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Alla scoperta dell'isola

Da Fiaba

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La fiaba

Lunedì 10 Marzo 2014 18:52 Scritto da CHIARA

scoperta-isola
"Ciaoooo Abdul! Disegnerò tutti i giorni le tappe del viaggio!"

Gridai concitato al mio amico, che a sua volta mi salutava sventolando energicamente la mappa dell'isola, sino a scomparire man mano che la barca lasciava le coste.

Ed io tracciai l'inizio della rotta sulla mia mappa, creata con Abdul, raccogliendo più indizi possibili da chi c'era già stato e dalla televisione.

Si narrava che fosse l'ISOLA baciata dal sole, con ampie spiaggie per l'approdo delle barche, anche se non tutti riuscivano a metterci piede. Infatti in caso di mareggiate e di burrasche le barche venivano sballottolate e risucchiate dalle onde in men che non si dica, e le sentinelle in giallo dell'isola a bordo delle navi non riuscivano a strappare in tempo i passeggeri dalla forza delle acque, nonostante il loro super potere "RADAR".

Gli abitanti erano famosi per generosità e ospitalità; accoglievano avventurieri di qualsiasi colore di pelle e , persino se sprovvisti di passaporto, davano loro una mano per farli sentire come a casa propria, addirittura offrendo caffè nei bar dei paesi.

Così gli avventurieri passavano dai bar a chiedere se c'era un caffè per loro.

Capitava anche qualche baruffa tra abitanti ed avventurieri, prontamente risolte in modo pacifico dai sentinelle in nero che vivevano
sull'isola.

Poi mi rannicchiai sul fianco destro di mia madre, che cullava tra le braccia il mio fratellino di appena due anni, e mi coprìi con un panno impregnato di sudore dagli altri avventurieri, tirandolo su fin sopra la punta del naso, così da poter vedere.

Al comando del barcone di legno c'erano due pirati: erano minacciosi, bruschi e, a volte, violenti, ma per me erano pirati buoni perché ci conducevano all'isola, bastava solo obbedire ai loro ordini e non fiatare, come mi aveva raccomandato mia madre.

Sapevo contare fino a 50 ma sul barcone eravamo almeno il doppio e non riuscivo a disegnare tutti nella mappa; per lo più erano uomini e donne grandi, mentre i bambini, oltre a me e al mio fratellino, erano una decina e li vedevo a malapena tanto eravamo stipati uno sull'altro.

Infatti quel barcone era tra i più sicuri e resistenti alle intemperie marittime e tantissimi si erano svegliati presto per imbarcarsi. Come promesso ad Abdul, sulla mappa riportai fedelmente tutto ciò che potevo avvistare:il mare, i gabbiani, altre imbarcazioni ma anche il soffio del vento e la sua direzione, il sole di ogni nuovo giorno e e le stelle di notte.

Al disegno del terzo sole, qualcosa si intravedeva in lontanza; presi il binoccolo, che io e Abdul costruimmo con oggetti gettati nella spazzatura, e misi a fuoco una terra, forse l'Isola che tutti noi sognavamo.


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