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Altra diffida all’acciaieria Arvedi! Hanno diritti i cittadini e i lavoratori? Quanto tempo bisogna aspettare

Creato il 23 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

L’acciaieria Arvedi, come tutte le acciaierie che insistono su questo pianeta e in questa Lombardia malata, aggredita, flagellata, torturata dal dominio di una classe dirigente che, conquistate le istituzioni, forse pensa di essere un’agenzia pubblicitaria o un servizio di vigilantes, l’acciaieria ha i problemi di tutte le acciaierie, forse qualcuno meno visto che (dicono) usa rottami di qualità. E come tutte le acciaierie è sottoposta a controlli. È del tutto normale, non certo un disonore per un impianto così pericoloso per la salute, considerate le materie trattate e il modo di trattarle.
Quel che non piace è la carenza di informazione e soprattutto la disuguaglianza, ingiusta, di cui patiscono cittadini e lavoratori, che si sono ritrovati per volontà politica e imprenditoriale un’acciaieria tra le case. Clamoroso. I cremonesi sopportano tutto?
L’acciaieria di Arvedi, importante socio di Siemens Vai, non ha rispettato i termini per risolvere innanzitutto i problemi dell’inquinamento acustico e quindi ha ricevuto una nuova diffida.
Dal testo della quale si viene ulteriormente a comprendere che le emissioni di diossina vengono misurate meglio e abbattute, bene, ma prima?
Di emissioni inquinanti il territorio è stracolmo. Pubblicherò altri documenti, dai quali si nota che l’inquinamento aumenta mentre il lavoro latita. Facile dire che occorrono più controlli e un’intensa collaborazione fra imprenditori, istituzioni super partes, non berlusconizzate e tifose o ammazza-imprese, difficile ottenere questo risultato.

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