Altro fuoco amico su Richard Dawkins

Creato il 11 aprile 2013 da Uccronline

Douglas Murray scrittore e giornalista inglese, nonché direttore del think thank Centro di Coesione Sociale, distintosi negli ultimi anni come strenuo critico del fondamentalismo islamico, dalle colonne del prestigioso quotidiano The Spectator muove un’acuta critica al re degli ateologi Richard Dawkins, il quale nel corso di un intervento alla Cambridge Union Society aveva affermato che: «Non c’è posto per la religione nel XXI secolo».

Per la verità, la dichiarazione di Dawkins, era stata già ampiamente criticata di fronte ad un uditorio di 800 persone – in gran parte studenti – lo scorso gennaio. L’esito della votazione alla mozione proposta dallo scienziato, infatti, aveva sancito la sconfitta di Dawkins con 324 voti a lui sfavorevoli, contro i 136 a suo favore. «La religione è un’offesa all’intelligenza, un’offesa a tutto ciò che c’è di meglio, e che fa di noi esseri umani – aveva detto in quell’occasione il professore ateo – si tratta di una sostituzione fasulla alle spiegazioni, che pretende di dare risposte alle questioni, prima ancora che siano esaminate… Spaccia false spiegazioni per vere, dove potrebbero invece esserci spiegazioni autentiche, false spiegazioni che intralciano gli sforzi per scoprire le vere spiegazioni».

Ma come afferma Douglas Murray che, tra l’altro, tiene a precisare di essere agnostico: «La religione, fornisce alla gente ancora un posto per fare domande che tutti dovrebbero porsi: perché siamo qui? Come vivere? Come possiamo essere migliori? Certo l’ateismo un giorno potrebbe rispondere a tali domande. Ma attualmente la sua voce è debole. È debole sulla sofferenza umana e la tragedia. E anche se non ha niente da dire, parla a malapena alla morte. Ha poco, se non nulla da dire sul perdono umano, sul rimorso, sul rimpianto o sulla riconciliazione. Queste non sono piccole ellissi. Fino a quando l’ateismo non riesce a dire qualcosa su questi vuoti, il suo voler mettere al bando la religione sembra del tutto una spinta non solo a privare i singoli di una consolazione di cui il professor Dawkins si fa beffe – anche se avrebbe fatto meglio ad affrontare – ma anche per togliere di mezzo molte discussioni di dimensioni profonde».
Conclude Murray: «Miei amici atei, è tempo di ammettere che la religione ha molti punti in suo favore».

Giovanni Balducci


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