Alimento dimenticato e ricco di proprieta', la carota selvatica.

Da Matteoghigino
A sinistra: Carota selvatica di Carloforte,Isola di San Pietro (CI)
Antenata della carota commestibile era conosciuta sin dall'antichità. Poche sono le notizie storiche della pianta, ma è noto che greci, latini, slavi e germani, l'apprezzavano soprattutto per il profumo aromatico. La troviamo raffigurata negli affreschi di Pompei e Plinio la cita per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e stimolatrice dell'apparato gastrico. Le carote "antiche" non dobbiamo immaginarle come quelle che siamo abituati a vedere oggi: in epoca romana erano sottili e nodose, il gusto era acre il cuore biancastro, il colore violaceo e la consistenza..... si legge: “dura come pietra”. Non la si trova nominata nei ricettari del Rinascimento, ove se ne consigliavano i fiori per preparare una tisana contro l'epilessia.
Mentre il fittone radicale della carota selvatica è legnoso, sottile e di odore sgradevole, quello che consumiamo oggi fu selezionato nel XVI secolo, si ingrossa ed è ricchissimo di caroteni.
La denominazione di specie “carota” si trova usata già nel 2°/3° secolo d.C. da Autori che ne spiegavano l'uso in cucina. In Inghilterra, durante il regno di Giacomo I, si instaurò fra le dame la moda di adornarsi i capelli con rami fioriti di carota selvatica.
Diverse sono le leggende che riguardano questa pianta: si riteneva che un fiore di carota, raccolto nelle notti di luna piena, servisse a curare l'epilessia, oppure che aiutasse il concepimento: per favorirlo era necessario bere un bicchiere di vino, nel quale fossero stati bolliti i fiori della pianta. Probabilmente a causa della sua forma, era considerata afrodisiaca e atta a curare l'impotenza maschile.
La carota selvatica è una pianta bienne, o annua, ispida, con radice lunga a fittone di colore giallastro, carnosa, fusiforme, ramosa; fusti generalmente eretti, pelosi, raramente glabri, a volte striati, semplici e leggermente ramosi nella parte superiore. Altezza sino a 80 cm.
Tutta la pianta, se stropicciata emana il caratteristico odore di carota. Ha un aspetto molto variabile con portamento compatto oppure slanciato ed espanso. 
Le foglie sono di aspetto variabilissimo, le inferiori hanno segmenti ovali inciso-dentati, le superiori sono divise in lacinie lineari.
L'infiorescenza ad ombrella di 5-7 cm raramente, costituita 20-40 raggi, l'involucro è formato da 7-10 brattee laciniate. I piccoli fiori hanno con petali bianchi, a volte rosa, il centrale porpora-nerastro, Le brattee distese durante la fioritura, si piegano a palla al momento della fruttificazione. I frutti sono acheni ellittici, con coste principali setolose e coste secondarie munite di aculei a punta generalmente semplice. Erba aromatica, diuretica, ad azione decongestionate sul tratto digerente e stimolante sull'utero.
Indicata contro i calcoli urinari, cistite, gotta, edemi, nella digestione con flautolenza, nei problemi mestruali. L'infuso dei semi stimola la digestione ed è di sollievo nelle affezioni delle vie urinarie Le carote fresche o il loro succo, per l'alto contenuto in oli essenziali possono essere impiegate come vermifugo. L'olio, dal delicato profumo di Iris, viene impiegato nei prodotti cosmetici per il suo contenuto in beta-carotene. L'uso cosmetico dell'estratto oleoso migliora lo stato delle pelli secche e screpolate. Per le proprietà emollienti, restitutive e protettive cutanee, è ampiamente utilizzato in emulsioni e unguenti per il trattamento delle pelli secche e nei prodotti antinvecchiamento, per stimolare l'abbronzatura e per curare le impurità della pelle. L'olio estratto dai semi è inoltre utilizzato nella fabbricazione di liquori; la parte centrale porporina del fiore, viene impiegata dagli artigiani nella miniatura.
A sinistra: Budino di carota selvatica di Carloforte con frutta e fiori edibili. 2014 Matteo Ghigino.

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