Emanuel Phillips Fox, The arbor Il pergolato del titolo, quasi non lo si vede, è una cornice verde, una breve cortina che scende dall’alto.
Non importa conoscerne nemmeno la natura, se glicine (dai brevi fiori), se vite (che a quest’ora porterebbe grappoli pesanti o forse vizzi, per il troppo sole), se solo edera, rampicante eterno ed un po’ oppressivo, freddo e distante nel suo aggrappassi con determinata eternità a tutto quello che trova.
Ma il pergolato è anche un’altra cosa, è l’ombra che accoglie e che ripara, l’ombra che comunque forse non basta, tanto che la donna in bianco è costretta a procurarsene una maggiore e privata con l’altrettanto bianco ombrellini.
Ma il pergolato è anche riposo, una poltrona di vimini ed una panchina verde, un tavolino, riparati e tranquilli per attendere che il caldo si acquieti un po’.
Anche per goderselo un po’, quel caldo, per stare comunque fuori, quasi fingendo di stare protetti, all’interno.Ma il pergolato è anche conversazione e famiglia.I tre in visita, l’uomo che appena fa parte del gruppo, rimane in piedi, sfiora l’essenza dell’incontro; la donna con l’ombrellino che quasi con condiscendenza ascolta la bambina leggere il libro.E la donna coll’abito a righe, padrona di casa, sorpresa, forse, nel suo quotidiano, ma non tanto da non aver potuto preparare dolci e caffè; serena, che sorveglia e condivide, il bel bambino biondo col cerchio che le sta vicino, quasi appoggiato alle sue gonne, la bimba della cui bravura si compiace.Si fa crescere un ombroso pergolato anche per questo, per anni, come si fa crescere una famiglia.
Non importa conoscerne nemmeno la natura, se glicine (dai brevi fiori), se vite (che a quest’ora porterebbe grappoli pesanti o forse vizzi, per il troppo sole), se solo edera, rampicante eterno ed un po’ oppressivo, freddo e distante nel suo aggrappassi con determinata eternità a tutto quello che trova.
Ma il pergolato è anche un’altra cosa, è l’ombra che accoglie e che ripara, l’ombra che comunque forse non basta, tanto che la donna in bianco è costretta a procurarsene una maggiore e privata con l’altrettanto bianco ombrellini.
Ma il pergolato è anche riposo, una poltrona di vimini ed una panchina verde, un tavolino, riparati e tranquilli per attendere che il caldo si acquieti un po’.
Anche per goderselo un po’, quel caldo, per stare comunque fuori, quasi fingendo di stare protetti, all’interno.Ma il pergolato è anche conversazione e famiglia.I tre in visita, l’uomo che appena fa parte del gruppo, rimane in piedi, sfiora l’essenza dell’incontro; la donna con l’ombrellino che quasi con condiscendenza ascolta la bambina leggere il libro.E la donna coll’abito a righe, padrona di casa, sorpresa, forse, nel suo quotidiano, ma non tanto da non aver potuto preparare dolci e caffè; serena, che sorveglia e condivide, il bel bambino biondo col cerchio che le sta vicino, quasi appoggiato alle sue gonne, la bimba della cui bravura si compiace.Si fa crescere un ombroso pergolato anche per questo, per anni, come si fa crescere una famiglia.