Alt alla schiavitù sessuale di donne e bambini nella Repubblica Democratica del Congo /La denuncia è di MSF

Creato il 17 luglio 2014 da Marianna06

Donne e bambini “rapiti” dai gruppi armati attivi nell’est, costretti al lavoro forzato nelle miniere o ridotti in condizioni di “schiavi sessuali”: a denunciarlo è l’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf), sulla base delle testimonianze di civili riusciti a scappare dalla morsa dei ribelli.

Violenze e violazioni vengono commesse in particolare nella riserva degli okapi, mammiferi presenti soltanto in Congo, in Ituri, distretto della Provincia orientale, dove da anni diverse milizie sfruttano illegalmente le miniere di oro e di diamanti.

“Oltre le violenze fisiche, con gravi conseguenze mediche in termini di malattie sessuali e gravidanze, i sopravvissuti devono anche far fronte a seri traumi psicologici” ha detto Ana Maria Tijerino, psicologa di Msf.

Tra maggio e luglio, nel solo villaggio di Nia Nia, gli operatori dell’ong hanno effettuato più di 3500 consultazioni mediche e fornito sostegno psicologico a 150 vittime di violenze sessuali, in grande maggioranza donne. I civili in fuga hanno raccontato “storie atroci di prigionia, uccisioni, torture, stupri di gruppo perpetrati più volte al giorno e sotto gli occhi di tutti” ha aggiunto la Tijerino.

Una piaga, quella della violenza sessuale, ricorrente nel paese dei Grandi Laghi, anche nelle vicine province del Nord e del Sud Kivu, teatro di conflitti armati decennali alimentati da ribellioni locali e straniere.

La denuncia di Msf è giunta pochi giorni dopo la nomina da parte del presidente congolese Joseph Kabila di un consigliere speciale per la lotta contro le violenze sessuali e il reclutamento di bambini. 

               a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

ndr.) L'opera a corredo del testo è dell'artista palermitano Maurizio Barraco


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