Olavi Finne, un uomo anziano, uccide il nipote di quattro anni. L’uomo, ritrovato in evidente stato confusionale, non è in grado di spiegare ciò che è successo e viene perciò rinchiuso in un istituto psichiatrico. Col passare degli anni il paziente passa di mano in mano finché Finne viene affidato alle cure di Mikael, un giovane infermiere che sta attraversando un momento difficile: sua moglie Saana è gravemente malata e lui non riesce a starle accanto come vorrebbe. Accudire un innocuo vecchietto dovrebbe essere un incarico semplice, ma pian piano, senza rendersene conto, Mikael si lascia coinvolgere dagli strani racconti di quell’uomo, fino a dubitare della diagnosi di schizofrenia riportata sulla sua cartella clinica. Così, mentre le distanze tra infermiere e paziente si accorciano, in Mikael comincia a farsi largo un’insana speranza: e se le farneticazioni di Finne sulla sapienza degli Egizi e sulla vita eterna avessero un fondo di verità? E se esistesse davvero un modo per vincere la morte? Dosando con maestria suspense e colpi di scena, Marko Hautala esplora il lato più oscuro dell’inconscio e dell’animo umano, in una storia che rivela quanto sia facile perdersi nel labirinto della mente.
Ho una propensione per i thriller nordici. Questa volta tocca a un autore scandinavo.
In una giornata mite di maggio, mentre la Finlandia sta celebrando la sua vittoria nel Campionato del Mondo di Hockey su ghiaccio, un crimine violento si svolge nelle profondità di un sobborgo di cemento. L’assassino si rivela essere Olavi Finne, un uomo vecchio e solo che non riesco a spiegare quello che è successo e viene quindi rinchiuso in un istituto di igiene mentale.
Più di dieci anni dopo, il trentenne Mikael diviene infermiere di Finne. La vita di Mikael è in crisi: la moglie è gravemente malata e Mikael soffre il trauma derivante da un episodio di violenza sul posto di lavoro. La morte e uno stato di continua tensione rappresentano minacce tangibili e costanti.
Il fatto di venire assegnato all’apparentemente innocuo Olavi, avrebbe dovuto rendere la vita di Mikael più facile. In realtà, il rapporto tra Mikael e Olavi assume via via contorni inquietanti e ossessivi. A poco a poco, Mikael comincia a dubitare della cartella clinica del paziente, in base alla quale Olavi è semplicemente un uomo anziano affetto da schizofrenia. Le sue storie sulla possibilità della vita eterna giocando con l’idea di ottenere la vittoria sulla morte, infondo un Mikael una speranza bizzarra.
Allucinazioni è allo stesso tempo una storia oscura e intensa sul potere della mente umana, nonché una rappresentazione spietata della dura vita in un istituto mentale.