L’Arvedi Tubi Acciaio non si ferma più. Ora vuole realizzare anche il piazzale per il deposito a magazzino dei prodotti siderurgici finiti e semilavorati, ma anche dei pezzi di ricambio per gli impianti, oltre che per il materiale inerte e perché no nuovi capannoni. Dunque come pensare come l’industriale minacci di chiudere se continua a espandersi sul territorio? L’attività anzi pare particolarmente intensa.
Le lettere dell’Ata spa sono state ricevute e protocollate dall’amministrazione provinciale il 3 febbraio e l’8 marzo di quest’anno. La giunta provinciale ha iniziato a prendere in esame la proposta nella riunione del 31 luglio, prima della pausa estiva. Conferenze di Servizi si sono svolte il 30 maggio 2012 e il 26 luglio, per stabilire che non tutti i 115mila mq inizialmente richiesti dall’industria possono essere dati in concessione per 15 anni. L’Ata spa dovrà accontentarsi di 74.800 metri quadrati: sugli altri 40mila mq occorreranno ulteriori approfondimenti.
Ma il canone che l’industria deve versare per i 15 anni della concessione? La delibera di giunta regionale 8/7967 del 6 agosto 2008 fissa un canone annuo di 2,17 euro al mq per l’area scoperta del demanio della navigazione interna. Ma è possibile uno sconto anche del 30%, sempre che il privato riesca a garantire un utilizzo dell’area meritevole “sotto il profilo del miglioramento dei livelli occupazionali e dello sviluppo ambientale o paesaggistico dell’area”.
E Arvedi Tubi Acciaio spa ha proprio chiesto la riduzione del 30%, puntando a utilizzare un’area dalla forma irregolare e sfruttabile con difficoltà pur di garantire l’integrità e la salvaguardia ambientale della medesima.
Secondo la giunta Salini le conseguenze positive sono due:
· viene assegnata un’area dalla forma irregolare difficilmente sfruttabile;
· verrà salvaguardata la zona ambientale contigua all’area interessata dalla concessione;
Affiora una criticità: l’incremento del traffico anche veicolare in via Riglio.
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