Wolfgang Amadeus Mozart 1782
In tale solenne splendore
Tu apparirai presto a tutto il mondo.La tua potenza viveNel regno del sole.J.W. Goethe Non v’è nulla nella pelleChe già non sia nelle ossaUn essere deforme ripugna tutti,fa male agli occhi.
Che cosa invece da gioia? Veder fiorireQuel che è già ben formato interiormenteSia pur terso, all’esterno, o variopinto.Che gli è già predisposto.
J.W.Goethe (suo grande estimatore)
…cari amici, in passato ho scritto di F.Chopin, L.v. Beethoven e di J.S. Bach, oggi è per me un piacere ma anche un dovere morale ricordare il più grande genio che la musica abbia prodotto, e che il Dio del suono abbia concepito, Wolfang Amadeus Mozart, dandogli il soffio del respiro il giorno 27 gennaio del 1756….
Il piccolo Mozart a Verona
…quando il ‘Kammerkompositeur’ (compositore da camera) Wolgang Amadeus Mozart si spegne, povero e pieno di debiti, nelle prime ore del mattino del 5 dicembre 1791, nessuno è accanto a lui, nessuno degno di chiudergli gli occhi.Joseph Haydn, il solo che con la grandezza del suo spirito creativo avesse chiaramente visto brillare il più grande genio immortale nella misera veste dell’amico diletto, si trovava a Londra: Beethoven non viveva ancora a Vienna ed aveva soltanto 21 anni.Nessun curioso, nessun amico, nessun parente, neppure l’amata vedova, erano presso il ciglio della fossa comune che avrebbe accolto la salma avvolta in tela di iuta, quando le ruvide e indifferenti mani del becchino di San Marco, seppellivano frettolosamente sotto una fitta pioggia, il povero e consunto corpo fra i resti di altri senza nome. Nessuno più si curò dell’estrema dimora del defunto compositore. Le sue spoglie mortali andranno irrimediabilmente disperse. Intorno al bianco teschio conservato nel Museo mozartiano di Salisburgo, s’intesse una romantica leggenda: oggi ci si compiace di venerare come autentica questa reliquia di fronte alla quale ci sentiamo pervadere da un sacro brivido, come dinanzi a una reliquia mistica, religiosa, divina. Perché per noi è proprio ciò che nella materia vi è di anonimo e di indefinibile a imprimere allo spirito l’impulso decisivo che lo farà libero di abbracciare, con un ampio respiro, un’epoca grande, e di riviverla.Quando muore Haydn, 18 anni dopo, Vienna è occupata dai francesi. Sia i soldati napoleonici, sia i membri della Guardia civica montano la guardia d’onore alla sua tomba. Tutta la città sapeva chi era morto, e le migliaia di persone che lo piangevano, piangevano anche Mozart, e gli sguardi del mondo puntavano sull’astro nascente Beethoven che, grande e solitario, raccoglieva tanta eredità musicale.Secondo una suggestiva leggenda, alla morte di Mozart, fantomatiche schiere di ombre lamentose sarebbero sfilate dinanzi alla sua casa. Eppure, soltanto un anno prima, quando egli si trovava a Francoforte per l’incoronazione dell’imperatore Leopoldo II, passava ancora quasi inosservato nell’ombra di un Salieri. I contemporanei lo consideravano un pianista di primo ordine, un mediocre compositore, niente di più. Mai, finché la breve vita lo sostenne, divenne popolare e gradito agli amanti della musica. La sua stessa vedova apprese poco per volta, con grande stupore, chi veramente fosse l’uomo che aveva sposato. Ma non riuscì mai a comprendere fino in fondo, neppure in modo approssimativo, l’immensa grandezza di quell’artista prodigioso. La somma di ideali che la sua arte poté offrire con sorridente poliedricità alle svariate tendenze stilistiche di quasi due secoli basterebbe da sola a render vacua qualsiasi altra dimostrazione della sua grandezza.Nell’opera di Mozart si trovano, riuniti in perfetta armonia, tutti i contrassegni artistici che ogni generazione vorrebbe far propri: logica stringente e bellezza melodica, arditezza di struttura armonica, equilibrio nelle sonorità e nei movimenti, fusione di un contrappunto lineare con la limpida costruzione armonica verticale, da creare melodie sinfoniche a più voci, richiamandosi al suo mai dimenticato J.S.Bach.Cenni biografici
W.A.Mozart, nasce a Salisburgo nel 1756: Suo padre, Johann Georg Leopold (1719-1787) , figlio di un legatore di libri di Augsburg, divenne nel 1763 vicemaestro di cappella alla corte arcivescovile di Salisburgo. Nel 1747 sposa Anna Pertl (1720-1778), dalla quale ha sette figli: cinque di essi morti in tenera età, restano soltanto la quartogenita Maria Anna Walburga Ignatia, soprannominata Nannerl (1751-1829) e il settimo, Wolfgang Amadeus.Questi, faceto e affidabile come la madre, cresce educato alla musica dal padre, che ne riconosce subito le precoci e incredibili doti. Insieme alla sorellina il piccolo genio è in grado di esibirsi nel gennaio del 1762, a soli cinque anni, a Monaco, alla corte dell’Elettore Massimiliano III; sei mesi dopo i due bimbi suscitano l’ammirazione della nobiltà viennese, dove nel 1763 ricevono in dono per una dimostrazione musicale, gli abiti da cerimonia dei figli dell’imperatrice Maria Teresa. Nel giugno del 1763 si recano in viaggio attraverso la Germania meridionale e occidentale, il Belgio, l’Olanda, la Francia meridionale, la Svizzera, raggiungendo l’Inghilterra e toccando due volte Parigi, dove trovano acclamate accoglienze ed entusiastici elogi. La lunga tournée è organizzata nei minimi dettagli dal padre Leopold, il quale intuisce subito dell’enorme capitale che rappresentano i due figlioletti, tanto da guadagnare una cospicua somma di denaro. I due prodigi, ma soprattutto Amadeusche da saggio di incantevoli improvvisazioni, cantano, suonano il pianoforte, l’organo e il violino. Tornato a Salisburgo il giovane Mozart continua gli studi e si reca varie volte Vienna per tenere dei concerti. Nominato Konzertmaeister a Salisburgo (senza stipendio) compone messe, sinfonie e ‘cassazioni’ (divertimenti da eseguire all’aperto). La cittadina offre molto lavoro ai musicisti, in chiesa, nei salotti di nobili e prelati, e anche in teatro; ma rimane sempre un ambiente grezzo e abbastanza zotico. Nel 1760 il padre Leopold decide di organizzare un viaggio in Italia, sperando di ottenere quelle affermazioni che possono permettere a Wolfang una vita più sicura e adatta al suo talento. Toccano Rovereto, Verona , Mantova, Milano, Lodi; A Roma Il giovane Mozart ascolta il Miserere di Gregorio Allegri, trascrivendone a memoria la partitura e il papa gli conferisce un’alta onorificenza; a Bologna entra a far parte dell’Accademia filamornica, ricevendo ovunque accoglienze caldissime. A Milano fa rappresentare tre opere, Mitridate re di Ponto, (dicembre 1770),Ascanio in Alba, su libretto del Parini, (ottobre 1771) e Licio Silla l’anno dopo. Dal 1773 al 1777, Mozart vive quasi sempre (tranne una breve parentesi Viennese) nella nativa Salisburgo, compiendo le proprie funzioni di Konzertmaeister a corte, dove muore il vecchio e bonario arcivescovo Schrattenbach, al quale gli succede il dispotico e autoritario Hieronymus von Colloredo, che tuttavia assegna al giovane irruente Wolfgang, regolare stipendio. Il talento puro è innato in Mozart, e a questo comincia a svilupparsi il vero genio creativo: nel solo periodo di questi pochi anni di soggiorno a Salisburgo, scrive di getto senza una minima correzione, sonate e concerti per pianoforte, per violino, musica sacra, sinfonie, quartetti, danze serenate, divertimenti. Un vero prodigio, un miracolo della natura, un dio della composizione musicale. Nel 1777 il giovane Wolfgang decide di ritentare una tournée fino a Parigi; il padre però non ottiene da Colloredo il permesso di accompagnarlo tanto che Mozart deve dimettersi prima di partire il 23 settembre in compagnia della madre. Passando da Monaco spera vanamente di farsi assumere dall’Elettore, appassionato di musica e suonatore di viola da gamba egli stesso; anche a Mannaheim, grosso centro musicale, non riesce a trovare una sistemazione e per giunta si innamora, non ricambiato, di una cantante, Aloysia Weber, con la quale sogna anche di compiere giri di concerti….fine prima parte…
...a completamento della prima parte, ho scelto come brano musicale, il "Rex Tremendae", per la sua potenza sonora ed evocativa; ad un attento ascolto è possibile immaginare il giorno del giudizio universale, con l'accorata supplica degli uomini pentiti per la loro salvezza: Dio con la sua schiera di angeli che scendono sulla Terra accompagnati da una sinfonia di strumenti che suonano la partitura musicale scritta da Mozart sotto dettatura di Dio stesso, perché cari amici miei, il Requiem di W.A.Mozart, è la più grande opera corale mai scritta, inequagliabile per la sua bellezza formale e compositiva, dove ogni brano dal, "Requiem Aeternam, Kyrie, Dies Irae, Tuba Mirum, Rex tremendae, Recordare, Confutatis, Lacrimosa, Domine Jesu Christe, Hostias, Sanctus, Benedictus, Hosanna, Agnus Dei, Lux Aeternam" sono il divino canto finale rivolto al percorso esistenziale di ogni uomo e, tutta questa bellezza, è stata composta per noi e l'Eternità; i miei versi in rima alternata, non sono che un umile gesto di ringraziamento al sublime genio che in soli trentasei anni di vita ha donato tutto se stesso per ciò che era stato creato, creare musica immortale...
Lassù nella silente arcadia isola d’eterna musica senza pariVoi giganti a un tempo uomini saliste umili coi vostri suoniSul nordico vascello d’aria attraversando oceani cieli e mariOra beati su quell’arcano olimpo del respiro avete dei Titani
Amadeus tu di genio principe del canto e regio dei sovraniNon di Terreno padre fu per te la scelta ma di un solo DioVero e con occhi chiusi io mi prostro per stringerti le maniE sempre per orgoglio il trattener il pianto d’un mortale io
Per ogni nota di quel supremo Requiem ch’empie l’universoChe siano pianeta o stella il capo china e tacita ogni rumoreE tant’io in lacrime da affogare le pupille di emozione versoGià da far sorridere l’udito di un vecchio e già provato cuore