È un lutto. Questo è quello che sento. Un lutto di emozioni, sensazioni, giorni, pensieri, attese, pazienza, comprensione, sostegno, preoccupazione, affetto, condivisione, rabbia, delusione. Un lutto di tutto ciò che è stato e che adesso non sarà più. Un’attesa sciolta nell’inchiostro di una sera senza più tempo né poesia. Senza più promesse. Senza illusioni. Una notte senza stelle. Adesso c’è un peso, proprio qua, in fondo al cuore. Nella parte rimasta vuota. Ѐ il soffio del mio dolore. L’esatta conseguenza di una fine scritta sulla pelle e scavata nel sangue. Non c’è vergogna nell’esprimere la propria sofferenza. È la sua catarsi o la speranza che avvenga, la speranza di svegliarmi un giorno e di scoprirmi libera da tutto. Leggera, finalmente. Senza più lo sconforto e la pena di aver perso l’ennesima persona importante della mia vita. Quella con cui riuscivo a condividere il mio mondo. Tutto il mio mondo, con le sue luci e le sue infinite ombre. Era una simmetria. Qualcosa che andava al di là dei tantissimi difetti in cui inciampavo ogni giorno. Miei, suoi, nostri. Per questo sono rimasta, sempre e comunque. Io sono ciò che sento. Ma adesso, per favore, vorrei smettere di sentire. Almeno per un minuto.
Foto di Violet-Kleinert