Queste sono le piccole soddisfazioni che un modestissimo blogger come il sottoscritto si prende di tanto in tanto e che ti fanno capire che forse hai fatto centro.
Mariateresa Conti su "Il Giornale" se la prende con la rete e con post come quello scritto da me qualche giorno fa; non ce l'ha per la notizia (e solo per questo ce ne sarebbe da dire) ma sul fatto che, grazie ad internet, i poveri parlamentari in questione "sono ormai additati al pubblico ludibrio" parole sue. Dal suo articolo i cattivi diventano buoni ed i buoni cattivi, si ironizza sul taglio molto diretto dato alle notizie (che ha il solo scopo di rendere il messaggio più penetrante) e sul fatto che si inciti alla rivoluzione.
Forse il successo delle notizie diffuse via web è proprio questo cara Mariateresa, sono notizie che non devono passare la censura di un direttore o di un proprietario e chi scrive risponde solo alla propria coscienza, cosa che è "impedita" ai giornalisti. Anzi pensi che molti scrivono anche su commissione, che schifo.
L'unico mistero che mi rimane, leggendo il suo articolo, è su chi possano essere quei 40 che, al momento in cui scrivo, hanno cliccato il like. Parenti di quei sei?
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Queste sono le piccole soddisfazioni che un modestissimo blogger come il sottoscritto si prende di tanto in tanto e che ti fanno capire che forse hai fatto centro.
Mariateresa Conti su "Il Giornale" se la prende con la rete e con post come quello scritto da me qualche giorno fa; non ce l'ha per la notizia (e solo per questo ce ne sarebbe da dire) ma sul fatto che, grazie ad internet, i poveri parlamentari in questione "sono ormai additati al pubblico ludibrio" parole sue. Dal suo articolo i cattivi diventano buoni ed i buoni cattivi, si ironizza sul taglio molto diretto dato alle notizie (che ha il solo scopo di rendere il messaggio più penetrante) e sul fatto che si inciti alla rivoluzione.
Forse il successo delle notizie diffuse via web è proprio questo cara Mariateresa, sono notizie che non devono passare la censura di un direttore o di un proprietario e chi scrive risponde solo alla propria coscienza, cosa che è "impedita" ai giornalisti. Anzi pensi che molti scrivono anche su commissione, che schifo.
L'unico mistero che mi rimane, leggendo il suo articolo, è su chi possano essere quei 40 che, al momento in cui scrivo, hanno cliccato il like. Parenti di quei sei?
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