-Prima parte-
È ormai accertato che i Pelasgi erano abili navigatori, tanto da meritarsi, l’appellativo di “Popoli del Mare”. Anche i loro discendenti Iliri, Traci, Etruschi, Dori etc. erano popoli marinari e diventarono grandi con una conquistata supremazia sul mare e con il conseguente dominio del traffico marittimo.
Esistono diverse epigrafi etrusche che parlano di mare e di navi. Per qualche strana ragione queste iscrizioni si trovano a Firenze,Siena, Chiusi, Cortona, tutte le località distanti dal mare.
Abbiamo già commentato la bellissima iscrizione di Cortona che ci dice con grande fierezza: la nave è per noi simbolo di coraggio e di libertà.
Ma non tutti i messaggi sono cosi belli e baldanzosi. Di ben altro tono è questa iscrizione incisa su un’urna al Museo di Firenze, in cui ogni sicurezza appare distrutta dalla fatalità di un declino già accettato con rassegnazione.
Infatti, secondo Seneca gli Etruschi si erano stabiliti in Italia intorno al 1200 a.C., persuasi che la loro nazione sarebbe durata dieci secoli, ed ora il termine fatidico era prossimo.
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
OANIA
Ania
La nave
FEOU
theu
si è infranta
ME
më
me
SCIRIA
shkriu
ha consumato
FAT
fat
il fato
La parola Fat si ritrova oggi, con lo stesso significato, in albanese, italiano, francese, inglese.
A Siena, sul coperchio di un’urna particolarmente bella, figura questa iscrizione:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
OANIA
Ania
La nave
TUT
tut
spavento
NEI
në
in
LUFNA
luftna
guerre
TETI
deti
di mare
NA
na
noi
SA
za
ha preso
Sempre a Siena, su un’altra urna, con un leone in bassorilievo che sembra far la guardia a una donna adagiata sul coperchio, vi è questa iscrizione dolorosa:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
OANIA
Ania
La nave
SFIANTI
sfilinti
afflisse
FILIANIA
bijania
la figliolanza
MARC
marrë
prendendo (lei)
NAI
nai
a noi
Per terminare con i messaggi che narrano di navi, su un sarcofago a Chiusi leggiamo questo triste racconto che sembra mettere fine alla gloriosa storia di quella popolazione:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
OANIA
Ania
La nave
THELI
thelli
affondò
CUMNISA
Kumniza
i Chiusini
Dal bassorilievo, dove figurano scene di guerra, si comprende che la fine è dovuta a sventure belliche. La persona adagiata sul coperchio simboleggia probabilmente l’affondamento di tutti i chiusini.
A Siena sono conservate molte urne che ci trasmettono messaggi tristi, ma non perciò meno interessanti.
I nostri antenati hanno voluto che sapessimo di questi loro doloro e noi vogliamo conoscerli per meglio comunicare con loro, per sentirci vicini a loro, per meritare di essere degli discendenti di un popolo che ha illuminato il mondo.
Ecco la commemorazione di un personaggio trapassato senza sofferenze, il cui destino terreno ha avuto termine nell’urna:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
FASTITI
Fashtini
Si è spento in pace
E SPEI
e shpejt
e rapidamente
CUME
Kumtime
Commemorazione
RESA
të Rezave
degli Etruschi
PE
Pe
Il filo (della vita)
O NAL
u nal
si è fermato
SHEC
shek
nell’urna
Ancora a Siena, una piccola urna reca incisa una dedica a una giovane, strappata via in tenera erà ai suoi cari:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
FL
Fle
Dorme
FILIA
bija
la figlia
FL
fle
dorme
MAR
marrë
presa (= portata via)
PURO
puro
pura
Sempre nel museo di Siena, si trova una bellissima urna decorata da un bassorilievo al cui centro appare la Dea alata Vend accompagnata da un gruppo di personaggi.
Sul coperchio sta sdraiata una donna, appoggiata su un fianco in tenera contemplazione di un bambino, mentre con la mano destra sostiene probabilmente una fiaccola.
Tutta la contemplazione mette in evidenza una palese espressione di affetto per il bambino.
Questa donna e questo bambino, gli Etruschi (RESA) hanno voluto commemorare affidandoli alla protezione della loro venerata Dea Vend:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
CUME
Kumtime
Commemorazione
RESA
të Rezave
degli Etruschi
Nel Museo Archeologico Guarnacci di Volterra è conservata questa stele originale nella forma e nella iscrizione, tanto semplice quanto significativa:
Pelasgo-Etrusco
Albanese
Italiano
MI
Mu
Ame
MA FELUSH
ma falsh
tu voglia donare
RUTLNISH
rysnin
l’esperienza
A FLESLA
a flatera
anche delle ali
Evidentemente, si fa esprimere alla persona che riposa presso quella stele l’anelito di spiccare il volo verso gli spazi infiniti: un desiderio condiviso da tutta l’umanità!
La parola pelasgo-etrusca FLESLA si è trasformata nell’albanese in flatera, connessa a fluturuar (volare), che richiama l’italiano fluttuare, l’inglese to float, to fluctuate, il francese flotter, il tedesco flug, lo spagnolo fluctuar.
Tratto dal libro L’etrusco lingua viva dell’autrice Nermin Vlora Falaschi