Quale è il momento più giusto per svezzare nostro figlio? In genere attorno ai cinque mesi si cerca di introdurre nell’alimentazione del neonato la prima pappa, pur continuando l’allattamento.
Per allattamento prolungato ci si riferisce ai casi in cui si fa poppare un bambino di 26 o di 30 mesi.
Il gesto dell’allattamento porta con sé implicazioni culturali e psicologiche, infatti le mamme che non svezzano presto i piccoli sono guardate con un certo sospetto. Vengono considerate soffocanti e le si accusa di non saper rendere indipendenti ed autonomi i figli. In realtà, se una donna ha il latte e se la sente, non esistono conseguenze negative nell’allattare un bambino, anche già grandicello.
L’importante è che sia un gesto piacevole per entrambi, che smetterà quando il bambino non avrà più la necessità di soddisfare lo stimolo della suzione.
L’allattamento prolungato è circondato da tanti luoghi comuni come quello che sostiene che il latte non sia più adeguato a piccoli di più di un anno e che sia un fatto deleterio per la salute della donna. Dare il latte rafforza il rapporto istintivo fra mamma e figlio e serve a coccolare e rassicurare il bambino, inoltre il latte materno è sempre un buon alimento. Infatti, col passare dei mesi la sua composizione cambia per far fronte alle nuove necessità del piccolo.
Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato come i bambini allattati al seno siano più reattivi davanti alle malattie e si ammalino meno rispetto a quelli nutriti con latte artificiale.
Sarà proprio il bambino a svezzarsi da solo attorno al 30esimo mese. Questo dato conferma che la natura ha bisogno di fare il suo corso e che ogni caso è diverso dagli altri. L’importante è rispettare le proprie esigenze e quelle del proprio bambino, senza sentirsi in colpa o sbagliate.