Allattamento al seno
Da Fernanda Cosentino
Il latte materno è il miglior alimento per ogni neonato. Esso contiene tutte le sostanze necessarie per la crescita del bambino nei primi 6 mesi di vita: acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile, sostanze bioattive e immunologiche fondamentali per proteggere il bambino da infezioni virali e batteriche, soprattutto nel primo anno di vita, e per favorire lo sviluppo intestinale. Il latte materno si modifica nel tempo, adattandosi alle caratteristiche del bambino: la sua composizione, infatti, varia durante la poppata e la giornata, e man mano che il bambino cresce. Nessun alimento artificiale è, dunque, paragonabile al latte materno; è un alimento unico in natura. L’allattamento al seno, inoltre, fa bene anche alla mamma, poiché favorisce la contrazione dell’utero, riducendo le perdite di sangue dopo il parto, e crea una relazione speciale fra mamma e bambino, che unisce tanti elementi: nutrizione, cura, trasmissione d’amore, d’affetto e di coccole.
Tutti i bambini dovrebbero pertanto essere esclusivamente allattati al seno per i primi sei mesi di vita (26 settimane). Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Unicef e dell’Unione Europea, accolte anche dal nostro Ministero della Salute, l’allattamento al seno dovrebbe poi continuare per due anni e oltre, secondo il desiderio della mamma e del bambino.
Per favorire l’allattamento, i neonatologi consigliano di attaccare il bambino al seno subito dopo il parto, facendo in modo che si stabilisca con la mamma il cosiddetto contatto “pelle-a-pelle”. Già nelle primissime ore di vita, il piccolo è, infatti, in grado di trovare da solo il seno materno e di succhiare. Il corpo della mamma, inoltre, aiuta il bambino a mantenere una temperatura adeguata (molto importante per bambini molto piccoli o nati pretermine, ma anche per i bimbi sani nati a termine).
Alcune raccomandazioni importanti da tenere sempre presenti sono:
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allattare il bambino “a richiesta”, senza seguire orari rigidi;
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controllare la posizione e l’attacco al seno del bambino, evitando di staccarlo prima che abbia finito;
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non dare al bambino altri liquidi diversi dal latte materno prima della prima poppata, così come evitare il latte o altri cibi artificiali, acqua, zucchero o acqua zuccherata tra una poppata e l’altra;
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evitare l’uso di tettarelle artificiali, biberon e ciucci, soprattutto nei primi mesi di vita;
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non lavare il seno dopo ogni poppata ed evitare l’uso di creme o unguenti durante l’allattamento; la normale igiene della mamma è sufficiente e il seno è provvisto di ghiandole che provvedono ad una naturale disinfezione dell’areola.
Alla luce delle conoscenze attuali, le condizioni in cui l’allattamento al seno è sconsigliato sono limitate.Oltre al caso in cui sia diagnosticata al bambino la galattosemia, una rara malattia metabolica, l’allattamento non dovrebbe avvenire quando nella madre è presente almeno una delle seguenti condizioni:
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sieropositività e trattamento con farmaci antiretrovirali per la terapia dell’Aids;
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tubercolosi attiva e non curata;
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uso di droghe;
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terapia antitumorale (chemioterapia o radioterapia) in corso. In generale, la maggior parte dei farmaci prescritti dopo una gravidanza, non interferisce con l’allattamento;
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numerose infezioni (enterocolite necrotizzante, meningite, botulismo e infezioni del tratto urinario);
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malattie autoimmunitarie, come per esempio il diabete di tipo 1 e di tipo 2;
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malattie al cuore, al fegato, ai reni;
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sindrome da morte improvvisa del lattante (Sids);
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obesità nella vita adulta.
Ricordate, infine, che le difficoltà ad allattare possono essere superate con l’aiuto di operatori esperti, perché l'allattamento è un diritto di ogni mamma e del suo bambino.
Le informazioni per scrivere questo post, sono state tratte dalla pubblicazione "Allattamento materno: una goccia di salvezza, una grande opportunità", liberamente scaricabile da QUI
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