Alluvionati contro i governanti: “Dopo 17 anni nulla è cambiato”

Creato il 31 ottobre 2011 da Lapulceonline

Graziella Zaccone Languzzi, una delle prime promotrici dei diritti degli alluvionati, dall’esondazione del 1994 in avanti (non solo per Alessandria, ma anche per Casale Monferrato), la “pasionaria” di Borgo Rovereto, come ogni anno, in concomitanza con quella infausta data quando il Tanaro straripò, invia ai giornali locali il bilancio sulla sicurezza idrogeologica, da quel dì. Ogni anno, purtroppo, le conclusioni sono simili: poco o nulla è cambiato, la città è ancora insicura. Domenica 6 novembre cade il diciassettesimo anno dall’alluvione. “A fine agosto 2005 i soloni definirono la città “minimizzata nel rischio”, scrive, “ma nel 2009 ci furono altri danni e i cui danneggiati attendono ancora la fine di un interminabile iter per i risarcimenti”.

Prosegue: “A queste tragedie definite come calamità naturali, colpa del maltempo, oggi si aggiunge la novità del monsonico. Dare la colpa al maltempo è comodo, dà la possibilità di lavarsi la coscienza dalle responsabilità, evitare la giusta ira dei danneggiati ed evitare la galera, ma ogni disastro a partire dal Vajont, del Gleno, di Molare ed arrivare al Polesine, Sarno, Giampilieri ad oggi vi è la mano dell’uomo e l’incapacità di governare il territorio nel modo corretto, quindi è “disastro colposo” ma di cui nessuno o quasi sarà chiamato a rispondere dei suoi delitti. Altre accuse comode su ciò che accade è che si è costruito e cementificato laddove non era possibile”.

La Zaccone Languzzi si chiede chi abbia concesso tali insediamenti: “Padreterno e maltempo non è possibile chiamarli a rispondere delle loro malefatte, ed è sempre il Padreterno che ha permesso le pseudo o fine rilocalizzazioni da aree a grave rischio ad aree sicure ma non eliminando i manufatti nelle aree a rischio? E’ una bella domanda a cui non ci sarà mai una risposta”.

LA lettera è carica di indignazione e sconforto: “Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni è una pena profonda al cuore, guardo il disastro, osservo i loro volti, scruto le loro speranze ma non sanno che i fondi annunciati sono parole e dovranno fare i conti con la burocrazia e che mancheranno i fondi, intanto c’è già in programma l’aumento delle accise sui carburanti per gli abitanti di Liguria. Da tempo il ripetersi delle tragedie causate dal dissesto idrogeologico per mancanza di manutenzione e prevenzione da parte di ogni Ente statale a scendere: amministrativo, tecnico, istituzionale mi pone una domanda: “ non si vergognano? ” Non provano vergogna o colpa, per non aver ottemperato ad ogni necessità dei vari territori negli ultimi anni? Presi dalle loro beghe di poltrone e potere manco si accorgono di ciò che sta accadendo al Paese Italia e il dolore che ne viene fuori non li sfiora minimamente. Pare siano circa tremila gli Enti pubblici preposti che nonostante i dipendenti qualificati interni utilizzano studi e consulenti esterni a costi rilevanti per cui poi mancano i fondi per operare nella pratica sul territorio e i progetti rimangono nei cassetti. Milletrecento norme statali e regionali in materia emanate dopo il 1989, in aggiunta un costoso apparato immenso di Protezione Civile ma lo scopo è per il primo intervento, e le opere utili ad evitare esondazioni e franamenti? Esiste un Dipartimento o Ministero specifico e con portafoglio per le Opere Idrauliche- Difesa del Suolo- Controllo Dighe? NO! non esiste! Tocca alle Regioni, alle Province, ai Comuni e ai Prefetti conoscitori dei propri territori, ad assumere l’impegno costante di controllo per evitare morti, feriti e danni di ogni genere e pretendere dallo Stato il necessario economico per manutenzione e prevenzione. Infine: è onesto, corretto che dopo non aver fatto nulla per anni il Governo imponga una polizza contro le calamità? E’ corretto che il Governo nelle Mille proroghe 2010/2011 abbia dato la possibilità alle Regioni di caricare un’addizionale allo scopo di contribuire alla copertura dei fondi necessari per ripristinare i danni causati dalle esondazioni e frane e di cui il Piemonte non ha perso tempo caricando di 2,58 centesimi al litro sul prezzo della benzina?

A questo punto è giusta la domanda dell’alluvionato rivolto allo Stato: “ scusate il disturbo, quanto vi devo perché mi avete procurato l’ennesimo danno?”.


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