Al cuore duro di Cremona non viene in mente alcuna iniziativa per i terremotati dell’Emilia Romagna e del Mantovano: ogni sforzo viene demandato alla Caritas cittadina, mentre si assiste inerti all’attivismo di Crema e persino di Bonemerse (1.500 abitanti e un dono del sindaco Luigi Guarneri di 1.500 euro) oltre che degli oratori della diocesi. Mancanza di trasparenza che si coniuga all’acidità di quest’amministrazione insensibile verso chi si trova a disagio, smentendo una plurimillenaria tradizione contadina. A Cremona la Notte bianca non è stata fatta e i 70mila euro non si sa che via abbiano preso, mentre a Rovigo la cerimonia è pure salta, come ha voluto il ministero, ma si farà un concerto per beneficenza ai terremotati il 23. C’è da restare attoniti. Ma che cos’è diventato il sindaco Perri? La strega cattiva di Biancaneve?
Diverse associazioni hanno finalmente segnalato i problemi dei servizi sociali – dopo il lungo triste coro del “tutto va bene” da parte più o meno di tutti sul costoso giornale cartaceo compiacente – e inoltre il Comune di Cremona mostra un inconsulta paralisi creativa, che chiude le casse del Comune e alza le tasse senza degnarsi di alcuna iniziativa a favore dei terremotati. Incredibile a dirsi, per i parametri cremonesi, dove ogni notizia arriva al giornale compiacente, ma il sindaco di Crema Stefania Bonaldi ha annunciato ai cittadini su Facebook, con candore e chiarezza disarmanti, che al settore cultura sono rimasti solo 1.700 euro. Grazie all’amministrazione precedente, del centrodestra dell’ex farmacista Bruttomesso. Misteri cremaschi, che il neosindaco non ha nascosto a nessuno ma neppure ha strumentalizzato per lanciare accuse populiste alla precedente amministrazione, come altri hanno fatto.
Trasparenza a Crema, nebbia fitta a Cremona. In consiglio comunale l’assessore Roberto Nolli ha illustrato il bilancio sulla lavagna luminosa, senza però che i consiglieri d’opposizione avessero a disposizione nemmeno un foglio (siamo rimasti al drammatico “datemi almeno un foglio” d’altri tempi) con un prospetto, una sintesi del bilancio. Nulla, zero, bisognava assistere senza poter fare paragoni, analizzare, dare uno sguardo là per là, fare giusto la tradizionale domanda: “Scusi assessore, non ho capito quel dato”.
Ma dove vuole arrivare Cremona?
p.z.
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