Lo chiamano "Terra meridionale delle tenebre", "Terra meridionale del cipresso", "Terra meridionale delle quattro vie d'accesso", i suoi abitanti semplicemente "Terra del drago". È il Bhutan, il piccolo stato situato alle pendici meridionali dell'Himalaya orientale.
Appena 47.000 Km2 di superficie, soli 650.000 abitanti, il regno del Bhutan è uno degli stati più piccoli del continente asiatico, stretto tra Cina, Tibet e India.
In equilibrio tra preservazione delle tradizioni e modernità, i giovani bhutanesi sono connessi sui social network ma terminano la loro giornata con una preghiera tradizionale per i loro dei protettori. Moderni edifici in cemento sono inframezzati dai colori e dall'arte del vecchio Bhutan.
Ecco un possibile itinerario attraverso il piccolo regno del Bhutan partendo da Paro Dzong, dove si trova l'unico aeroporto internazionale del paese.
Paro Dzong
Il viaggio è spettacolare già prima di essere scesi dall'aereo: la discesa sull'aeroporto di Paro, nella cornice delle montagne dell'Himalaya, offre esaltanti viste su vette affascinanti, come la Jumolhari e la Jichu Drake.Un ottimo primo suggerimento per cominciare la visita di Paro è cominciare dal Museo Nazionale (Ta Dzong), perfetto per un'introduzione al patrimonio culturale del Bhutan.
Paro è una cittadina davvero pittoresca. Le sue case sono coloratissime e qui si trovano anche i più importanti dzong (fortezze) del paese. Imponenti e regali, sono il simbolo dell'archtettura bhutanese, un affascinante mix di bellezza e funzionalità. Per i bhutanesi questi impressionanti capolavori architettonici richiamano alla memoria i tempi dell'antico Bhutan, in cui ebbero origine legge, armonia, pace e autorità.
Rinpung Dzong (By Christopher Fynn, via Wikimedia Commons)
C'è il Rinpung Dzong, il principale della città che si affaccia sulla bellissima Valle di Paro, risalente al XVII secolo e ricostruito nel 1907 con lo stesso stile architettonico. Attualmente è la sede del distretto, guidato da un amministratore e un corpo amministrativo di 200 monaci. Molte scene de Il Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci sono state girate proprio qui. C'è il Kyichu Lhakhang, risalente al VII secolo e uno dei più antichi, il Drukgyel Dzong costruito per arginare gli invasori tibetani e distrutto da un incendio nel 1950. E poi c'è il più famoso, il Takshang o Tiger's Nest (Tana della tigre), luogo simbolo di tutto il Bhutan. Takshang
@Photo credit: Bhutan Calling Agency, Bhutan
Thimphu
Da Paro si riparte alla volta di Thimphu (a circa 50 km), la capitale e la città più popolata del Bhutan. Lungo il tragitto è d'obbligo una sosta al Tempio di Ta-chhoggang e al ponte sospeso del XIV secolo, al monastero Tashichho dzong per saperne di più su religione, governo e monarchia bhutanese (è la sede del governo dal 1952), il Museo Tessile Nazionale e il Buddha Point (Kuensel Phodrang) dove si trova una grande stauta del Buddha seduto che guarda sulla valle.Tashichho dzong (By Christopher J. Fynn, via Wikimedia Commons)
A Thimphu si trova anche la Motithang Takin Preserve, la riserva naturale del Takin l'animale simbolo del Bhutan, che si crede sia stato creato dal Lama Drukpa Kinley e il National Memorial Chorten consacrato alla memoria del terzo re. Merita una visita anche il mercato locale di Norzin Lam, sulla riva del fiume Chu, dove acquistare anche manufatti dell'artigiantao locale.
I monasteri di Dechenphu, Tango e Cheri e il palazzo di Dechenchoeling, residenza ufficiale del Re, si trovano nella parte nord della città. Il monastero di Tango è particolarmente suggestivo: è raggiungibile in 45 minuti a piedi. È un importante posto di meditazione e vita monastica, dove è possibile interagire con i monaci e vedere come si svolge la loro vita.
Una curiosità: Thimphu è l'unica capitale del mondo dove non esistono semafori. Qualche anno fa le autorità locali hanno provato a installarne alcuni, ma hanno divuto toglierli perchè la popolazione si è lamentata dicendo che erano troppo impersonali.
Punakha
In viaggio verso Punakha si transita per il Passo Dochula, che rende omaggio al quarto re del Bhutan con i suoi 108 stupa. Questo è anche un punto panoramico ottimale per fare foto sulle montagne circostanti. Altra sosta consigliata anche al Chhi-Med Lhakhang, il tempio della fertilità. A Punakha aspetta il maestoso Punakha Dzong, residenza invernale del Bhutan's Central Monk Body. Situato alla confluenza die fiumi Pho Chhu e Mo Chhu, è spesso soggetto a inondazioni.Punakha Tshechu Festival
@Photo credit: Bhutan Calling Agency, Bhutan
Bumthang
Durante il viaggio verso il distretto di Bumthang si può visitare lo storico Trongsa Dzong e il Ta Dzong che ospita oggetti utilizzati dalla dinastia Wangchuk. Si continua valicando il Passo Yotongla (3425m), per discendere la valle del Chumey. Sono quattro le valli del distretto di Bumthang: Chumey, Choekhor, Tang e Ura. La città più importante della zona è Jakar, centro della valle del Choekhor, dove si trova il Jambay Lhakhang, uno dei monasteri più antichi del paese e il Kurjey Lhakhang, uno dei posti sacri più importanti, dove Guru Rinpoche lasciò il suo corpo impresso sulla caverna mentre stava meditando.Trongsa Dzong (By Christopher Fynn, via Wikimedia Commons)
Phobjikha: la valle delle gru dal collo nero
Da Jakar, dove si trova lo dzong più grande del paese (Jakar Dzong) ci si sposta verso Phobjikha. La prima fermata è al Gangtey Gompa, una scuola monastica costruita nel 1613, la più grande del Bhutan occidentale. Infine la valle di Phobjikha, una valle di origine glaciale la cui peculiarità è la presenza della rara specie delle gru dal collo nero, che lascia gli altipiani tibetani per trascorrere qui l'inverno. Per i locali queste gru sono il simbolo di fedeltà e lunga vita.@Photo credit: Bhutan Calling Agency, Bhutan
L'occasione perfetta per visitare il Bhutan è il workshop fotografico organizzato da Trips for Photographers (http://www.trips4photographers.com/) dal 4 al 14 marzo, in concomitanza con il Punakha Tshechu Festival.