All’ombra della Cia. Il terrore creato dai Bush

Da Astonvilla


Tutti gli uomini del Vicepresidente
Nonostante il cosiddetto “Rapporto Kerry”, prodotto dalla Commissione d’investigazione del Congresso sulle responsabilità governative dell’Irangate, faccia solo menzione all’allora vicepresidente George W. Bush, i documenti raccolti e le dichiarazioni rese da numerosi funzionari dipartimentali permettono di affermare che il futuro presidente degli Stati Uniti, - l’uomo della Guerra del Golfo contro il “terrorista” Saddam Hussein e della prima grande crociata contro il narcotraffico in America Latina - disimpegnò un ruolo fondamentale nelle operazioni illegali dell’affaire Iran-Contra. Fu George Bush ad avviare i contatti diretti con i dirigenti della Contra e con i presidenti degli stati centroamericani (in particolare Jose Azcona, primo mandatario dell’Honduras), a cui chiese un intervento energico a sostegno dell’aggressione terroristica contro il Nicaragua. È altresì indubbio che l’allora vicepresidente seguì in ogni sua fase lo sviluppo delle operazioni dirette dal colonnello Oliver North, che incontrò costantemente tra il 1983 e il 1986 (34).
George Bush avrebbe avuto anche un ruolo nelle transazioni di armi a favore del regime dell’iman Khomeiny. Il trafficante d’armi saudita Adnan Kashoggi, uno dei maggiori finanziatori dell’operazione di trasferimento dei sistemi missilistici all’Iran, ha dichiarato davanti al Congresso di aver versato, nel gennaio del 1985, all’allora vicepresidente degli Stati Uniti un assegno di 1.000 dollari, come ringraziamento per gli affari miliardari realizzati nella transazione (5).
Bush in persona selezionò parte del personale dell’operazione, privilegiando gli agenti della Cia che si erano distinti in America Latina e nel Sud-est asiatico quando egli era stato a capo dell’Agenzia d’Intelligence (36).
Come abbiamo visto in precedenza, molti di questi agenti avevano in comune origini cubane e un curriculum ventennale in operazioni clandestine contro il regime castrista. Lo stesso George Bush, di cui è stato ipotizzato l’ingresso nella Cia sin dai primi anni ’60, avrebbe cooperato per organizzare la comunità degli esuli cubani di Miami, alla vigilia dello sbarco nella Baia dei Porci. A quel tempo Bush viveva in Texas dove era proprietario di una società petrolifera, ma i suoi spostamenti da Houston a Miami si intensificarono alla vigilia dell’attacco militare a Cuba.
Il sostegno fornito da George Bush agli esuli anticastristi sarebbe stato innanzitutto di tipo finanziario, a fianco di un altro petroliere texano, Jack Crichton. Sono state raccolte tuttavia, importanti testimonianze su una sua diretta partecipazione nelle operazioni di addestramento militare dei controrivoluzionari, dirette dall’ex generale dell’aeronautica statunitense, Charles Cabel, anch’egli di origini texane. L’ex agente della Cia Fletcher Prouty, principale consulente di Oliver Stone per la realizzazione del controverso film JFK, ha dichiarato a un giornalista statunitense di aver consegnato a George Bush tre vecchie unità navali, poi trasferite in Guatemala per essere consegnate alla brigata che preparava lo sbarco a Cuba. “Le unità furono ribattezzate dallo stesso George Bush con i nomi di “Barbara”, “Huston” e “Zapata”, i nomi cioè della moglie, della città di residenza e della compagnia petrolifera di cui era proprietario” (37).
I contatti tra il futuro presidente degli Stati Uniti e le organizzazioni di estrema destra degli esiliati cubani, furono attivi anche nei mesi che precedettero e seguirono l’assassinio a Dallas di John Fitzgerald Kennedy, attentato in cui, secondo gli investigatori, avrebbero operato agenti Cia, elementi anticastristi e criminali affiliati alla mafia di Miami (38). “George Bush della Cia è stato ascoltato il 23 novembre 1963, in merito alla reazione degli esiliati cubani anti-Castro di Miami sull’omicidio del Presidente Kennedy”, si legge in un rapporto di Edgard Hoover, capo dell’Fbi al tempo dell’assassinio (39).
I contatti e i legami sviluppati in Florida da George Bush, saranno utili, vent’anni più tardi, quando da vicepresidente degli Stati Uniti, dovrà predisporre la lista di uomini spregiudicati con comprovata esperienza in maneggi clandestini ed atti terroristici, per l’avvio dell’operazione di trasferimento di armi alle organizzazioni antisandiniste (40).
Il 17 marzo 1983, George Bush convocò Donald Gregg, suo consigliere per la sicurezza nazionale ed intimo amico, e l’agente Felix Rodriguez, con cui lo stesso Gregg aveva realizzato alcune operazioni clandestine in Vietnam (41). Bush e Rodriguez si conoscono dai tempi del fallito sbarco nella Baia dei Porci, ma il reciproco colpo di fulmine risale agli anni in cui il primo era a capo della Cia e il secondo agiva in Asia (42). “In quell’incontro diedi la mia disponibilità ad operare in Salvador contro l’organizzazione guerrigliera locale e a sostenere le operazioni e l’armamento della Contra” ha raccontato qualche anno dopo Felix Rodriguez (43). Bush incaricò Donald Gregg di mettere immediatamente in contatto l’agente di origini cubane con i responsabili del piano d’intervento Usa nello stato centroamericano, in particolare Thomas Pickering, al tempo ambasciatore in Salvador (44), il responsabile Cia per gli affari latinoamericani Nestor Sanchez, e l’agente Cia Thomas Clines, intimo amico di Bush e braccio destro di Oliver North (45). Quest’ultimo era un’altra vecchia conoscenza di Felix Rodriguez: Clines aveva preso parte nei primi anni ’60, all’“Operazione Mangosta” contro Fidel Castro ed era stato agente presso la Stazione Cia in Laos diretta da Theodore Shackley, quando il cubano era stato distaccato nel sud-est asiatico.
Alla vigilia della sua partenza per la base di Ilopango, Felix Rodriguez s’incontrò nuovamente con George Bush. Prima di congedarsi, il cubano mostrò al vicepresidente un album di ricordi in cui compariva la foto del suo “incontro” in Bolivia con il comandante Che Guevara. Un gesto che dovette impressionare tantissimo George Bush, al punto che da quel momento le relazioni umane e professionali si fecero intense (46). Bush, nel 1991, lo volle accanto a sé il giorno della cerimonia di assunzione delle funzioni di Presidente degli Stati Uniti, dove Felix Rodriguez intervenne in compagnia dell’amico generale Rafael Bustillos, capo della forza aerea salvadoregna (47). “A Felix Rodriguez, con grande stima e ammirazione. George Bush”, recita la dedica a margine della foto che ritrae il presidente degli Stati Uniti accanto all’agente, autodefinitosi nella sua biografia “Il Cavaliere dell’Oscurità. L’eroe della Cia di un centinaio di battaglie sconosciute” (48).
Riciclati e potenti
Di certo lo scoppio dell’Irangate non ha impedito fulminee e clamorose carriere pubbliche di buona parte dei protagonisti, grandi e piccoli, dello scandalo. Escluso Oliver North, capro espiatorio, sacrificato per sanare la sete di giustizia e la buona coscienza di milioni di nordamericani – condannato comunque a una pena più che simbolica – è noto l’epilogo della vicenda: un’elezione alla massima carica planetaria, la Presidenza degli Stati Uniti (George Bush), il comando delle maggiori operazioni militari degli anni ‘90 e la recente nomina a Segretario di Stato Usa (Colin Powell), la dirigenza di società e finanziarie dai conti vertiginosi (Adnan Kashoggi & Soci), la leadership in organizzazioni semiclandestine di estrema destra che mai hanno pagato per il terrorismo diffuso (Posada Carriles, Orlando Bosh, ecc.), il meritato riposo in ranchos e fincas di stile holliwoodiano (Felix Rodriguez ed ex colleghi Cia).
Per dovere di cronaca sarà opportuno, prima di concludere, fare accenno ad altri protagonisti della rete criminal-affaristica-terroristica di cui sopra, che oggi ricoprono incarichi di prestigio ed esercitano quel potere sufficiente a determinare le grandi scelte politico-militari internazionali.
Innanzitutto tale John Singlaud - già responsabile Cia a Seul e incaricato in Vietnam per le “operazioni speciali”, accanto a Tom Clines e Theodore Shackley – poi assunto alla presidenza della Lega Mondiale Anticomunista, organizzazione di estrema destra a cui sono associati ex nazisti, teorici del neoliberismo ed ex capi di stato coinvolti in crimini di lesa umanità. Negli anni dell’Irangate l’apporto di John Singlaud fu determinante per attivare la rete centroamericana della Cia in cui operarono gli agenti Felix Rodriguez, Rafael Quintero e John Hull.
Richard Gadd, ex ufficiale delle forze armate statunitensi, fu un altro elemento chiave per il successo dell’operazione pianificata da Oliver North. Egli s’incaricò della contrattazione di personale specializzato da inviare in Centroamerica (in particolare piloti e meccanici), della fornitura di pezzi di ricambio e della riparazione dei velivoli. A questo scopo Ronald Gadd fondò la “EAST” (Eagle Aviacion Services and Technology Inc.), una delle maggiori società private contrattate dall’amministrazione statunitense per far giungere le armi alla Contra (49).
George Bush junior, neopresidente degli Stati Uniti e comandante supremo della seconda grande crociata internazionale contro il “terrorismo e il fondamentalismo islamico” si è circondato di altri ingombranti e pericolosi personaggi implicati nelle triangolazione dell’Irangate.
Egli ha nominato quale nuovo rappresentante Usa al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, John Negroponte, ex ambasciatore in Honduras ai tempi dell’amministrazione Reagan-Bush senior. Fu grazie alla sua supervisione che l’Honduras si trasformò nella principale base operativa delle forze armate statunitensi e di addestramento della Contra nicaraguense. Secondo Human Rights Watch, l’ambasciata Usa, negli anni ‘80, insieme alla Cia, cooperò alla creazione del famigerato “Battaglione 316”, un gruppo paramilitare responsabile di numerosi atti di sabotaggio e tortura e di non meno di 184 sparizioni di oppositori politici.
A sottosegretario per gli Affari dell’Emisfero, George Bush junior ha chiamato l’ultra derechista Otto Reich, di origini cubane, direttore dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) durante l’amministrazione Reagan, e successivamente alla guida dell’“Office of Public Diplomacy” (OPD), un dipartimento governativo noto per le innumerevoli operazioni “psicologiche coperte” realizzate attraverso la produzione e la circolazione di informazioni false su governi e movimenti popolari del continente (50). A Otto Reich si devono la gestione della campagna di disinformazione antisandinista su scala planetaria, e le vigorose pressioni esercitate sul Congresso perchè isolasse il governo del Nicaragua e appoggiasse i piani d’intervento nordamericano. Dopo l’Irangate Otto Reich era stato nominato ambasciatore in Venezuela, dove s’impegnò con successo per bloccare la richiesta di estradizione a Cuba dei terroristi Orlando Bosh e Posada Carriles (51).
La nomina di Otto Reich è stata certamente il tributo maggiore pagato alla potente lobby anticastrista di Miami. È notorio come George Bush junior sia stato eletto proprio grazie ad una manciata di voti raccolti tra gli esuli cubani di estrema destra e come la storia della famiglia dei petrolieri texani sia legata a un doppio filo con la recente storia dell’isola delle Antille. È importante sottolineare come tra i maggiori collaboratori della campagna del neopresidente per la determinante vittoria elettorale in Florida, compaia il nome di Feliciano Foyo, in odor di promozione tra i fedelissimi della Casa Bianca. Foyo è stato il tesoriere della campagna per l’elezione a governatore della Florida del fratello Jeb Bush, noto per il suo furore anticastrista. E Feliciano Foyo non ha mai nascosto i suoi legami d’amicizia con il terrorista Luis Posada Carriles...
È così comprensibile come tra i maggiori finanziatori delle campagne elettorali dei Bush, non sia mai mancato il nome della “Fundaciòn Cubano-Americana”, diretta da Jorge Mas Canosa, uno dei più reazionari attivisti anticastristi, di cui abbiamo accennato il ruolo fondamentale nell’evasione dal carcere venezuelano dello stesso Posada Carriles. Jorge Mas Canosa e Jeb Bush, nello specifico, avrebbero condiviso in passato la gestione di alcune attività finanziarie (52).
La “Fundaciòn Cubano-Americana” può essere inserita nell’elenco delle beneficiarie “indirette” dell’Irangate. Oliver North, obbedendo a “ordini superiori”, deviò 100.000 dollari provenienti dalla vendita di armi al regime di Teheran, a favore di un’operazione coperta contro Cuba. Il denaro fu utilizzato per l’acquisto di radiotelefoni da inviare ad agenti controrivoluzionari infiltratisi nell’isola e per il potenziamento dell’emittente “Radio Mambì” di Miami, di proprietà di alcuni ricchi esiliati cubani e, appunto, della “Fundacion Cubano-Americana”.
L’istituzione di Jorse Mas Canosa ha dato vita all’associazione “Brothers to the Rescue”, resasi famosa recentemente per alcune riuscite operazione d’infiltrazione aerea a Cuba. A capo della “Brothers to the Rescue” è stato chiamato José Basulto, l’instancabile animatore dell’azione di lobbing sul Congresso per l’approvazione dell’Helms-Burton Act e della campagna di delegittimazione del regime di Fidel finalizzata ad impedire il rimpatrio a Cuba del piccolo Elian Gonzalez, sequestrato da alcuni familiari esuli a Miami.
Anche José Basulto ha fatto parte della fallita “Operazione alla Baia dei Porci” (53). È nella sua abitazione di Miami, secondo quanto raccontato da Felix Rodriguez alla Commissione d’indagine del Congresso sullo scandalo Irangate, che l’agente della Cia avrebbe incontrato due dei maggiori esponenti della Contra nicaraguense, Enrique Bermudez e Adolfo Calero. “Siamo come fratelli sin dai tempi dell’addestramento in Guatemala, prima dello sbarco a Cuba – ha aggiunto Rodriguez. “Basulto é stato nei campi della Contra in Centroamerica, per aiutare a distribuire gli aiuti umanitari”.
Al banchetto di morte realizzatosi all’ombra del trio George Bush padre – Oliver North – Felix Rodriguez, partecipò in prima persona anche il fratello Mario Calero, tra i proprietari della compagnia aerea “Hondu Carib”, chiamata direttamente in causa dall’agente della Dea Celerino Castillo, nelle operazioni droga-armi realizzate tra la Colombia, il Centroamerica e la Florida.
Note
(34) Oliver North, in particolare, accompagnò l’allora vicepresidente Bush nel suo viaggio in Salvador nel novembre del 1983 per ottenere il supporto dei militari locali al piano antisandinista degli Stati Uniti.
(35) È interessante sottolineare lo spessore criminale dei maggiori intermediari dell’affaire Iran-Contras. Adnan Khashoggi compare in tutti i maggiori scandali internazionali, dalla vicenda “Lockneed”, quando fu appurato che il colosso militare aveva inondato di tangenti i politici e i militari di decine di Stati, al trasferimento di armi al regime di Saddam Hussein e più recentemente in Italia nell’inchiesta sul traffico di armi avviata dal giudice Carlo Palermo e su quella sulle transazioni finanziarie realizzate da un gruppo criminale operante nella Sicilia orientale, legato al clan mafioso di Benedetto Santapaola, ad ex appartenenti all’organizzazione di estrema destra “Ordine Nuovo” e ad alcuni politici ed imprenditori oggi nel giro di Forza Italia. Adnan Khashoggi operò nell’Irangate accanto all’imprenditore iraniano Manucher Gorbanifer - già informatore della centrale della Cia di Teheran, legato all’area moderata del governo rivoluzionario di Teheran - al faccendiere nordamericano di origini iraniane Albert Hakim, e al cittadino israeliano Jacob Nimrodi, proprietario di una società di copertura del Mossad con sede a Tel Aviv. Importanti somme di denaro per garantire la transazione, furono fornite dal re Fahd d’Arabia Saudita, strettissimo amico di Adnan Kashoggi e suo lontano parente, che versò 32 milioni di dollari sui conti del gruppo di Oliver North in una banca delle Isole Caiman, e dal sultano di Brunei, che apportò un milione e mezzo di dollari. Altri fondi giunsero dalle organizzazioni di estrema destra nordamericane e da alcuni facoltosi imprenditori vicini al duo Reagan-Bush. Come si può vedere una rete trasversale, che avrà un’importanza strategica per definire le alleanze politiche militari che isoleranno l’Iraq di Saddam Hussein e permetteranno a Bush di scatenare la Guerra del Golfo per porre le fondamenta del “Nuovo Ordine Mondiale” dopo la caduta del Muro di Berlino. Va infine sottolineato il ruolo centrale nell’Irangate dello Stato d’Israele che, per conto degli Stati Uniti, sin dal 1981, rifornì di armi l’Iran e intervenne in America Latina per avviare operazioni clandestine a favore dei regimi reazionari e per addestrare e rifornire d’armi le sempre più numerose organizzazioni paramilitari, spesso al soldo del narcotraffico.
(36) È importante sottolineare come George W. Bush fu nominato alla direzione della Cia dall’amministrazione Ford nel 1976, l’anno in cui si sviluppa con forza nell’emisfero la rete internazionale per le operazioni coperte contro obiettivi della sinistra politica e sindacale latinoamericana e contro i movimenti guerriglieri. A questa rete coordinata dalla Cia, dai servizi segreti cileni e dalle organizzazioni di estrema destra come la “CORU” di Orlando Bosh, sono stati attribuiti oltre 100 gravi attentati dinamitardi nel continente.
(37) Il racconto dell’ex agente trova oggettivi riscontri nel fatto che l’esercito cubano, dopo lo sbarco anticastrista, sequestrò realmente tre navi con i nomi sopracitati.
(38) A sparare contro il Presidente Kennedy, ipotesi ancora non provata processualmente dati i depistaggi e la distruzione delle prove raccolte, avrebbe partecipato il finanziere texano Howard Hunt, sponsor economico dell’avventura alla Baia dei Porci e della rete criminale di Orlando Bosh.
(39) “The Nation”, 13 agosto 1988.
(40) Per l’Irangate George Bush riattivò la rete sorta grazie alla Cia dopo la rivoluzione cubana, protagonista poi del conflitto nel sud-est asiatico e del “Plan Condor” in America latina.
(41) In Viet Nam, Donald Gregg operò alle dipendenze del locale responsabile della Cia Theodore Shackley, nella realizzazione del cosiddetto “Piano Phoenix” contro la popolazione civile. Nel 1991, dopo l’elezione di George Bush alla Presidenza degli Stati Uniti, Donald Gregg fu nominato ambasciatore in Corea del Sud.
(42) George Bush aveva conosciuto l’agente cubano tra il 1960 e il 1961, quando quest’ultimo era supervisore delle squadre segrete che si addestravano in Guatemala. E, coincidenza, Felix Rodriguez era a Dallas il giorno dell’assassinio di John Kennedy.
(43) F. Rodriguez, John Weisman, “Shadow Warrior: The Cia Hero of a Hundred Unkown Battles”, Simon & Schuster, New York, 1989.
(44) Nonostante il suo pesante coinvolgimento nel brutale conflitto salvadoregno e il ruolo interpretato nell’Iran-Contra, Thomas Pickering è stato chiamato da Bill Clinton a ricoprire il mandato di Sottosegretario di Stato, responsabile della politica Usa in America latina. Pickering ha contribuito in particolare all’elaborazione e all’approvazione del cosiddetto “Plan Colombia”, il piano d’intervento militare Usa nello stato sudamericano per combattere le organizzazioni “narcoguerrigliere”.
(45) Dal 1980 al 1984 Thomas Clines si era dedicato alle transazioni di armi; era uno dei soci della compagnia “EATSCO”, che ha commesso varie frodi a danno del Governo statunitense. In particolare la “EATSCO”, grazie ai contatti con il governo degli Stati Uniti, ha ottenuto una colossale vendita di armi all’Egitto. In cambio furono distribuiti centinaia di migliaia di dollari in tangenti ad alcuni uomini del Pentagono. Ciò nonostante, Clines fu chiamato da George Bush ed Oliver North per il trasferimento di armi alla Contra.
(46) Bush e Rodriguez si tennero sempre in stretto contatto durante la realizzazione del piano di riarmo della Contra. In particolare l’agente di origini cubane accompagnò l’allora vicepresidente durante la sua visita in Honduras, il 15 e 16 marzo 1985. Due giorni più tardi fuggiva dal carcere venezuelano in cui era detenuto, Luis Posada Carriles, che raggiungerà Rodriguez a Ilopango per fare da “supervisore” delle consegne di armi agli antisandinisti.
(47) La presenza del militare salvadoregno alla cerimonia di George Bush non fu casuale: i due si erano incontrati a Miami il 20 maggio 1986, durante un pranzo di gala organizzato dalla comunità cubana anticastrista. Inutile aggiungere che le presentazioni di rito furono fatte da Felix Rodriguez.
(48) Oltre alla foto, è pubblica una nota di Bush a Felix Rodriguez, su carta intestata “Vicepresidente degli Stati Uniti” con data 23 dicembre 1988. “Caro Felix – si legge – Grazie per la tua lettera del 18 dicembre. Sì, la verità è forza. Tu hai detto pienamente la verità – la quale ha avuto un po’ di rispetto al processo. Tanti auguri. Che il 1989 possa essere migliore del 1988. E possa essere di grande felicità per te. Con ammirazione e rispetto, George Bush”. Il processo in questione è quello sullo scandalo Irangate, dove l’agente della Cia, Oliver North e gli altri funzionari direttamente implicati hanno fatto a gara per esonerare da ogni responsabilità George Bush, contribuendo così a spianargli la strada alla Presidenza degli Stati Uniti.
(49) Nonostante il coinvolgimento nell’Irangate, il Dipartimento di Stato ha continuato a utilizzare sino ai giorni nostri la “EAST” in missioni segrete in Colombia. Tre dei piloti in forza alla “EAST” sono morti recentemente in incidenti nel paese sudamericano. Attualmente la società continua ad operare in Colombia nelle operazioni di fumigazione chimica delle piantagioni di coca, finanziate dal Plan Colombia, attraverso un contratto firmato con la “Dyncorp Aerospace Technology”, la società che ha ricevuto dal Dipartimento di Stato la gestione nella regione andina di importanti programmi di addestramento militare, intelligence e “lotta anti-droga”.
(50) Pete Vale, “Six terrorists and four fundamentalists under Bush’s wing”, in Granma Internacional, september 8, 2001.
(51) Otto Reich è stato inoltre uno dei maggiori sostenitori dell’Helms-Burton Act nel 1996, l’emendamento del Congresso che indurisce l’embargo contro Cuba e penalizza le imprese e le società che decidano di avviare attività commerciali e finanziarie con l’isola delle Antille.
(52) Grazie alla sua indiscussa influenza la Fondazione Cubano-Americana ha potuto godere di un vero e proprio accesso diretto alla Casa Bianca durante le amministrazioni repubblicane di Ronald Reagan e George Bush. Va tuttavia sottolineato che il ruolo di lobbing della Fondazione è stato esercitato con successo anche sulla successiva amministrazione democratica di Bill Clinton. Durante la cosiddetta “crisi dei balseros”, quando migliaia di cittadini cubani emigrarono con mezzi di fortuna verso la costa della Florida (1993), il presidente Clinton si avvalse dell’appoggio e della “consulenza” di Jorge Mas Canosa per dare soluzione politica alla vicenda.
(53) Nell’agosto 1962 José Basulto partecipò all’organizzazione di un raid contro il “Cuban Hotel” dell’Avana, eseguito dal “Directorio Revolucionario Estudiantil”, organizzazione dei giovani anticastristi. Nonostante l’albergo sia stato dato completamente alle fiamme, tutti gli ospiti riuscirono a mettersi in salvo.

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