Forse funziono solo sulla breve distanza. Non è un'ipotesi da escludere.
Presto potrei esplodere. Il problema si origina nel fatto che, dopo tutti questi anni d'indecenza, pare finalmente che io stia perdendo la mia patina luccicante da onesta e impegnata ragazza veneta. È bastato che la mia tesi si arenasse e che i mesi scorressero improduttivi mentre cercavo di rimettermi in sesto.
Le attività non remunerative non contano. Sono la prima a dirmelo.
Solo che se me lo dico troppo spesso e troppo forte, va a finire che torno ad essere quella creatura subumana che lo scorso luglio ha vissuto in bilico tra il letto e un balcone impolverato, tra la vasca da bagno e l'oscurità di un armadio.
Non voglio essere gravosa - una delle mie frasi più gettonate, a partire dalla scorsa estate.
Ma anche: voglio stare bene.
Quando non avevo il coraggio di prendermi il tempo per scrivere e dedicarmi a quelle attività non remunerative tanto bramate, sono crollata così a fondo che ora sto male ogni volta che qualcuno fa un battuta sul suicidio, e tutto ciò che mi concedo, nel comunicare il mio forte disappunto, è non ridere.
Non so come sono arrivata ad essere questa persona che scrive mentalmente ogni singolo giorno, e che a che volte ascolta della musica solo per spegnere le voci, per riposarsi.
Ora scrivo anche per il gusto di scrivere, per la gioia che mi dà, ma l'obiettivo è sempre stato trovare sollievo.
Quando non mi sono concessa il tempo per coltivare la quiete, tutto il resto è crollato.
È strano, perché secondo alcune persone io sono quella che ha sempre in ballo mille progetti, che combina cose interessanti e degne di nota, mentre per altri sto diventando quel relitto umano che forse se ne sta in casa tutto il giorno a deprimersi e a non fare niente di significativo.
Il confine tra le due visioni sta nella cosa che chiamiamo denaro, ma anche nel fatto che presento una pessima immagine di me ai miei parenti, nel momento in cui mi manifesto e sparisco senza comunicarlo per iscritto, passo quarti d'ora problematici in posizione fetale sulla panca della cucina, e mi rivelo single con mesi di ritardo solo per far cessare i discorsi più dolorosi.
(immagine: Bruce Davidson)