Alla scoperta dei CFD (Contract For Difference)

Da Robertopesce

Alcune settimane fa la mia attenzione è stata attirata da una competizione di trading indetta dal broker XM, nostro punto di riferimento per il forex, che tuttavia in tale occasione aveva indetto una gara legata all’operatività sulle materie prime, e per la precisione di oro e argento, da tradarsi tramite i famigerati CFD (Contracts For Difference).

I CFD sono derivati che replicano fedelmente il prezzo dello “strumento sottostante” dandoci così la possibilità di commerciare in preziosi e materie prime anche senza dover acquistarle fisicamente con tutti i problemi che ciò comporterebbe.

A tutti gli effetti i CFD sono uno strumento che l’industria finanziaria si è inventata per gettare sul tavolo virtuale del casinò finanziario qualcos’altro su cui trader e investitori possano “scommettere”, e non ho usato a caso tale verbo.

I CFD possono replicare azioni, valute, indici e materie prime e quando dico “replicare” significa che hanno esattamente lo stesso prezzo ed in tal senso i CFD legati agli indici (FTSE-MIB, NASDAQ, DOW JONES, etc…) e alle materie prime si comportano in modo molto simile rispetto agli stessi contratti futures che replicano (di cui magari parleremo in un prossimo articolo)

La grande differenza tra i CFD e i prodotti sottostanti è che, di fatto, non si possiedono.

Se infatti le azioni, i futures, gli ETF e gli ETN si comprano (o si vendono allo scoperto) e poi, per chiudere la posizione, si vendono (o si riacquistano per coprire), con i CFD, invece, si trada solo “la differenza di valore” (Contract For Difference, da cui CFD) tra il prezzo in un determinato momento e quello in momento successivo, ed ecco perché parlavo di “scommettere”, un po’ come dire: “Punto sul fatto che se adesso il prezzo dell’oro è  a 1410$, quando chiuderò la mia posizione quoterà un po’ di più, ad esempio 1415$”.

In questo caso, il broker fa un po’ il bello ed il cattivo tempo e chi mai pensasse di buttarsi su questo strumento finanziario (aldilà della gara di trading a cui si può partecipare per divertimento, per migliorarsi, per spirito di competizione e comunque perchè non si rischia niente) farebbe bene, secondo me,  a ricredersi ed evitare preferendo ad esempio strumenti come i futures, e ciò per una serie di ragioni.

Un  primo punto di attenzione è dato dal fatto che con i CFD, ad esempio, esistono limitazioni nell’inserimento dell’ordine, tipiche della piattaforma di trading MT4 (la stessa che utilizziamo con il forex), pari addirittura a 1 punto (100 tick) per l’oro e 140 tick per l’argento. Vale a dire che non possiamo inserire degli ordini condizionati al prezzo che vogliamo, né modificare in corsa i Take Profit e/o gli Stop Loss se sono ad una distanza inferiore a quella che ho indicato sopra mentre con i futures si può inserire un ordine condizionato anche ad 1 solo tick di distanza dal prezzo, esattamente come per le azioni!

Altro motivo importantissimo per preferire i futures è che essi vengono scambiati in un mercato regolamentato, mentre i CFD lo sono in un mercato OTC (Over The Counter, cioè non regolamentato) e qui valgono i discorsi fatti più volte durante i seminari riguardo i Market Makers “birichini” e le decisioni “creative” che assumono in particolari circostanze!!!

A proposito, il valore di un lotto di oro è di 100 once e di un lotto di argento è di 5.000 once (una follia)! Per capire esattamente di quanti soldini stiamo parlando, provate a moltiplicare  x 100 il prezzo dell’oro e per  5.000 il prezzo dell’argento e ne scoprirete istantaneamente il valore. Unico vantaggio in tutto ciò è che, così come per il forex anche con i CFD si lavora in leva con un margine, che è oltretutto molto inferiore a quello richiesto per i futures (ma ricordo che il margine è in stretta relazione con la capitalizzazione del conto) e, di conseguenza, come al solito nei mercati in leva si può fare trading anche con pochi soldi sul conto (sempre in paragone con i futures per i quali ce ne vogliono almeno 20 volte di più… fermo restando che i risultati in termini di perdita o guadagno sono gli stessi).

Vediamo, comunque, operativamente come funzionano i CFD su oro e argento.

Partendo dall’oro, il movimento minimo che può fare il suo prezzo (che si chiama tick e non più pip) è di 0,01 punti, ad esempio, da 1413.18 a 1413.19. E’ importante  sapere è che il  valore di un tick è pari a 1$ da cui il valore di 1 punto (1 numero intero del prezzo), che corrisponde a 100 Tick, è di  100$.

Lavoriamo un po’ insieme: quanto vale 1 punto se tradiamo 2 lotti (size 2)?

Risposta:  100 tick x 2 lotti = 200$. E se tradiamo una size pari a 0.01? Beh, non vorrete far fare tutti i conti a me…

Tornando al discorso della leva, per tradare tutto questo ben di Dio, per 1 lotto basterà un margine (da lasciare temporaneamente in garanzia al broker) di soli 160$!

E adesso l’argento. Il movimento minimo (tick) che fa il prezzo è di 0,001 punti , ad esempio, da 24.548 a 24.549 ed è importante sapere che il valore del singolo tick, questa volta è di 5$.

Quanto vale quindi, 1 punto? Dovremo moltiplicare 1.000 tick per 5$ cioè 5.000$ anche se in compenso il margine richiesto per 1 lotto è solo di 138 $.

Come dicevo in precedenza, non solo i CFD non riscuotono la mia simpatia ma non sono nemmeno uno strumento per principianti anche se mi auguro che questo articolo possa avere contribuito almeno un minimo a fornirne le basi minime di comprensione per concetti che sembrano complicati a prima vista, ma in realtà non lo sono poi così tanto se si dispone di una base di informazioni tecniche (guardati anche l’illustrazione tratta dal sito di Borsa Italiana qui sopra che riproduce un esempio completo dell’interesse sul margine e dello spread per CFD su azioni FIAT).

Per quanto riguarda la possibilità di dotarsi delle indispensabili basi di comprensione per una disciplina così affascinante come il trading, l’occasione da non lasciarsi scappare è quella di partecipare il prossimo 30 novembre a Milano al nostro programma di livello introduttivo ABC TRADING, una divertente giornata di formazione (e non 8 ore di sonno!!!), nella quale con slide, esercitazioni pratiche e simulazioni verranno “svelate” le dinamiche e i meccanismi principali che dominano mercati ed investitori, concetti semplici ed efficaci per comprendere le basi del trading profittevole con azioni, forex e robot automatici, nonché  tutto ciò che si può rappresentare con un grafico.

Per chi invece volesse apprendere da subito come operare concretamente imparando i rudimenti dell’analisi tecnica e tutte le metodologie operative, l’appuntamento è tra poche settimane per l’ultima edizione del 2013 del corso POWER TRADING condotto da Roberto Pesce (a Reggio Emilia il 18/19 ottobre 2013)  a cui mi farebbe senz’altro piacere incontrarti.

Buon trading!

Massimo De Gregorio


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