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Allenamento e Fatica

Creato il 16 agosto 2010 da Marco Caggiati

E’ inevitabile, chiunque si alleni seriamente prima o poi va a “sbattere” contro la fatica. Nessuno ama faticare.., ma chi riesce a farsela amica, a dialogare con lei, riesce ad ottenere risultati straordinari ed andare oltre al famoso “limite” dopo il quale risiede il miglioramento.

Infatti, per ottenere risultati, per migliorare il proprio fitness, bisogna portare l’organismo ad un livello al quale non è abituato e obbligarlo ad adattarsi ad una nuova situazione. Questo processo si chiama Supercompensazione! Metto in difficoltà l’organismo durante l’allenamento, successivamente, durante il recupero, (nella notte o nei giorni nei quali non ci si allena) compensa le fatiche fatte e, infine, supercompensa diventando più, forte, tonico, magro, flessibile, resistente ecc..

Nella mia “carriera” di atleta (non sono mai stato un atleta professionista ma x lunghi periodi mi sono comportato come tale) ho dovuto condividere molto tempo con la fatica, che si presenta puntuale ogni qualvolta ho portato il mio corpo oltre “il confine”.

Negli anni ho riconosciuto e catalogato 3 tipi di fatica differenti:

  1. La fatica/il dolore muscolare, data prevalentemente dall’ischemia dovuta a contrazioni molto intense e all’accumulo di acido lattico
  2. La fatica che definisco “organica”, dovuta ad un affaticamento generale che colpisce ogni parte del corpo, dalle unghie dei piedi alla punta dei capelli….
    :-)
    , che sopraggiunge verso la fine di allenamenti.
  3. La fatica “psicologica”, quella che a volte ti consiglia di smettere, di interrompere il tuo allenamento, che ti “elenca” una miriade di motivi (leggi scuse…
    :-)
      ) per fermarti (oggi fa troppo freddo/caldo, mi sono dimenticato il cardiofrequenzimetro, oggi ho subìto una giornata lavorativa molto stressante e non ho voglia di faticare ed infine il “semplice” e generico “chi me lo fa fare”?)

Come vincere la fatica

Per quanto riguarda la fatica muscolare e organica, la soluzione è “molto semplice”: bisogna perseverare fino a quando si riesce a “parlare” con la fatica ed il “dialogo” diventa piacevole, confidenziale, quasi masochistico……., allora la fatica non crea più problemi, anzi, se non la si prova per un po’, si sente la sua mancanza.

Per quanto concerne invece la fatica “psicologica”, è necessario avere un obiettivo (una stella cometa) molto forte con delle motivazioni a supporto da richiamare al momento opportuno. Le motivazioni possono essere le più disparate e sono decisamente soggettive… Io posso dirti cosa mi motiva a resistere alla fatica, ma sono motivazioni mie, ognuno deve poi trovare la “sua strada”.

Ora sarai curioso/a di sapere cosa mi motiva ad andare oltre i miei limiti, a sopportare le fatiche di allenamenti lunghi ed intensi………

Mi sono fermato a pensare qualche minuto……, le motivazioni sono spesso profonde e scriverle sul mio blog rappresenta rivelare una parte intima di me…

Credo però che le mie motivazioni potrebbero essere utili a qualcuno che si arrende spesso alla fatica, soprattutto quella psicologica e che alla fine non riesce a vivere al 100%.

Quindi faccio Outing e ti elenco le cose alle quali penso quando la fatica vuole prendere il “comando” dei miei allenamenti.

Ecco, in ordine sparso, a cosa penso:

-   Ho una gara per la quale mi sto allenando alla quale tengo od in genere una meta agonistica (vincere una gara, vincere la sfida con i miei amici, arrivare ad un determinato risultato come percorrere tot km a piedi o in bici ecc..)

-   il benessere che si prova dopo l’allenamento

-   migliorare la qualità della mia vita e, almeno si spera, allungarla di qualche anno

-   credo che se si molla nello sport…, poi si “molli” anche nella vita

-   spesso penso anche a coloro che non hanno la possibilità di farlo…., per handicap fisici e/o psichici. Ritengo di essere una persona decisamente fortunata, la natura mi ha fatto nascere in salute e questo lo ritengo già un grosso debito nei confronti della vita stessa che ripago anche, e non solo, con l’attività fisica…. La fatica è spesso la moneta che uso per pagare il mio debito.

Ecco, questo è ciò che mi balza in mente, e credo che l’approccio personale alla fatica sia ciò che fa la differenza tra chi ottiene risultati e chi si lamenta tutta la vita dei propri insuccessi.. Per chi non si è mai allenato, penso che sembri un discorso strano ed incomprensibile…

Ritengo anche che la fatica sia un’ottima maestra di vita, che insegna a perseverare, perché alla fine, se resiti.., raggiungi la tua meta.

E tu.., cosa ne pensi della fatica?

Dimmi la tua, sarò felice di risponderti!


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