Ramnit ruba 45.000 password di Facebook: cosa fare per difendersi
Sta cominciando a diffondersi in Rete e negli altri media un certo panico intorno a Ramnit, definito “l’ultimo virus terrore degli utenti di Facebook” in un allarme (probabilmente copiaincollato da questo articolo di Leggo.it) che sta circolando su Facebook e altrove.
Prima di tutto ci sono alcune cose da tenere presente prima di lasciarsi andare al panico:
- 45.000 password rubate sono niente in confronto ai 600.000 login violati ogni giorno su Facebook (dichiarati da Facebook stessa).
- La maggior parte delle password rubate riguardano utenti britannici e francesi, secondo Seculert.
- Circa la metà delle password erano obsolete, secondo Facebook (The Inquirer).
- Ramnit si propaga tramite file eseguibili per Windows, file di Microsoft Office e file HTML contenenti VBScript, secondo Microsoft. Su Facebook compaiono link-esca che portano a questi file.
- Ramnit non ha infettato Facebook; ha infettato i computer degli utenti.
- Ramnit si propaga pubblicando messaggi-esca nei profili Facebook degli utenti di cui ha rubato la password.
Da queste informazioni di base si può scegliere una strategia di difesa, che vale per molti attacchi simili:
- I principali antivirus rilevano Ramnit. Usateli e teneteli aggiornati.
- Non si devono mai eseguire programmi o file ricevuti via Internet senza un controllo antivirus e senza un’ottima ragione per farlo (no, giocare al videogame craccato non è un’ottima ragione).
- Non permettete mai al vostro computer di eseguire automaticamente i VBScript ricevuti via Internet. Usare sistemi operativi diversi da Windows risolve questo problema alla radice.
- Se vedete che un vostro amico di Facebook ha pubblicato in bacheca qualcosa che non fa parte del suo normale stile di pubblicazione, non cliccatevi sopra ciecamente. Probabilmente è un’esca.
- Non usate la stessa password per più di un sito: Ramnit ruba le password di Facebook non perché gli interessano i fatti vostri nel social network, ma perché usa Facebook per infettare altri utenti e sa che probabilmente la password che usate su Facebook è la stessa che usate per mail, blog o servizi bancari e aziendali (che sono quelli che interessano ai suoi creatori).
In sintesi, non c’è motivo di preoccuparsi per Ramnit più di quanto ci si debba preoccupare normalmente. L’allarme mediatico sembra del tutto ingiustificato dal punto di vista tecnico, ma è comunque un’occasione per ripassare e diffondere alcuni concetti di base sulla sicurezza informatica. Fatelo.
Maggiori informazioni su Ramnit sono presso ZDnet, The Inquirer, Ars Technica, The Register, Physorg.
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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.