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Quello che il renzismo non dice (107) – Un ritratto del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e sulla Strategia del silenzio da Kate a Pippa Middleton.

Creato il 07 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Catherine Duchessa di Cambridge, 2012

Catherine Duchessa di Cambridge, 2012

di Rina Brundu. Si dice – a mio avviso con una lingua impastata di invidia – che il ruolo perfettino di moglie, madre, futura regina perfettina sia stato studiato nel dettaglio da Kate Middleton e dal suo entourage. Così tanta sarebbe l’applicazione allo “studio” di questa ragazza borghese alla corte del re d’Inghilterra che in occasione della nascita della sua secondogenita anche i professionisti russi delle teorie cospirative si sono sentiti in dovere di sparare l’ultima boiata: no, nessuno può presentarsi così in forma a poche ore dal parto, Kate ha sicuramente partorito giorni prima dalla data di nascita ufficiale di Sua Altezza Reale la Principessa di Cambridge Charlotte Elisabeth Diana!

Quisquilie e pinzillacchere, direbbe Totò. Dimenticano costoro che il vero capolavoro di Kate non è quello di avere portato al mondo una nuova altezza reale in meno di due ore dal suo presunto ricovero (la qual faccenda potrebbe interessare per lo più i giudici del Guinness dei Primati), quanto piuttosto l’essere riuscita nello studiato intento di incantare una nazione e l’intero globo terracqueo che la guarda senza mai proferire verbo. Si dice infatti che Kate Middleton abbia fatto tesoro della sua capacità di stare in silenzio all’insegna del mitico motto wildiano “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”.

Nel nostro piccolo pure noi abbiamo la nostra Kate Middleton: è la Ministra delle Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi. Alla maniera della Duchessa di Cambridge, anche Maria Elena Boschi spande un quadro perfettino intorno a sè: è bella quel tanto che basta, è capace quel tanto che basta e, proprio come nel caso della giovane reale inglese, non è dato sapere di alcun dissapore tra lei è il suo e nostro Dominus politico Matteo Renzi. Vero è che la ministra si concede alle interviste molto di più di quanto non faccia l’augusta futura regina, ma di norma il suo sembra essere un tête-à-tête concordato con il giornalista di turno e fermamente vietato al contradittorio di un qualsiasi terzo incomodo; scagli la prima pietra colui o colei che non si sia mai chiesto quale sarebbe la performance di Maria Elena Boschi se data in pasto ad una Santanché a digiuno di ospitate televisive o anche agli skill discorsivi minimi di un blogger qualsiasi.

A ben pensarci dunque – e se consideriamo che la politica è un’arte che presuppone anche una sostanziale capacità di ragionare, nonché una capacità di cogitazione logica a tutto tondo – il vero miracolo lo ha fatto Maria Elena Boschi e non Kate, non si spiega altrimenti il suo abile “destreggiarsi” nella giungla politica italica senza quasi spiccicar parola e senza mai avventurarsi nel fantastico mondo dell’improvvisazione dialettica. O, per meglio dire, si spiega con il cordone ombelicale che da sempre lega il vassallo al valvassino nei feudi italiani e fa si che quest’ultimo splenda sempre e soltanto di luce riflessa. Di fatto il problema si porrà solo nel momento in cui quel cordone per qualsiasi motivo verrà tagliato. Un poco come quando il nuovo entourage di Kate decise di averne avuto abbastanza delle velleità mediatiche della sorella Pippa: zac e Pippa non fu più. So-much per l’indimenticabile lato B che ispirò un’epocale apologia similpoetica televisiva a Luca Giurato, e scusate se è poco!


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