Alla Cancellieri non piacciono le mamme

Creato il 06 febbraio 2012 da Albertocapece

Rosella Rosselli per il Simplicissimus

E’ proprio un inverno che non da’ tregua, questo. Non abbiamo ancora finito di spalare i ghiacci -eterni ormai anch’essi-di Roma che, appena tornati a casa e deposte le pale che Alemanno ci ha generosamente fornito, ci troviamo al centro di un’altra tempesta. Parlo dell’ultima dichiarazione, rilasciata stamattina al Tgcom 24 dalla ministra Cancellieri, nuova spietata critica all’insana italica abitudine di essere rimasti “fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà”. Ci risiamo! Ancora una volta un rappresentante di questo governo rimarca perentoriamente la sua estraneità e distanza dalla vita reale del Paese. Sempre di più questo avviene con la feroce determinazione di abbattere anche i residui della rete sociale e familiare che negli anni ha dovuto supplire alle carenze di quella istituzionale.

Troppo spesso infatti, nel considerare la sacrosanta aspirazione ad avere un posto di lavoro che sia duraturo e garantito e ci consenta di organizzarci la vita nella maggiore autonomia possibile, ci si dimentica che questo deve essere comunque sostenuto da reti accessorie che garantiscano la tutela anche ai nostri figli o ai nostri genitori.
Mi piacerebbe chiedere alla Cancellieri come abbia fatto fronte alle sue necessità di figlia e di madre finora, come è riuscita a spiegare a suo figlio che era più urgente “spalmare le tutele” che non una fetta di pane con la Nutella.
Ma quello che sarebbe più interessante sapere, dopo dichiarazioni come questa, è che cosa il governo ha in serbo per noi sudditi in merito a questioni primarie come l’assistenza degli anziani e dei ragazzi. Se finalmente si pensa di potenziare strutture adeguate e servizi sociali, e anche attività ricreative e sportive. Perchè a ben guardare quello che è avvenuto in merito in questi ultimi anni è stato il progressivo smantellamento di ogni iniziativa pubblica che potesse sollevarci almeno in parte dal dovere/piacere di prenderci cura dei nostri cari. A partire dagli asili nido, sempre più affidati alla gestione privata, per finire alle residenze per anziani e senza dimenticare i ragazzi che trascorrono quasi tutto il proprio tempo libero negli oratori gestiti interamente da organizzazioni religiose o sportive pagate a caro prezzo.

Non basta che ci si dica che abbiamo stupide pretese e pessime abitudini, e sinceramente non credo che siamo poi tanto viziati, visto che ogni momento della nostra vita è ormai scandito da tempi sempre più difficili da conciliare, luoghi da raggiungere fra mille peripezie in città sempre più disumane. Mi sembra davvero eccessiva, e anche crudele, la pretesa di farci rinunciare anche all’unico sostegno che ancora ci rimane, quella rete familiare che ha reso sostenibile un precariato disumano che la Cancellieri vorrebbe estendere ad ogni attimo della nostra esistenza.


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