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Altri dolori per il capo dello Stato fra unti dal Signore e povericristi. A cremona assemblea provinciale del Pd la sera del 5 marzo

Creato il 27 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Il Pd analizzerà il voto in provincia di cremona durante l’assemblea provinciale della sera del 5 marzo, pericolosamente vicina alle Idi di marzo. Fortunatamente il voto cittadino ha dato risultati ottimi risultati: grande e comprensibile soddisfazione da parte della presidente dell’assemblea Maria Rosa Zanacchi. ci sarà molto da discutere: il Pd soffre in provincia “ma sta peggio il centrodestra. Salini è con Monti, non con il Pdl: stanno peggio loro di noi”. Poi in Regione, non dimentica Maria Rosa Zanacchi, la situazione è difficile: l’opposizione appare persino più debole.

che cosa conterà la provincia di cremona nella Regione dei barbari (sognanti quindi dormienti) non si capisce proprio. Maroni vuole che il Pirellone si tenga le tasse: anche le nostre? ci considera lombardi o romanizzatori della padania?

Personalmente ricordo la magnifica battuta di Gian carlo corada: facciamo la secessione dalla lombardia!

Fosse semplice…

Ma a Roma? Napolitano le dimissioni non le ha date, e adesso che cosa gli toccherà vedere? Ha firmato fior di leggi anticostituzionali, ha sopportato anni di follia politica, e nel prossimo futuro?
Dopo Berlusconi unto dal Signore, anche il Gesù-Grillo di casaleggio, l’editore che così ha definito l’allegro blogger. Napolitano è il capo dello Stato più sventurato che si possa immaginare: riceve solo dèi, fenomeni, campioni di senso di responsabilità, ma nessuno che sappia che cosa fare per uscire dalla crisi. I programmi elettorali non sono stati detti. Essere di destra o di sinistra è vietato. Però schiacciare e se possibile azzerare i diritti dei lavoratori, sindacati compresi ovviamente, è considerato un dovere morale, mentre l’esaltazione e l’ostentazione dei privilegi non viene toccata. Napolitano dovrebbe ricevere Grillo? Eletto segretario di quale partito? Nessuno. Il movimento 5 stelle fa congressi? Nulla di aperto al pubblico, ma soprattutto è un movimento che ubbidisce senza discutere a un capo.

Annullare i sindacati, come è riuscito a dire Grillo, significa semplicemente annullare quel poco di democrazia che resta.

Va sottolineato il contraddittorio e disgustoso comportamento dei massmedia italiani: quando Beppe Grillo faceva giustissime battaglie, come quella ancora in corso (si spera) contro la Tav, veniva censurato. Nessuna notizia di lui su Repubblica, cacciato dalla Rai per anni e solo per alcune battute. Altre importanti battaglie ambientaliste, contro gli inceneritori ad esempio, non hanno avuto alcuna risonanza sui massmedia, che ora adulano il grande leader digitale e di piazza.

Si ricorda che Beppe Grillo come tutti vuole cambiare anche lui la costituzione (un vizio nazionale, vedi http://www.beppegrillo.it/2012/01/un_vday_per_la_costituzione.html)

Una sintesi della situazione generale nel pastone Agi stile anni cinquanta per gli appassionati del genere (ce ne sono oltre a me?).

http://www.agi.it/politica/notizie/201302270929-pol-rt10063-bersani_prove_di_dialogo_con_grillo_ci_dica_che_vuole_fare

(AGI) – Roma, 27 feb. – Ha riflettuto, da solo e con i suoi collaboratori piu’ stretti. Ha analizzato il voto e soprattutto come si e’ arrivato a questo esito – molto lontano dalle sue speranze – ma non e’ stato nemmeno sfiorato dall’idea di cancellare una visita prevista da mesi. Pertanto e’ partito per la Germania, e pazienza se qualcuno nei giorni scorsi ha detto e insistito che, dopo Obama, si stava recando a gran consulto con Frau Merkel. Non e’ un caso se Giorgio Napolitano, appena arrivato a Monaco di Baviera, lancia subito un messaggio alle forze politiche. Dice in modo chiaro e netto: “Il Capo dello Stato puo’ solo attendere, con eguale rispetto per tutti, che le forze politiche presenti in Parlamento facciano le loro riflessioni alla luce del risultato delle elezioni”. Quindi le stesse forze politiche dovranno “riferirne al Quirinale in occasione delle consultazioni”. Il Colle “non e’ chiamato a commentare i risultati delle urne”, ragion per cui “ogni forza politica faccia le proprie riflessioni e poi me le trasmetta. Allora io trarro’ le conclusioni”. Insomma, alla vigilia della stagione piu’ calda del suo mandato, che corrisponde per un caso del destino con i suoi ultimi giorni di presidenza, Napolitano ribadisce quello che solo apparentemente e’ un ragionamento di comune buon senso istituzionale. In realta’ si tratta di una mossa volta a divincolarsi da quella pressione che molti vorrebbero esercitare su di lui in queste ore convulse, quasi ad attendere che lui svolga una funzione salvifica di fronte alle incertezze del presente.

Il suo non e’ nemmeno, si badi, un tentativo di tenersi le mani libere, come e’ stato ipotizzato. Se cosi’ fosse – si fa notare – non si leggerebbe nella sua dichiarazione quel duplice richiamo alle forze politiche affinche’ pensino, elaborino e infine presentino una proposta di soluzione nella sede piu’ appropriata. Vale a dire quelle consultazioni che, per forza di cose, devono essere tenute appena le Camere si saranno insediate.
Al contrario, la presa di posizione del Quirinale equivale ad un richiamo al senso di responsabilita’ che ora tutti, ma proprio tutti, saranno costretti a dimostrare. Non c’e’ protesta che tenga, non ci sono facili e facilone promesse elettorali che giustifichino, da ora in poi, atteggiamenti demagogici oppure ad uso e consumo della piazza. Si rifletta, si pensi bene, poi si venga a dire una volta sola, a colui che deve tirare le somme, cosa si vuol fare. Nessuna soluzione e’ preclusa, ma prematuri sembrano, se visti dal Quirinale, gli appelli a immediati scioglimenti delle Camere.

Una decisione che, al di la’ del dibattito politico e costituzionale che e’ gia’ stato avviato, sara’ contemplata casomai solo al momento di fare una sintesi della situazione.
Anche se, certo, e’ ben noto che si tratti di una soluzione comunque traumatica, a cui ricorrere, in caso, con estrema prudenza.
E’ vero, comunque, che a Napolitano le scelte radicali non dispiacciono. Lo dimostra lui stesso, quando appena arrivato a Monaco si reca al Teatro dell’Opera per ascoltare un concerto in suo onore. Mentre il Presidente tedesco, Gauck, lo ascolta attento, lui ricorda il “grande bavarese” che in queste ore ha scritto la storia della Chiesa opponendo un gran rifiuto. “Ho avuto ancora sabato l’occasione per ripetergli la riconoscenza degli italiani per come ha svolto la sua missione”, chiosa Napolitano soppesando le parole, “e anche per il suo gesto coraggioso e lungimirante”. E cosi’ dicendo, il presidente sceglie un aggettivo (il secondo) che classifica in modo inequivocabile l’abdicazione di Benedetto XVI.
Poi il Presidente torna all’attualita’ politica. “Sono in Germania all’indomani di elezioni molto attese nel mio Paese”, sottolinea, “ho mantenuto il mio programma perche’ sono assolutamente sereno”. L’Italia sta per affrontare una prova “complessa” ma “sono sicuro che riusciremo a superarla nell’interesse comune” trovando il modo per “avviare su un sentiero costruttivo la formazione del nuovo governo”.

BERSANI APRE A GRILLO, “DICANO COSA VOGLIONO FARE

“Non abbiamo vinto, anche se siamo arrivati primi e questo e’ anche l’oggetto della nostra delusione”. Pier Luigi Bersani parla per la prima volta dopo il voto e sfida il Movimento 5 Stelle che “fin qui ha detto ‘tutti a casa’. Adesso ci sono anche loro e o ‘vanno a casa’ anche loro o dicono cosa vogliono fare per il loro Paese”. “Noi siamo favorevoli alla corresponsabilita’ per i livelli istituzionali. Il Movimento 5 Stelle e’ il primo partito. Secondo i grandi modelli democratici, ciascuno si prenda le sue responsabilita’”, ha detto Bersani parlando di una possibile assegnazione delle presidenze delle Camere ad altri partiti. “E’ chiaro che chi non riesce a gaantire la governabilita’ nel suo paese non puo’ dire di avere vinto le elezioni”, ha sottolineato Bersani.

Napolitano: mandato esplorativo ad un blogger?

Napolitano: mandato esplorativo ad un blogger? (Photo credit: Hytok)

BERSANI, LA PRIMA PAROLA TOCCA A NOI

“La prima parola tocca a noi”, ha quindi aggiunto il segretario Pd. “Saremo portatori efficaci di una proposta di cambiamento”, ha aggiunto. “La nostra intenzione sara’ di proporre alcuni punti fondamentali di cambiamento, un programma essenziale da rivolgere al Parlamento su alcuni temi: riforma della politica, nuova legge sui partiti, moralita’ pubblica e privata”, ha detto ancora.

ALFANO: BERSANI CHIUDE PORTA PDL? NESSUNO AVEVA CHIESTO APRIRLA

“Non glielo aveva chiesto nessuno di sbattere la porta perche’ nessuno gli aveva chiesto di aprire la porta, se vogliono collaborare con i grillini vedremo dove porteranno il Paese”, ha affermato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, in conferenza stampa. “Bersani ha parlato da ‘non vincitore’ che pero’ crede di dover dire la prima parola, ma ha parlato in modo confuso e incomprensibile. Dovrebbe assumersi la responsabilita’ di una proposta concreta, che non c’e’ stata: ci mancava solo se ne venisse fuori con la proposta del governo balneare, anche se non e’ stagione”.
“Abbiamo visto le dichiarazioni di Bersani sul futuro del nostro Paese e del nostro governo e purtroppo non abbiamo riscontrato ne’ il futuro del Paese ne’ il governo”, dichiarazioni “in puro stile politichese, non abbiamo sentito la parola tasse e qualunque sia la nostra funzione nel Parlamento ci batteremo per i temi della nostra campagna elettorale: un disegno di legge sula cancellazione Imu, rimborso Imu 2012 e una politiica di incentivi sulle assunzioni basata su zero tasse per chi assume per i primi tre anni quelli restano i nostri impegni su cui faremo battaglia”, ha spiegato Alfano replicando al segretario Pd. (AGI) .


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