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All’ombra dei giganti – puntata n. 8

Creato il 24 giugno 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Il potere della semplicità - Ripasso dei fondamentali con una regina del giallo

 

La nostra indomita passione per i segreti dei grandi maestri della letteratura del brivido questa volta ci condurrà alla dimora di una signora con la esse maiuscola, una ‘maestra’ del giallo, un’allegra e sorridente americana di origini irlandesi, classe 1927 che, nonostante l’anagrafica, non ha la minima intenzione di porre fine alla propria brillante carriera di scrittrice. Si tratta, miei cari, di Lady Mary Higgins Clark, e tanto per capire di quale fenomeno stiamo parlando basti ricordare che tutti i quarantadue libri pubblicati sono stati bestseller e tutti, anche il primo, sono ancora in stampa. Una ‘nonnina’ capace di vendere nei soli Stati Uniti anche 80 milioni di copie in un anno (è capitato nel 2007).

All’ombra dei giganti – puntata n. 8
Detto questo, aggiungiamo che per i nostri loschi intenti ci permetteremo di dare una sbirciatina a una delle più piccole stanze della sua considerevole magione. Ovvero, il racconto col quale inizia la raccolta pubblicata esattamente trent’anni fa dal titolo ‘The Lottery Winner’ (nella versione italiana ‘Domani vincerò’, per i tipi della Sperling). Si tratta del racconto Il cadavere nell’armadio.

Ci piace perché è semplice, lineare e quindi perfetto per illustrarci la maestria della scrittrice nell’arte della suspense.

Tutti i sei racconti hanno come protagonista una fortunata coppia di pensionati, Alvirah e Willy Meehan. Fortunati perché nel romanzo in cui fanno la loro prima apparizione, dal titolo ‘Non piangere più signora’ (1989), sono ancora una semplice donna delle pulizie e un idraulico. La loro vita cambia dopo la fortunata vincita della lotteria di New York. Diventeranno dei miliardari.

Cosa hanno a che fare due persone del genere con storie di omicidi? Nel corso della prima vicenda, si troveranno ad affrontare il caso di un omicidio e Alvirah, costretta ad assumere i panni della detective dilettante, si scoprirà uno strabiliante talento nel risolvere enigmi e misteri.

All’ombra dei giganti – puntata n. 8
E qui, miei diletti, abbiamo già oggetti preziosi da trafugare: la scelta dei protagonisti, il lavoro che si fa su di essi, la capacità di legarli ai lettori, anche disegnandoli vicini, simili, simpatici e originali, senza per forza renderli straordinari (alieni).

Certo il rischio di cadere nel cliché è sempre a portata di mano (di signore in giallo, è piena la letteratura e anche la televisione), ma la Clark riesce a stupirci con una coppia di coniugi davvero adorabile e originale.

L’intreccio del racconto è semplice: di ritorno da una vacanza, la coppia trova il cadavere di una giovane donna nell’armadio di casa. Si tratta di un’attrice di teatro che lavora con Brian, il nipote dei Meehan, che è per l’appunto un regista. Il compito dell’arguta zietta sarà quello di provare l’innocenza del nipote e sciogliere il mistero di quell’orribile crimine. Nulla di più e nulla di meno in sole quaranta pagine, capaci tuttavia di tenerci con il fiato sospeso fino all’ultimo paragrafo. Lo fa usando con estrema maestria i fondamentali della letteratura di suspense, senza utilizzare effetti speciali o strabilianti macchinari di scena. Il lavoro di indagine è svolto solo attraverso la raffinata capacità di analisi e intuizione dell’ex donna delle pulizie. Ad Alvirah, infatti, munita di un semplice registratore nascosto in una spilla, basta riascoltare con attenzione le conversazioni raccolte da testimoni, possibili sospetti, e detective della Polizia, e se è il caso ne discute brevemente con il marito Willy, il quale non senza brontolare ne asseconda le bizzarrie. Immancabilmente, Alvirah giunge alla soluzione del caso. Anche se il percorso non è mai così breve e scontato come potrebbe apparire. Non ci sarebbe gusto, e non solo per i lettori più avvezzi al genere. Ne ‘Il cadavere nell’armadio’ fino alla fine non sappiamo su quale dei possibili indiziati si è posato il piglio indagatore della zia di Brian. All’inizio, il lettore è indotto a sospettare che sia proprio il giovane regista a essersi sbarazzato della fastidiosa fanciulla. Poi, l’autrice spinge a credere che in realtà sia il frutto di un atto di gelosia della donna e quindi che l’attuale fiamma abbia posto fine ai giorni di un’insopportabile rivale. Da qui, i sospetti ricadono su un famoso produttore teatrale, anch’egli scoperto sulla scena del delitto. Per giungere alla fine, e nelle ultime quattro pagine, a visualizzare il vero colpevole (che qui ovviamente ci asteniamo dallo svelare) del quale Alvirah abilmente ci illustrerà le trame criminali.

Fino a questo punto, tuttavia, l’arte della Clark non è del tutto evidente, ci manca di illustrare il meccanismo narrativo che imbastisce in chiusura del racconto. Un finale mozzafiato. Ci troviamo su un balconcino pericolante in compagnia di Alvirah che rischia di essere gettata di sotto, prima ancora di svelare al mondo il mistero del cadavere nell’armadio. La protagonista sospesa nel vuoto si aggrappa alla balaustra mentre l’assassino tenta di farle mollare la presa.

La narrazione a questo punto assume un ritmo incalzante.

Alvirah è sospesa nel vuoto. Willy, il marito, rientra a casa appena in tempo per salvarla, ma sviene per l’emozione. Un’altra co-protagonista intuisce il pericolo, capisce anch’essa chi si nasconde dietro il delitto e corre all’appartamento dei Meehan riuscendo a trarre Alvirah in salvo. Alle sue spalle, anche il poliziotto che finalmente ha dato credito alle parole dell’anziana.

All’ombra dei giganti – puntata n. 8
Il tutto è condito dal rapporto spassoso tra Willy e Alvirah, nella cornice di una quotidianità sospesa tra il passato umile e ordinario e il presente stravolto dall’improvvisa e inaspettata disponibilità di denaro, oltre che dalla passione per il delitto dalla quale la donna non riuscirà più a guarire.

Regina di incassi e regina dei fondamentali.

Tutto questo ci fa capire per quale ragione così tanti lettori amino le storie della Clark, in particolare quelle con protagonisti i due estrosi pensionati.

Perché scrivere è un po’ come fare musica: senza conoscere le basi è impossibile improvvisare, impossibile stupire e creare novità.

E questo, ancora una volta, è tutto. Alla prossima, miei cari.

Samuel Giorgi



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