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All Blacks immacolati e centesima vittoria per capitan McCaw

Creato il 07 ottobre 2012 da Rightrugby
All Blacks immacolati e centesima vittoria per capitan McCaw Rugby Championship - Johannesburg South Africa 16 - 32 New Zealand
E dunque gli All Blacks non solo sono i campioni del primo Rugby Championship, ma arrivano al traguardo con sei vittorie su sei partite dopo il successo a Soweto contro il Sud Africa: è di 32-16 il risultato dello scontro con gli Springboks che pure riescono a giocare - per un tempo. Chiudono la ripresa in vantaggio per 16-12 rispondendo allo scatto degli ospiti che infilano due mete dopo essersi ritrovati indietro di dieci punti, si comportano bene con i loro avanti nella contesa della palla, ingaggiano battaglia sulla spinta di un toccante inno nazionale che coinvolge i 90.000 del Soccer City Stadium. Ma sono i numeri finali quelli che contano. Arbitra l'irlandese Alain Rolland.

Dopo tre minuti alla piazzola si presenta il 20enne Johan Goosen, l'apertura con un futuro predestinato (glielo auguriamo) in campo internazionale: il tallonatore neozelandese Andrew Hore entra dal gate sbagliato in ruck (non con la stessa indifferenza con cui opera Richie McCaw, si intuisce) e il punteggio può essere smosso, ma la traiettoria non va a buon fine. Due minuti più tardi coglie il palo. Sei punti lasciati sul campo, ma a parte questo in meno di dieci minuti gli AB concedono quattro penalty e non hanno possesso: non appena l'ovale è dalla loro parte di trincea o Dan Carter o Israel Dagg lo calciano il più lontano possibile. Niente possesso, niente gioco per loro: possesso e gioco per i padroni di casa che dunque hanno le occasioni per far saltare l'apparente equilibrio. La firma è quella di Bryan Habana al 13', ma gli autori sono anche altri: rimessa a metà campo, off load della terza linea Willem Alberts sparato un po', McCaw lo sbeffeggia in alto, ma il più lesto di tutti Jean de Villiers lo raccoglie per servire l'ala che corre in meta. Sette a zero e sudafricani che hanno altri palloni, rubandone uno pure in touche nei 22 neozelandesi. Intanto il margine diventa più ampio perché Goosen trova la via dei pali al 19'. Dato statistico alla mano del primo quarto: 77% di possesso per gli Springboks. 
Ecco. I campioni del mondo e del torneo cominciano a disputare la loro gara non da una serie multifase, ma approfittando del gioco rotto in mezzo al campo: due palloni recuperati dal Sud Africa che quindi li riperde, la Nuova Zelanda alza il ritmo con le lunghe leve di Kieran Read e Liam Messam, il Sud Africa ruba di nuovo palla, gli AB si ripropongono e Read serve sull'out di sinistra Sam Whitelock che spilungone com'è per quanto placcato allunga il braccio ed è meta. Due avanti che agiscono come due trequarti, in particolare la terza linea che assorbe due guardie prima di servire la seconda linea. E' il 25' e sette minuti più tardi il primo ribaltamento di risultato: Habana va per l'intercetto con gli avversari che manovrano al largo, non ce la fa, Carter passa veloce per il figliol prodigo Hosea Gear che ha quindi lo spazio per procedere in avanti, converge verso il centro e serve Aaron Smith. Il mediano di mischia festeggia sotto i pali: 12-10 AB. 

Pare volgersi male per i padroni di casa. Ci si mette pure la precaria condizione fisica di Goosen costretto a lasciare, al suo posto un altro baldo giovanotto, Elton Jantjies. L'inerzia del match è passata di mano e con lei il possesso, con gli AB che ottengono il massimo dalle occasioni che si sono proposte. Ma i primi quaranta minuti hanno in serbo altro: Ma'a Nonu è pescato in fuorigioco, Jantjies si presenta all'appuntamento con la porta e non fallisce per il controsorpasso boero. Ed è sempre lui a infilare tre punti dalla metà campo dopo un fallo conquistato dalla sua prima linea nell'ingaggio che nasce dall'errore di Carter nel drop di ripartenza, spedito direttamente fuori. Si va negli spogliatoi con i sudafricani avanti di quattro lunghezze.

Dura ben poco e con l'avvio della ripresa si capisce che c'è chi navigherà verso la sesta vittoria del torneo, le sedicesima di fila. Sono quelli vestiti di nero che approfittano di una colpevole mancanza di concentrazione da parte del Sud Africa che a questi livelli è letale come una coltellata nello stomaco. Pronti, via e Nonu è in meta: Dagg dribbla due avversari, Read si traveste da abile ball carrier qual è, rifiuta l'assist a Cory Jane all'esterno, viene portato a terra, ma per sua fortuna c'è il sostegno di Nonu che fa il resto. Certe scene lasciano il segno e intanto Jantjies arriva troppo basso con la traiettoria della bombarda da 55 metri e trova il palo a dirgli di no al 48' dopo l'infrazione di McCaw in ruck nei 22 neozelandesi: Rolland lo richiama, un warning che lo salva dal cartellino giallo. 
Figliol prodigo Gear da parte sua non ha più voglia di perdere la maglietta all black e salta due avversari e va oltre il placcaggio dell'estremo Zane Kirchner. Frammenti di gara che sta scivolando nelle mani degli ospiti: al 52' possono beneficiare di una mischia nei 22 avversari ben controllata, l'ovale esce ed è giocato velocemente da Gear e Carter e arriva Conrad Smith per marcare la quarta meta di giornata. Arriva la trasformazione di Carter per il 26-16: da -10 a +10. 

Giri di cambi, da una parte e dall'altra, specie tra gli avanti. Il Sud Africa cerca la reazione, Carter va di drop e se gli AB restano in inferiorità numerica per il giallo a Dagg, non corrono notevoli rischi, chiudendo la difesa - cosa che invece non era riuscita agli Sprinboks con Nonu e Smith. Non solo non subiscono punti, ma Carter al 71' fissa il risultato finale dopo che un altro giovanotto della compagnia sudafricana (quella delle nuove leve che raccolgono comunque il beneplacito di John Smit che vede in loro un'ottima occasione per mettere insieme una grande nazionale), il pilone Coenraad Oosthuizen, non resta in piedi nella ruck. Quanto a Read, mancherebbe solo la meta personale e quasi la trova imbeccato da Carter con un cross kick sul quale anticipa Habana, complice anche la statura, ma perde il controllo dell'ovale. 

Sono cento le vittorie di McCaw con la Nuova Zelanda: le festeggia mentre tiene banco il dibattito sul suo utilizzo a scopo precauzionale in vista dei Mondiali 2015. Lo striscione di un tifoso kiwi inquadrato al momento degli inni recitava "e il settimo giorno Richie riposò". Tenerlo in disparte potrà servirgli perché non gliene fanno passare una gli avversari, ultimamente: se non si accorgono gli arbitri che sta dove non dovrebbe nelle fasi di contesa, ci pensa chi transita da quelle stesse parti a sostegno del compagno placcato. Intanto lui continua a vincere e gli AB lo seguono, potendo fare affidamento su alcune individualità che con il Championship sono risaltate ulteriormente, prima fra tutti quella di A. Smith: il mediano ci sa fare, tratta il pallone come si deve, riesce a dare ritmo anche quando questo cala. Dei Dagg e dei Jane già si sapeva - del primo in particolare: difficile cogliere impreparato il triangolo allargato della Nuova Zelanda con un estremo regolato sul GPS. 
Coach Heyneke Meyer chiude il primo giro alla guida dei Bokke con 2 vittorie, un pareggio e tre sconfitte. Salvo vittoria dilagante dell'Australia sull'Argetina, la sua sarà comunque il secondo attacco migliore del torneo, con 120 punti all'attivo (gli AB sono a 177, i Wallabies a 76) e dodici meta a segno. Ma dall'ultimo scontro c'è da tarare la difesa perché certi errori non si ripetano. Avrà da lavorare, il materiale umano c'è. E' che perdere in casa contro i neozelandesi non fa mai piacere. 

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