Amanda Todd prima e Carolina poco dopo. Entrambi vittime del cyberbullismo. Vittime di piccoli idioti incapaci di valutare le conseguenze delle loro azioni, e dei genitori di questi ultimi, incapaci, a loro volta, di dar loro i rudimenti per una vita civile e priva di demenza.
Amanda e Carolina, per chi non conoscesse le storie, sono state portate al suicidio da giovani compagni che non hanno esitato a rendere pubblici gli aspetti più intimi delle due giovani, ottenuti attraverso i socialnetwork, dove ormai i giovani passano più del 10 % del loro tempo.
Nella loro tragicità, questi due episodi, non sono serviti a nulla. Non hanno insegnato niente a nessuno. Sopratutto non hanno prodotto il giusto livello di allarme per i genitori degli adolescenti di oggi.
Proprio oggi su twitter, uno dei due socialnetwork per eccellenza, è teatro di un’altra vergogna, l’hashtag (parola chiave) più utilizzata in italia è la seguente “#letroiedellamiascuola”.
Seguendo questo hashtag leggerete le idiozie più assurde, i pensieri più contorti e spregevoli che una mente umana, seppure giovane, può concepire. Dietro questa gente si cela razzismo e disprezzo per i propri simili.
Salvo qualche intervento di persone amaramente sorprese da quanto leggono, che vengono regolarmente ignorate, la gran parte dei messaggi sono deliranti, questo è il link per raggiungerne alcuni.
Diffamazione, pregiudizio, cattiveria sono gli ingredienti che compongono quanto ho letto.
Ciò che sarebbe opportuno chiedersi, è, ma i genitori di questi MOSTRI , dove diavolo sono? E, sopratutto, hanno la minima idea di come si può provare ad educare un giovane con l’intento di farlo diventare un uomo?
Tralasciamo l’aspetto educativo per l’uso appropriato della comunicazione digitale, ma almeno predisponiamo queste menti, ancora in stato embrionale, a diventare socialmente compatibili.
E ancora, perchè i gestori dei socialnetwork, in questo caso twitter, non hanno predisposto meccanismi in grado di intervenire tempestivamente al manifestarsi di simili azioni? E’ giusto che un social network sia privo di controlli ?
I risultati e gli effetti parlano piuttosto chiaro purtroppo. C’è il caso che ci si dia da fare per porre un minimo di regole e per educare, se possibile, chi ancora oggi, nel 2013, ha atteggiamenti di questo genere, al limite della legge e che a volte sconfina in tragedie.
Non possiamo cavarcela pensando che si tratti di poche parole scritte su un computer. Il senso delle frasi non è mai fine alle sole parole scritte, ma fa i conti con la condizione psicologica di una giovane, magari un particolare momento di vita, una situazione scolastica non delle migliori, ed una banale frase assume l’effetto deflagrante di una mina.
La vita in rete smette di essere virtuale quando ci mettiamo la faccia ed alla stessa diamo un nome!
Mandereste un tredicenne da solo a New York per una settimana di vacanza? No? Bene, evitate allora anche di mandarlo da solo in rete, può essere molto più pericoloso!