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Allearsi è possibile!

Creato il 04 marzo 2013 da Pane & Rose

di Assunta Viteritti.

Arca_dell'alleanza

L’Arca dell’alleanza

Grillo non vuole fare gli inciuci, non tollera di essere adescato e Bersani (citando Vasco) “corre e se ne fotte dell’orgoglio”. Il voto di domenica e lunedì non ha messo alla prova solo i palazzi, gli apparati impolverati della politica italiana, ancorati a interessi, cordate, preconcetti, a modi consolidati e inerti di fare politica, ma ha messo in questione noi elettori, quelli che hanno votato a sinistra e che conservano l’idea che sia possibile una democrazia normale e quelli che hanno votato Movimento 5Stelle che hanno riempito piazze e urne con desideri, proteste e ironia, che ora sono la prima forza eletta del paese (e non posso non tradire una qualche partecipe ebbrezza per questo) e che immaginano una democrazia diversa, non scritta (tutta da costruire e qui sono tutte le insidie…). Se si guardano insieme si tratta di più di 17 milioni elettori. L’esito traghettato sino a qui da Grillo (comico satirico esempio di soggetto politico post-moderno e dal suo partner esperto di marketing e comunicazione Casaleggio, soggetto più nascosto e da Backstage, date un’occhiata a questo video prodotto da questo guru  che immagina un nuovo ordine mondiale nel 2054, devo dire un prodotto del web abbastanza inquietante…) consegna un magnifico urlo di rifiuto ma anche idee da adottare, consegna a questo paese una possibilità. 8 milioni e più di voti sono una sferzata violenta e salutare alla politica tradizionale, a quella che ha troppo sbrigativamente o criticato o rimosso o non compreso quanto di nuovo andava emergendo nelle istanze cultuali e sociali di questi ultimi anni (no global, popolo viola, centri sociali, ambientalisti, studenti, ricercatori e antagonismi vari, donne in piazza, ecc.). Occorrono menti, orecchie e occhi aperti, capaci di ascoltare e comprendere altre lingue che non dicono di un mondo opposto ma solo diverso e forse possibile. Prima cittadini e poi elettori schierati, prima donne e uomini responsabili, capaci di dialogare con chi ci appare diverso e distante, per scoprire che forse le diversità reciproca sono un valore. Persone con valori indispensabili e irrinunciabili comuni. Il PD e le forze della coalizione di centrosinistra hanno tante anime ma hanno esperienza e competenze istituzionali, conoscono le regole del gioco politico (sarebbe bene le disapprendessero un poco…) ma hanno forse finito per dimenticare e non riconoscere troppe istanze ed esigenze provenienti dalle sfere della società. Gli eletti del movimento 5stelle hanno entusiasmo, orgoglio e idee che vengono dal mondo sociale, conoscono la forza della rete digitale, non conoscono i palazzi istituzionali e le sue regole (speriamo acquistino anche autonomia di giudizio e capacità di problamatizzare le forme di leadership comunicativamente dispotiche dei loro leader). Questi elettori possono scambiarsi tra loro esperienza con idee nuove? Siamo noi elettori che dobbiamo sperimentare e legittimare questo dialogo che è necessario, vitale. L’Italia ne ha bisogno. Sono gli elettori a contare e in queste elezioni hanno contato (uno ad uno). I cittadini della coalizione di centrosinistra e quelli delle 5stelle hanno già molti discorsi in comune, fatti forse con intonazioni diverse ma spazi comunicativi comuni vanno costruiti.

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Il centrosinistra ha certamente mancato di coraggio e di immaginazione ma forse non i suoi elettori che come quelli del movimento 5stelle chiedono da troppo tempo cose che sono diventate irrinunciabili: una politica etica, solidarietà sociale, redditi equi, una economia capace di rallentare, il rafforzamento del peso della cultura e della conoscenza, la lotta contro mafie di ogni specie, la dignità di un lavoro di qualità da difendere e desiderare. Come ha sottolineato in questi giorni Stefano Rodotà i contenuti del movimento 5stelle non sono certo nuovi, vengono dagli ultimi 20 anni e dagli effetti della globalizzazione, solo che ora sono in parlamento e ci sono arrivati con milioni e milioni di voti, di questo si deve prendere atto. Si devono allora immaginare e praticare luoghi dove siano gli elettori dei due schieramenti a parlarsi, a trovare spazi di comunicazione e magari soluzioni da adottare per costruire terreni di dialogo, a imparare gli uni dagli altri, luoghi dove promuovere confronti e collaborazione che la politica dovrà far propri. Questi luoghi sono già un terreno praticato sul piano locale (vedi Sicilia) e altri esempi possono sorgere (debbono sorgere!). Questo pazzo risultato elettorale può divenire una possibilità nuova per l’Italia, ne ha forse i germi, coltiviamoli! E’ anche un nostro dovere.



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