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Alzati e cammina, di Germana Nillson

Creato il 16 marzo 2015 da Babetteleggepervoi
Lo sapevo che quel cretino per cui lavoravo faceva più pro bono di tutti gli altri messi assieme, anche quando i clienti potevano pagare. Se ne era discusso un sacco di volte in ufficio, ma lui non ci voleva sentire da quell’orecchio. Io compilavo le fatture per i suoi clienti e lui me le cancellava ogni volta “questo è un caso speciale” era il ritornello di rito. Che poi a fare l’avvocato non ci era per niente tagliato, al contrario di Rhonda che andava agli appuntamenti con l’orologio e ogni sei minuti tic, il contatore saliva manco fosse un tassametro. Larry la faceva breve, andava subito al sodo lui, e a farne le conseguenze sarebbe stata una delle segretarie. Io glielo dissi che non era tagliato per fare l’avvocato, che avrebbe dovuto fare il barrister; tutte le volte che andava in corte si illuminava, la sua vocazione era la ricerca, ma tant’è. Quello che mi faceva schifo era che mi pagavano una miseria, diciottomila sterline, anche se facevo più ore di tutte le altre segretarie, principalmente per mettere a posto i casini di Larry, che aveva sempre più casi di tutti gli altri. Se avessero messo lo stesso impegno nel loro lavoro di quello che misero nelle consultazioni per la ridondanza (non si chiamava più licenziamento) ne avrebbero salvate di palanche, che forse quasi qualcuna si sarebbe potuta salvare. Alzati e cammina, di Germana Nillson
Titolo: Alzati e cammina.Autrice: Germana Nillson.Genere: contemporaneo.Editore: self-publishing.Pagine: 190.Prezzo: euro 2,99 (e-book); euro 6,76 (copertina flessibile).La mia valutazione: cinque stelline.
http://www.amazon.it/ALZATI-E-CAMMINA-Germana-Nillson-ebook/dp/B00Q4N51LU/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1426517878&sr=8-2&keywords=ALZATI+E+CAMMINA
Germana il diritto di scegliere non l’ha mai avuto. Lei nel mondo degli adulti ci si è trovata catapultata dalla porta di servizio, destinata d’ufficio alla classe dei perdenti, dei precari, delle agenzie di lavoro temporaneo, di famiglie disagiate o assenti, degli affitti troppo alti, del cibo in scatola. Una generazione di giovani cinici, indifferenti nei confronti della società in cui vivono, disillusi, costretti a chinare il capo e dire sempre sì nella speranza di mantenere un lavoro insoddisfacente e malpagato, che vive in un mondo di egoismo, una cultura dello spettacolo fatta di apparenze da mantenere ad ogni costo. Una realtà nella quale è il consumismo a dare la misura ai valori, i pubblicitari i nuovi profeti, fatta di ipocrisie politiche, sociali e religiose con la forbice tra ricchi e poveri che si allarga sempre più. Increduli e incapaci di lottare per un futuro che vedono irraggiungibile già dalla linea di partenza. E la rabbia, la disillusione, le preoccupazioni economiche generano frustrazioni e paura. L’ansia costante si trasforma in paranoia, in fobia, la depressione è dietro l’angolo, aspetta, nel buio, in silenzio di poterti divorare, di accoglierti tra le sue spire velenose. Springsteen cantava “Alcuni ragazzi smettono semplicemente di vivere e cominciano a morire, poco a poco, pezzo a pezzo. Altri tornano a casa dal lavoro, si lavano e vanno a gareggiare in strada” Riuscirà Germana a tirarsene fuori, a trovare la luce in fondo al tunnel, forse non proprio a correre ma almeno a rialzarsi e cominciare a camminare?
Germana ha attraversato l’inferno, passo dopo passo, caduta dopo caduta. Rialzarsi è stato, ogni volta, più doloroso. Finché ha temuto di non riuscire più a rimettersi in piedi. Con una storia simile da raccontare, ci saremmo aspettate un tono triste, lamentoso. Un pianto e un singhiozzo. Non una prosa asettica, un linguaggio chirurgico. Ironia e sdrammatizzazione.Finire questo romanzo è stato come concludere un ciclo di sedute dallo psichiatra. Non sei guarita, non lo sarai mai. Però hai imparato a vivere con te stessa, quasi a volerti bene. Insomma, con qualche cerotto e molta colla, ti sei rimessa a posto e sembri intera. Giusto quello che serve per funzionare nella vita di tutti i giorni. Finché ci credi anche tu e, a quel punto, i cerotti e la colla possono anche staccarsi, perché tu sei –finalmente- tu. E ti va bene così.
Allo stesso modo, arrivati all’ultima pagina, troviamo Germana, così com’è. Senza orpelli, nuda e bella. Pronta a vivere. Di nuovo. E di nuovo ancora, se necessario. Un lieto fine senza compiacimenti, sobrio eppure dolcissimo.

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