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Allmen e le dalie

Creato il 25 maggio 2015 da Paolob
di Martin Suter - Sellerio
Non riesce proprio benissimo questa ultima avventura del nostro nobile decaduto e spiantato Von Allmen. Sta un po' poco in piedi. Si salvano solo le atmosfere decadenti e un po' bruciacchiate degli alberghi zurighesi e l'affettuosa amicizia dei collaboratori dell'investigatore del mondo dell'arte.
Le Dalie, di nome e di fatto, e i fiori ritratti tra cornici ormai sbeccate, sono un'espediente narrativo un po' ammuffito, poco seduttivo.
Manca nel libro un elemento centrale, un motivo serio per cui si pianificano e si realizzano azioni criminali.
È vero che siamo comunque tra facoltosi rappresentanti del genere umano, ma anche i ricchi, oltre a piangere, devono avere dei buoni moventi per buttarsi nella massa bue del furto e della ricettazione.
Qui non c'è, è un po' tutto annacquato, tutto un po' casuale, tutto il frutto di un'iodea originaria che non è mai narrativamente decollata.
Rimane, come ho detto, l'aria che si respira, un po' decadente ma sempre ricca di voglia di riscatto, di interessi, di cultura e di conoscenza.
Il libro si fa leggere, si fa finire e si dimenticare in libreria.

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