Altro che Diabolik e Arsenio Lupin. Gli evasori totali italiani sono geni del male. Ma hanno un vizio: il lusso.

Creato il 25 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Caccia agli evasori fiscali. Spesso basta una barca, un’auto di lusso, una villa e l’evasore totale viene pizzicato con le mani nella marmellata in procinto di mettersele in bocca e leccarle. Certo è che dalle indagini della Guardia di Finanza sta emergendo un profilo, di chi non paga neppure un euro di tasse, che assomiglia molto a un ibrido fra Arsenio Lupin e Diabolik. Strana razza, quella degli evasori totali. Loro non truccano i libri contabili, semplicemente non li hanno. Come non hanno un conto corrente bancario, un deposito postale, una cassetta di sicurezza in un qualsiasi caveau. Quasi sempre non hanno neppure una residenza fissa, una sede legale per le loro imprese, un numero di codice fiscale buono a richiedere qualsiasi certificato. L’evasore totale fisicamente e giuridicamente non esiste. È un ectoplasma che di giorno fa il cittadino irreprensibile e la notte, come Penelope con la tela, disfa il perbenismo per tessere l’anonimato criminale. Apparentemente non hanno un centesimo. Piangono miseria e spingono alla solidarietà. Magari qualche volta vanno pure a mangiare alla mensa della Caritas e accettano di buon grado una camicia usata che mani pietose gli regalano. Sono dei veri e propri trasformisti in grado di cambiare in un amen la loro identità pur di non sottostare alle regole del fisco. Non sono delinquenti comuni ma veri e propri criminali ai quali un trattamento alla Al Capone probabilmente aggiusterebbe il profilo. Gli evasori fiscali totali sono geni del male, non sapremmo altrimenti come definire soggetti che sfuggono per decenni agli accertamenti e ai controlli del fisco. Però, che non siano proprio dei geni doc, lo si capisce da alcuni comportamenti che definire demenziali (vista la loro situazione di eterni fognaioli), significherebbe solo fargli un complimento dal momento che “idioti” è il termine che maggiormente li identifica e qualifica. Insomma, a questi signori piace il lusso sfrenato e non fanno nulla per nasconderlo. Amano gli yacht, le auto di grossa cilindrata (dal ‘ferrarino’ in su), le ville hollywoodiane con piscina e barbecue a vista, bellissime donne (dududù) a cui regalano gioielli da Mille e una Notte, vacanze principesche a Dubai (dove di solito non si va per le sabbiature a carico dell’Inps), i casinò più prestigiosi (che se perdono qualche centinaia di migliaia di euro non fanno una piega), abiti e accessori griffati, hotel e centri benessere esclusivi che non si sa come diavolo pagano visto che non hanno neppure uno straccio di carta di credito. D’altronde il lusso ostentato, che di solito fa il paio con il ‘potere’ di chi lo ostenta, è stato uno dei leit motiv di SilvioBerlusconi, un suo personalissimo status che in molti hanno pensato di imitare a volte riuscendoci ma spesso lasciandoci le penne. La Guardia di Finanza di questi signori nullatenenti e nullafacenti se non i cazzi propri, ne ha stanati 7500 nel 2011. Tutti insieme appassionatamente hanno evaso tasse per 21 miliardi di euro che sono tanti, ma proprio tanti soldi. E la caccia continua mentre gli stessi alti gradi della GdF non sanno dire quanti ce ne siano realmente. Da un po’ di tempo andiamo ripetendo che per scovare criminali di tal fatta, basterebbe dare un’occhiata un po’ più attenta (invece di quelle distratte che lanciamo normalmente), al mondo che ci circonda. Addirittura basterebbe che ai posti di blocco, invece di fermare e multare una noiosissima Panda o una innocua CX, gli agenti della polstrada e i carabinieri bloccassero le auto di grossa cilindrata che, tra l’altro, sono facilmente riconoscibili, così come non sarebbe una cattiva idea chiedere i documenti ai possessori di yacht e di barche di dimensioni superiori a quelle di una tartana. Invece no. Polizia e carabinieri continuano a fermare (e a multare) i poveri cristi e a guardare con invidia l’autista a bordo di una Jaguar, di una Porsche o di una MercedesS 250 che sarà pure ecologia ma costa una tombola. In attesa di un cambio di atteggiamento ad angolo giro di poliziotti e carabinieri, gli italiani si stanno rifacendo gli occhi con lo sciopero dei tir (a Palermo sono comparsi perfino i forconi), dei tassisti, dei notai, degli avvocati e dei farmacisti che hanno minacciato una serrata sulla vendita del Viagra. Ma non solo. Finalmente Guido Bertolaso (ricordate costui?) è indagato per omicidio plurimo colposo in relazione al terremoto dell’Aquila. A metterlo nei guai è stata l’ennesima intercettazione telefonica nella quale, l’ex boss indiscusso della ProtezioneCivile, diceva a proposito della riunione degli esperti sismologi di una settimana prima della catastrofe “mi serve per una operazione mediatica”. Tale e quale al suo vecchio padrone. A darci una bella notizia (finalmente), ci ha pensato l’Ocse. Nel rapporto sulle "Disuguaglianze" uscito da poco, l’Ocse certifica di proprio pugno che “i ricchi guadagnano 10 volte di più dei poveri”. Per una volta in vita sua Sergio Marchionne fa solo “media”.

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