5 FEBBRAIO – È di nuovo emergenza maltempo, in Veneto e non solo, come ormai le cronache ci raccontano ogni anno. In Veneto continua a piovere da giorni ed aumenta la preoccupazione per il livello di fiumi e torrenti, che in certi punti si avvicinano ad esondare o sono già tracimati. Il governatore Luca Zaia ha dichiarato lo stato di calamità a causa del maltempo ed ha destinato alle opere di prima necessità un fondo di un milione di euro. «Nel Veneto già colpito dall’alluvione del 2010 –ha sottolineato- i danni sono inimmaginabili e, teniamo presente, i dati meteo sono peggiori rispetto al 2010 (…) L’attuale calamità coinvolge tutto il Veneto, si sta allagando il sistema secondario dei corpi idrici e non è possibile smaltire l’acqua in eccesso verso i grandi fiumi poiché questi sono già pieni. Stiamo quindi cercando di centellinare la quantità d’acqua da far defluire».
Lo stato di maggior emergenza si riscontra nelle province di
Padova e Treviso. A Villorba (Tv) si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco per svuotare dall’acqua le abitazioni ed i capannoni industriali, mentre a Moriago le idrovore sono all’opera per garantire la sicurezza dell’abitazione di un malato che deve sottoporsi a frequenti dialisi ed è rimasto isolato a causa degli allagamenti. A Montegrotto (Pd) un’anziana è invece deceduta a causa di una caduta provocata dallo scivolamento sulle scale bagnate della sua casa. Le zone maggiormente a rischio sono Selvazzano Dentro, Battaglia e Bovolone, dove preoccupa la situazione del fiume Bacchiglione. Con riferimento a quest’ultimo, stando ai comunicati diramati dal comune di Vicenza, in città esso è sotto controllo mentre preoccupa lo stato del Retrone. Il sindaco Achille Variati ha dichiarato: «L’emergenza è passata senza particolari danni in città dove, nonostante si siano verificati degli allagamenti, vaste zone sono rimaste asciutte grazie ai lavori realizzati per la salvaguardia del territorio negli ultimi anni». Intanto a Fara Vicentino è stata sfiorata la tragedia dopo che un noce sradicato si è abbattuto sull’autovettura di una donna diretta al lavoro nel primo mattino.
A Verona; il maltempo ha portato evidenti disagi. Ad Avesa una parete di roccia è stata interessata da un parziale cedimento, che si è riversato sulla carreggiata, mentre a Montorio un albero ha ostruito la pista ciclopedonale. Nella zona del basso veronese sono sorvegliati speciali Terrazzo e Begosso, dopo che l’affluente dell’Adige che dà il suo nome al primo di questi paesi è già esondato nel padovano, mentre a Legnago desta preoccupazione il livello del Bussé. Nella provincia di Venezia, infine, a parte l’acqua alta nel capoluogo un’altra situazione critica riguarda Chioggia, dove il livello dell’Adige non cessa di aumentare. Nella zona di Punta Gorzone si sono già registrati degli sfollati mentre a San Stino di Livenza le scuole sono state chiuse, così come il corrispondente casello autostradale.
In montagna, invece, è stata accolta con gioia la notizia del ripristino dei collegamenti con Arabba, la cittadina bellunese isolata da giorni e ormai a corto di generi di prima necessità. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile; il rischio di valanghe ha raggiunto il picco massimo –grado 5 in corrispondenza e oltre i 1300 m di altitudine-. La neve è fresca ma non ancora compattata, inoltre le piogge non riescono a scioglierla laddove abbia nevicato abbondantemente nei giorni scorsi, quindi essa si appesantisce provocando potenziali slavine e cedimenti. Si ritengono probabili frequenti valanghe che potranno coinvolgere, nei casi più sfortunati, anche piste da sci ed il fondovalle. Si raccomanda quindi di fare attenzione e di non mettersi su strada, tanto meno per dirigersi in zone ad alto rischio.
Silvia Dal Maso
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