Prosegue: “A queste tragedie definite come calamità naturali, colpa del maltempo, oggi si aggiunge la novità del monsonico. Dare la colpa al maltempo è comodo, dà la possibilità di lavarsi la coscienza dalle responsabilità, evitare la giusta ira dei danneggiati ed evitare la galera, ma ogni disastro a partire dal Vajont, del Gleno, di Molare ed arrivare al Polesine, Sarno, Giampilieri ad oggi vi è la mano dell’uomo e l’incapacità di governare il territorio nel modo corretto, quindi è “disastro colposo” ma di cui nessuno o quasi sarà chiamato a rispondere dei suoi delitti. Altre accuse comode su ciò che accade è che si è costruito e cementificato laddove non era possibile”.
La Zaccone Languzzi si chiede chi abbia concesso tali insediamenti: “Padreterno e maltempo non è possibile chiamarli a rispondere delle loro malefatte, ed è sempre il Padreterno che ha permesso le pseudo o fine rilocalizzazioni da aree a grave rischio ad aree sicure ma non eliminando i manufatti nelle aree a rischio? E’ una bella domanda a cui non ci sarà mai una risposta”.
LA lettera è carica di indignazione e sconforto: “Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni è una pena profonda al cuore, guardo il disastro, osservo i loro volti, scruto le loro speranze ma non sanno che i fondi annunciati sono parole e dovranno fare i conti con la burocrazia e che mancheranno i fondi, intanto c’è già in programma l’aumento delle accise sui carburanti per gli abitanti di Liguria. Da tempo il ripetersi delle tragedie causate dal dissesto idrogeologico per mancanza di manutenzione e prevenzione da parte di ogni Ente statale a scendere: amministrativo, tecnico, istituzionale mi pone una domanda: “ non si vergognano? ” Non provano vergogna o colpa, per non aver ottemperato ad ogni necessità dei vari territori negli ultimi anni? Presi dalle loro beghe di poltrone e potere manco si accorgono di ciò che sta accadendo al Paese Italia e il dolore che ne viene fuori non li sfiora minimamente. Pare siano circa tremila gli Enti pubblici preposti che nonostante i dipendenti qualificati interni utilizzano studi e consulenti esterni a costi rilevanti per cui poi mancano i fondi per operare nella pratica sul territorio e i progetti rimangono nei cassetti. Milletrecento norme statali e regionali in materia emanate dopo il 1989, in aggiunta un costoso apparato immenso di Protezione Civile ma lo scopo è per il primo intervento, e le opere utili ad evitare esondazioni e franamenti? Esiste un Dipartimento o Ministero specifico e con portafoglio per le Opere Idrauliche- Difesa del Suolo- Controllo Dighe? NO! non esiste! Tocca alle Regioni, alle Province, ai Comuni e ai Prefetti conoscitori dei propri territori, ad assumere l’impegno costante di controllo per evitare morti, feriti e danni di ogni genere e pretendere dallo Stato il necessario economico per manutenzione e prevenzione. Infine: è onesto, corretto che dopo non aver fatto nulla per anni il Governo imponga una polizza contro le calamità? E’ corretto che il Governo nelle Mille proroghe 2010/2011 abbia dato la possibilità alle Regioni di caricare un’addizionale allo scopo di contribuire alla copertura dei fondi necessari per ripristinare i danni causati dalle esondazioni e frane e di cui il Piemonte non ha perso tempo caricando di 2,58 centesimi al litro sul prezzo della benzina?
A questo punto è giusta la domanda dell’alluvionato rivolto allo Stato: “ scusate il disturbo, quanto vi devo perché mi avete procurato l’ennesimo danno?”.