Apro ufficialmente l’amanacco come sempre pieno zeppo di rubriche utili per chi ama il verde , buongiorno e buon fine settimana da Federico.
Meteosettimana
Da più parti ci viene chiesto se l’estate è ormai alla fine piuttosto che se l’autunno ci riserverà qualche sorpresa. Estate o autunno che importanza ha? La natura sta cercando di impostare il nuovo equilibrio stagionale e, per farlo, necessita di diversi settaggi e di tutto il tempo necessario.L’andamento stagionale quindi per ora mettiamolo da parte e per il momento concentriamoci sui fatti.Primo fatto: una perturbazione si avvicina all’Italia; si concentrerà sabato al nord e domenica al centro. Vivremo qualche rovescio o temporale, ma subito dietro ecco sopraggiungere nuove schiarite a riportare la situazione al punto di partenza. Vero, questa perturbazione avrà il merito di dare una ripulita all’aria, ma anche quello di introdurre una nuova fase.E qui siamo al secondo fatto: una struttura anticiclonica di matrice dinamica subtropicale prenderà piede sul Mediterraneo estendendosi fin sull’Europa centrale. Ergo tornano il sole e anche il caldo a diverse dosi e in proporzione al periodo su tutta l’Italia tra lunedì 20 e giovedì 23. Gia sfumati i sogni di gloria dell’autunno? Niente affatto.Ecco infatti il terzo fatto, legato al sopraggiungere dal nord Atlantico una nuova offensiva depressionaria, la quale punterà i nostri mari di ponente dove stazionerà per diversi giorni a partire da venerdì 24. La nuova fase impegnerà l’Italia a fasi alterne, prima il centro-sud, poi in parte il nord, quindi nuovamente il nord e il centro. Insomma tanta, tanta carne al fuoco e tanta voglia di seguire questa avvicente avventura che ci porterà drittti nel cuore del’autunno astronomico.E, solo allora, potremo dirlo senza paura di sbagliare: benvenuto autunno.
SINTESI PREVISIONALE FINO A VENERDI 24 SETTEMBRE
SABATO, 18 SETTEMBRE 2010
Nubi al nord, Toscana, Umbria, Marche e alto Lazio con possibilità di rovesci sparsi e qualche colpo di tuono. Più asciutto sulla pianura emiliano-romagnola. Sul resto dell’Italia tempo in prevalenza soleggiato o cieli appena velati. Temperature diurne in calo al nord e sulle zone interessate da precipitazioni, in aumento al sud.
DOMENICA, 19 SETTEMBRE 2010
I rovesci si concentrano su bassa Toscana, Umbria, Maceratese, Lazio, Abruzzo, Molise e settori di confine con la Campania. Migliora al nord, salvo residua instabilità sul Triveneto, con prevalenza di sole. Bello sul resto del sud. Calo termico al centro.
LUNEDI, 20 SETTEMBRE 2010
Giornata per gran parte soleggiata, salvo presenza di nubi basse qua e là, in parziale dissolvimento nel corso della giornata. Velature in arrivo dal tardo pomeriggio sulla Sardegna. Temperature in rialzo, specie al centro e in quota sulle Alpi.
MARTEDI, 21 SETTEMBRE 2010
Nuvolosità irregolare al centro e al sud, con qualche occasionale rovescio possibile sul sud della Sardegna. Asciutto e soleggiato al nord.
MERCOLEDI, 22 SETTEMBRE 2010
Qualche addensamento, in prevalenza diurno, al sud e sull’Appennino centrale, con eventuali brevi rovesci. Sul resto del Paese spesso soleggiato e comunque asciutto e mite.
GIOVEDI, 23 SETTEMBRE 2010
Nubi in aumento al nord, Toscana e Sardegna, con tendenza a rovesci serali sull’Isola. Bello e mite altrove.
VENERDI, 24 SETTEMBRE 2010
Condizioni di generale instabilità, con possibilità di rovesci sparsi, più probabili e frequenti al centro e al sud. Calano le temperature anche se rimarremo sui valori medi stagionali.
Luca Angelini
Il proverbio della settimanaDi settembre e d’agosto, bevi il vin vecchio e lascia stare il mosto.
Lavori nell’orto
A dimora, all’aperto, si seminano il prezzemolo e il ravanello. Si trapiantano all’aperto finocchio, cicoria rossa e catalogna, radicchio da taglio e da cogliere, cavoli, indivia, lattughe, insalate invernali e bietole da coste. Le piante di pomodoro, melanzana, peperone e zucchina vanno possibilmente coperte,all’arrivo dei primi freddi,con un telo di tessuto non tessuto, per ripararle dalle basse temperature che bloccano lo sviluppo e la maturazione dei frutti. Gli ortaggi tipicamente estivi, se seguiti con cura, possono continuare una produzione abbondante fino ai primi giorni di ottobre. L’ultimo sole settembrino potrà essere meglio sfruttato dalle piante,se verranno asportate le foglie che coprono i frutti.
Consigli
Bisogna evitare di raccogliere l’uva bagnata dalla pioggia, dalla rugiada o dalla nebbia, perché si otterrebbe un mosto diluito; sarà bene, quindi, non iniziare la raccolta troppo presto al mattino, bensì lasciare che il sole asciughi i grappoli dall’umidità. Si evitino pure le ore più calde del giorno, perché possono favorire l’avvio di fermentazioni indesiderate. Per recidere i grappoli si possono usare forbici ben affilate, in modo da evitare la caduta di acini; si tagli il più possibile
vicino al frutto, evitando così di asportare il legnoso picciolo. Con le forbici si può anche eseguire una sommaria eliminazione di acini guasti,secchi o ammuffiti,come pure eliminare dall’uva tutte le foglie e le altre parti della vite secche,marce o sporche che vi sono mescolate.L’uva raccolta va posta in contenitori adeguati per il trasporto nei locali della vinificazione.
Il libro della settimana
“Giardiniere per diletto”
Lidia Zitara
Una delle tecniche più subdole delle recensioni è quella di parlare bene di un libro lasciando alla fine una piccola, trascurabile, riserva. Il recensore fa la figura del giudice imparziale ma nel lettore (e figuriamoci nell’autore!) resta l’amaro in bocca. Siccome il libro della Zitara mi è piaciuto, comincio invece col dire quello che non mi è piaciuto.Non mi sono piaciuti il primo e l’ultimo capitolo. Nel primo ci sono affermazioni generiche ed imprecise sulla storia del giardino che avrebbero avuto bisogno di una cultura più meditata e di più solide argomentazioni per essere sostenute. Mentre l’ultimo è ispirato ad una mitizzazione romantica del proletariato e della sua presunta “genuinità”. Può darsi che questi due capitoli così sentenziosi abbiano rappresentato per l’autrice (che si autodefinisce timida e impacciata, ma non si direbbe) una sorta di corazza difensiva, come due valve di conchiglia tra cui racchiudere il buono.In effetti il resto del libro è ben diverso. Naturalmente anche qui non è tutto oro. Qua e là non manca qualche scivolata nella scrittura “al femminile”, i consigli di coltivazione e quelli relativi agli accostamenti tra piante sono scarsamente utili, né più né meno come quelli di Vita Sackville West o di Chistopher Lloyd, del resto. Tra le illustrazioni, opera dell’autrice, risultano più grintose quelle manipolate con Photoshop, mentre gli acquerelli sono convenzionali. A fronte di tutto ciò sta il fatto che la Zitara dispone di variegata cultura (non solo di giardini), scrive bene (sapendo alternare, ad esempio, i diversi registri stilistici, cosa che gli scrittori italiani raramente sanno fare), e soprattutto dice ciò che pensa, perché è uno spirito libero e anticonformista. Alcuni capitoli, specie nella seconda parte del libro, sono davvero esemplari:valga per tutti quello sulla pista ciclabile di Siderno. Naturalmente dietro si sente la lezione di Pizzetti (questo libro dimostra che per fortuna il suo magistero non è andato perduto), ma rivissuta con autonoma personalità. In un paese come il nostro, dove la letteratura giardinesca è di livello infimo e la piaggeria nei confronti del potere è nel dna –una specie di riflesso condizionato-, una scrittura come quella della Zitara, spesso ironica e sprezzante, è una vera boccata d’aria fresca.
Guido Giubbini
Direttore scientifico del trimestrale «Rosanova»
Titolo-”Giardiniere per diletto”. Contributo a una cultura irregolare del giardinaggio
Autore – Zitara Lidia
Prezzo – € 16,00
Editore – Pendragon
Itinerari marchigiani
Montecassiano
Il nome
Castrum Montis Sancte Marie è il primitivo toponimo del paese come risulta dal primo documento conservato nell’Archivio Comunale e datato 5 Luglio 1151, per poi apparire trasformato a partire dal 1200 in “Montis Sancte Marie in Cassiano”.La Storia
- III secolo A.C: Nei pressi della collina dove sorge Montecassiano, che si affaccia sulla pianura lambita dal fiume Potenza, gli abitanti di Ricina edificano il tempio del “genius loci” ossia Venere Ericina e accanto ad esso uno dei magistrati ricinesi costruisce la sua “domus rusticationis”.
- 408 D.C.: Le invasioni dei Visigoti di Alarico e le guerre gotiche causano danni enormi a tutto il territorio, provocando la morte per fame e stenti di oltre cinquantamila abitanti del Piceno. I pochi scampati si arroccarono sulle colline più vicine ribattezzate successivamente con il nome di Castrum Montis Urbani (Monte Libano) e Castrum Colline (Collina): loro centro principale era l’altura sulla quale sorgeva il tempio di Venere che, come sopra detto, faceva capo alla “domus rusticationis” del vecchio magistrato i cui discendenti, con il trascorrere dei secoli, fondarono una famiglia di così detti “Conti rurali” ossia i Cassini.
- 1151: Pietro, figlio del Conte Cassiano, quale signore del luogo, conferma l’enfiteusi che Pagano Barone aveva ottenuto già in precedenza sulla quarta parte del Castrum Montis Sancte Marie, su un aliud castrum e sulla quarta parte ancora della chiesa di Santa Maria. Con il tempo però la potenza dei Cassi viene meno.
- Gennaio 1165: sia Pietro sia i figli di Pagano Barone che gli abitanti di Castrum Colline si dichiarano a loro volta enfiteuti dei Benedettini cistercensi, insediati sin dal 1142 nella valle del Fiastra, obbligandosi a versare loro, quale riconoscimento di sudditanza, un canone annuale.
- 1202: Il Comune di Mons Sancte Marie in Cassiano partecipa, come Comune indipendente, alla Pace di Polverigi, così come il vicino Castrum Montis Urbani che gravita nella sfera della potentissima Osimo anche se in seguito gli abitanti del paese, sfuggendo alla tenaglia osimana e alle angherie dei vicini, decidono di trasferirsi a Macerata precisamente presso il “borgo San Salvatore”. A Monte Santa Maria si appoggia invece il vicinissimo Castrum Colline che preferirà invece inurbarsi nel Monte stesso.
- 1225: Anno della stesura dello Statuto di Montecassiano che risulta essere uno dei più antichi delle Marche.
- 1239: Nuncastro o Novum Castrum (ora Valle Cascia e Palazzetto), residuo di un borgo a est di Ricina a sinistra del Potenza, viene incluso nei confini del Comune di Macerata, su concessione dal re Enzo, figlio di Federico II, come ringraziamento per l’aiuto ricevuto nella lotta antipapale. In verità, anche se la contrada verrà ancora menzionata nel catasto maceratese del 1268-1269, il Comune di Macerata si disinteressa di quella zona lontana dalla città, posta oltre il fiume e il castello finisce per essere inglobato nel territorio di Monte Santa Maria.
- 1234: l’Abate Giasone decide di riedificare la chiesa madre dell’attuale Montecassiano, forse anche per rinsaldare i vincoli enfiteutici e per legare il comune alla politica pragmatica dell’ordine cistercense ora guelfa, ora ghibellina a seconda delle circostanze, come annotava un cronista dell’epoca.
- 1334: il comune di Montecassiano è condannato al versamento degli arretrati dei canoni derivanti dai vincoli enfiteutici, dopo aver tentato invano di sciogliersi dagli stessi evitando talvolta di versare il canone oppure cedendo in enfiteusi terre che appartenevano ai cistercensi;
- 1348: come anche gran parte del resto d’Europa, Montecassiano viene colpito dalla “peste nera” e la sua popolazione decimata tanto che, a seguito di altre vessazioni, nel 1357 viene definita “civitas parva” contando all’incirca solamente mille abitanti.
- 1378/1417: Il Comune di Montecassiano partecipa alle lotte fra Papi ed Antipapi seguendo o le parti dei Varano o dei Malatesta e talvolta degli avventurieri come Braccio da Montone. Placatesi le lotte e dopo il Concilio di Costanza, il nuovo Papa Martino V nel 1418 assolve il paese da ogni irregolarità compiuta durante lo scisma d’occidente.
- 1434: giunge nella Marca Francesco Sforza che impone a Montecassiano i suoi Podestà, esattori di balzelli. Inizia un periodo di relativa pace.
- 1437: costruzione delle mura castellane.
- 1445, dopo un breve periodo di dipendenza da Osimo, Montecassiano entra a far parte della ormai pontificia “Marca d’Ancona”. Solo allora grazie all’intervento sia pure interessato del Legato Cardinal Rodrigo Borgia, Commendatario di Fiastra, tra il 1456 ed il 1457, Montecassiano riesce a liberarsi completamente da ogni legame con l’Abbazia di Fiastra, recuperando la “libertas ecclesiastica”.
- 1451/1527: periodo ricco di committenze artistiche ed eventi civili e religiosi, come il dossale in maiolica robbiano, la sistemazione della chiesa di Salimbeni, l’istituzione della Festa di Santa Croce e la proclamazione di San Giuseppe a protettore del paese (1521). All’ambiente umanistico dell’epoca si deve la formazione culturale di Nicolò Peranzoni, poeta petrarchesco ed autore del “De laudibus Piceni” fonte di non poche notizie sulla provincia maceratese. Vicino agli ambienti della riforma cattolica fu invece il Venerabile Giovanni da San Guglielmo, agostiniano morto in odore di santità a Batignano (GR).
- 1586: Montecassiano si libera della tutela ecclesiastica di Osimo: Papa Sisto V infatti, per rendere più importante la nuova diocesi di Loreto-Recanati, stacca il territorio montecassianese da quello osimano, aggregandolo al vescovato lauretano.
- 1741: Oltre alla carestie e alle saltuari pestilenze si verifica una serie di terremoti che comportano la caduta della cuspide del campanile della chiesa madre.
- 1836: epidemia di colera che spinge la popolazione a rivolgersi alla Madonna del Buon Cuore, la cui immagine viene trasportata dalla chiesetta di Salimbeni nella Collegiata. A questa decisione si attribusce la salvezza della popolazione dal morbo.
- 8 settembre 1860: Montecassiano viene occupato dai piemontesi e nell’ottobre dello stesso anno lungo la cinta muraria sfila il corteggio di Vittorio Emanuele II. Secondo la tradizione, il sovrano abbevera il suo cavallo alla “Fontana dei cavalli”, ripristinata di recente nel sito originario a fianco della Porta Battisti.
- 4-5 novembre 1860: Plebiscito a seguito del quale Montecassiano entra a far parte del Regno d’Italia. In questo periodo vengono realizzati importanti lavori pubblici relativi all’acquedotto ed all’installazione dell’energia elettrica; viene inoltre inaugurato, nell’ex convento degli Osservanti, un nuovo Ospedale. Si restaurano chiese e, principalmente, quella di Santa Maria.
- 1925/1939 vengono realizzati degli interventi urbanistici da parte dei Podestà che amministrano il paese quali lo sventramento di Via Monreale, l’abbattimento delle case di Via Catena per far posto ai giardini comunali, le manutenzioni straordinarie del settecentesco Giardino Ferri e la costruzione della Chiesa di Sambucheto. Sempre nella prima metà del novecento si restaurano la chiesa dell’Annunziata adibita a sacrario dei caduti della prima guerra mondiale e il Palazzo dei Priori.
Il Paesaggio
La straordinaria bellezza artistica e paesaggistica, le numerose tradizioni, la vivacità associazionistica e il notevole sviluppo economico e demografico degli ultimi decenni rendono Montecassiano una cittadina tra le più vivibili, accoglienti e d’interesse turistico-culturale del maceratese.Originato, secondo la tradizione, da nobili sfuggiti alla distruzione di Helvia Recina, Montecassiano si è sviluppato nei secoli intorno al nucleo storico di Castrum Montis Sancte Marie (dove ancora oggi si trovano gli edifici più importanti) con un’armonia tale da conservare intatta e unitaria la struttura urbanistica medievale.
Attraverso vicoli e piagge si scoprono i tesori custoditi nel cuore del paese seguendo un percorso rimasto inalterato nel corso dei secoli. Le porte di ingresso delle mura si aprono su scorci di panorama intenso, che può essere apprezzato pienamente con lunghe e rilassanti passeggiate. Viali freschi e alberati circondano l’esterno delle mura e si snodano sugli spalti delle stesse, assicurando una veduta a tutto tondo sulla valle del Fiume Potenza che scorre ai piedi della collina. Dal nucleo urbano in un attimo si è in aperta campagna, ancora venata da ombrose stradine dove è piacevole passeggiare. Durante il lento camminare non di rado ci si imbatte in solitarie e antiche chiesette rurali, con vecchie campane suonate a mano, e in edicole sacre, che custodiscono immagini ed effigi venerate. Ovunque ci si trovi basta alzare lo sguardo e subito riappare a poca distanza la sommità del colle di Montecassiano, con il campanile che svetta sulle abitazioni.