Altro nome. Altra storia.

Sono Maddalena, faccio la escort e non sono una ragazza facile.
Sono Maria, non sono vergine e ho un forte senso di spiritualità.
Sono Eva, mi piacciono le mele e non cedo sempre alle tentazioni.
Sono Chiara, mi piacciono le donne anche se non amo i motori.
Non vorrei esordire con tono polemico, ma non riesco a trattenermi dal domandarmi: c’è davvero chi ha tempo da perdere a scandalizzarsi per la campagna Fracomina?
La pubblicità, si sa, è lo specchio dei tempi. Quindi, cari bacchettoni, fatevene una ragione.Questi manifesti non dicono niente di nuovo. Ho trovato più interessante la teaser campaign in cui, su sfondo bianco, campeggiavano il logo dell’azienda e i diversi incipit, senza svelare ovviamente l’identità delle protagoniste. Io per prima, incuriosita, mi sono chiesta chi fossero mai Maddalena, Eva, Maria e Chiara. L’uscita della campagna vera e propria, invece, non è stata poi così entusiasmante. Di sicuro l’effetto non è shockante come qualcuno vuole far credere. Nè, tantomeno, così provocatorio come forse era nell’intenzione del creativo. A quei nomi se ne potrebbero sostituire chissà quanti altri. Ma è altrettanto vero che si potrebbero raccontare chissà quante altre storie. Che so, magari quella di Pincopallina, plurilaureata che non riesce a trovare lavoro. Tanto per rimanere in tema di controsensi. Appunto.

Una campagna che lascia il tempo che trova. Secondo me.

E soprattutto una serie di headline che raccontano ben poco dell’immenso mondo di noi ragazze, del nostro impegno, dei nostri sogni, delle nostre lacrime e dei nostro sorrisi. Ora che ci penso, ho dimenticato di presentarmi. Vediamo un po’: sono Roberta, ho sempre la testa tra le nuvole ma non piloto un aereo. Non posso darvi torto, è alquanto fuori luogo come controsenso. Resta il fatto che sono due giorni che mi dimentico di comprare il pane. In fin dei conti, spot o non spot, ognuno ha la propria storia da raccontare, no?!