lavoro a una donna sola, alle esasperanti profferte sessuali degli spasimanti. Ma lo scacco più sofferto consiste proprio nel dover ammettere di non poter continuare a vivere senza un uomo al proprio fianco”.

scheda

premi e riconoscimenti

“Alice non abita più qui”


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