Da “Appunti sparsi di un viaggiatore astratto”
Dicembre 2010, un giorno a caso
In questo vagone si scoppia dal caldo; in quello accanto, si gela. Nel treno barattolo va così: non ci sono mezze misure, come in estate, così in inverno. O Siberia, o equatore, a seconda delle bizze di riscaldamento e climatizzazione.Oggi equatore, dunque. Bisogna fare attenzione, perché se provi ad alzarti in piedi (magari a cercare qualcosa nella giacca, raggrumata alla meno peggio sul portapacchi) vieni investito da una corrente tropicale di aria bollente: il che sulle prime ti porta semplicemente a considerare che la scelta di piazzare i convettori sul soffitto non è propriamente geniale, ma poi ti conduce per strani percorsi mentali ad abbozzare un’assurda teoria su come l’incontro di masse d’aria a temperature tanto diverse potrebbe forse generare fenomeni atmosferici di qualche entità, seppur minima –un piccolo fortunale di scompartimento, una leggera spolveratina di neve. Allora ti guardi intorno, istintivamente cercando un ombrello a portata di mano.