Una scena idilliaca, vista dal di fuori, che evoca una felicità del focolare domestico al limite dell'accettabile. Una visione che trasuda melassa e buoni sentimenti da tutti i pori.
Allora Andrea, l'intellettuale del gruppo - mentre cerca invano di riempire i pantaloni della tuta che indossa che ormai arrivano a metà del polpaccio - ha un'idea rivoluzionaria, che sposta la storia del nostro povero mondo.
- Papà, perché non accendiamo la Tv?
Io, che fantasticavo sul mio ruolo di padre moderno e 'amico' dei suoi figli e che riesce a stare con loro solo per il godimento reciproco del confronto intellettuale, ripiombo subito sulla terra e concedo, magnanimamente, la possibilità di rimbambirsi il cervello, almeno per una mezz'oretta.
- Ok, cosa volete vedere?, cominciando a pregare dentro di me che non sia Cartoonito, per favore, no...
Bianca, che è sempre più veloce del fulmine urla:
- Cartoonito!!!, e zittisce suo fratello sul punto di avanzare qualche altra pretesa.
Comincia la manfrina quotidiana attorno alla tv.
Lui vuole K2 e vedere YuGO o come diavolo si chiama, al limite può cedere di fronte ai Pokemon.
Lei vuole Baby Lonely Tunes oppure qualcun altro che ora sfugge alla mia mente.
Uno urla, l'altra lo sovrasta, io mi innervosisco e minaccio tutti con una punizione che inizia con Rai Scuola per finire con un servizio sui canti popolari calabresi dei primi anni settanta su Rai Storia.
Terrorizzati si zittiscono entrambi. Ad Andrea, mi sembra, trema pure il labbro inferiore per la paura. Forse sta vivendo un trauma infantile da cui non si solleverà mai più.
Li fisso con aria cattivissima. E chioso:
- Ok, ora vediamo un po' di Cartoonito e poi un po' di K2, va bene? Neanche il capo della corrente dorotea di democristiana memoria avrebbe saputo fare di meglio.
Annuiscono rassegnati ma in fondo felici. Si fa quello che volevano loro e quindi il pirla sconfitto sono io.
Comincia la proiezione.
Situazioni assurde compaiono sul monitor. Poi arrivano situazioni assurde, per poi procedere con situazioni ancora più assurde.
Bianca si diverte come una matta.
Andrea fa lo spocchioso ma dopotutto se la gode pure lui.
Io mi sento lentamente scivolare verso uno stato di abbandono, simile a quello che i consumatori abituali di oppio perseguono e raggiungono scientemente.
Tutto procede, lentamente, con un suo rituale abituale. Le mie palpebre cercano un posto al sud del mondo.
Quando a un certo punto succede quello che non può succedere, quello che tutti i genitori sani di mente cercano di scongiurare con i figli da tempo influenzati, la cosa peggiore che può capitare.
Un sottile suono di dolore, uno svagato senso di abbandono, un lieve e leggero fumo, un odore acre di plastica bruciata misto a quello di pomodori fritti alla fermata del treno, et voilà, la tv si spegne per non riaccendersi mai più.
Mi è sembrato di sentire anche un triste gemito unito a un flebile ed esausto ultimo respiro.
La tv se ne è andata, la tv ha definitivamente cessato di funzionare.
Un urlo arriva dalla vasca degli Squali, un urlo unico, nonostante siano di due specie diverse.
Allora Andrea mi si avvicina e mi chiede:
- Papà, lo sai far funzionare? Lo sai riparare?
Come dire: tu sei il nostro eroe, tu puoi tutto, tu sai tutto, tu sei dio in terra...non ci vorrai deludere proprio ora, vero?
Schiaccio bottoni sul telecomando, stacco spine, tiro pugni...ma in fondo si vede benissimo che non so che pesci pigliare. Non ho neanche provato a fare i corsi serali della scuola RadioElettra di Torino, che volete da me?
E poi, si sa, gli uomini non sono più quelli di una volta...
Loro fermi, immobili e muti sul divano, cominciano a cambiare espressione. Dallo sguardo di terrore comparso appena la tv ha cessato di sputare assurdità, sono passati lentamente verso uno di incazzatura bella e buona per approdare a quello ormai rassegnato e di compatimento verso il sottoscritto.
Risultato? Li ho delusi. La tv è morta e io non riesco a combinare proprio nulla.
Una vecchia tv ancora con il tubo catodico che ha fatto il suo tempo e che non credo valga la pena di essere riparata (ammesso che si possa) ha cessato di fornire il suo onorato servizio.
Fine.
La stanza si riempie di un puzzo insopportabile. Io apro la finestra.
Loro mi guardano, per l'ultima volta, e a un segnale impercettibile, si alzano e se ne vanno, senza proferire verbo.
Mi è sembrato di vedere Bianca alzare pure un sopracciglio in segno di disprezzo.
Io rimango lì come un cretino, con un senso di colpa infinito, per qualcosa di cui ho zero responsabilità.
Ma la cosa che più mi irrita è che devo, ora, comprare una nuova tv.
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