Non sono mai stato un grande amante degli ostelli, li ho sempre considerati nient’altro che un ripiego economico in quelle cittá dove non esistono guesthouses economiche o hotel a buon mercato. Ho letto spesso che chi frequenta questi ostelli lo fa perché c’é una bella atmosfera e si incontrano tanti viaggiatori interessanti: per quanto mi riguarda, pur non essendo un abithué, queste storie sono totalmente infondate. L’atmosfera spesso é tutt’altro che gradevole, tutti si sforzano di essere gentili e simpatici ma é tutta una finzione, in realtá ognuno pensa ai cazzi suoi ed é infastidito dal dover condividere il proprio spazio con degli sconosciuti dei quali fondamentalmente non gliene frega un cazzo, anche perché sa che non li incontrerá mai piú ( anche se molti si comportano come se fossero grandi amici ).
Per quanto riguarda i viaggiatori interessanti… bé qualcuno ovviamente lo incontri ma siamo nell’ordine di uno su cento. La realtá é che i frequentatori di ostelli fanno tutti gli stessi viaggi, raccontano tutti piú o meno le stesse storie, addirittura si vestono e si comportano in modo molto simile. Se non hanno nulla da dire stanno tutto il giorno al computer ( che é quasi sempre un mac ). Quando al terzo ostello incontri l’ennesimo tizio in bermuda cachi e infradito che ti racconta dell’isola incontaminata della Thailandia che ha scoperto, di quel mitico viaggio di 36 ore in autobus in Sudamerica o di quel villaggio sperduto del Fregnaccestan dove nessuno aveva mai visto prima l’uomo bianco, ne hai giá piene le palle e inizi a valutare l’idea di risparmiare anche quei 5 euro e andare a dormire su una panchina.
In ogni caso ci sono delle eccezioni, dei rari casi nei quali anche potendo trovare una stanzaccia economica in una bettola vicino alla stazione é molto meglio scegliere l’ostello. Una di queste eccezioni é senza dubbio l’Old Town Hostel di Kotor ( no, non mi pagano per la pubblicitá e credo non ne abbiano nemmeno bisogno ), che si trova nel cuore della cittá vecchia all’interno di un antico palazzo appartenuto a nobili Veneziani, un suggestivo edificio in pietra del 1600 perfettamente restaurato. In piú l’atmosfera é davvero bella ( grazie a gestori che ci sanno fare ), ogni sera c’é qualcosa aggratis ( tipo free shots, free turkish dinner, free sangria ), ci sono due cucine e tutti gli optional di ogni moderno ostello. E se non si é dell’umore per fare festini le camerate sono tranquille e distinte dalla zona lounge.
La prima cosa che ho pensato appena arrivato a Kotor é che questi tizi che fondarono la cittá avevano sicuramente buon gusto e sapevano il fatto loro. Pur nel contesto del Mediterraneo, dove ci sono moltissime splendide cittá sul mare, Kotor é da considerarsi senza dubbio uno dei luoghi piú affascinanti. Arrivando dalla costa Dalmata Croata, considerata universalmente una delle piú belle del mondo, appena si entra nel Fiordo di Kotor si ha la netta impressione di salire ancora di un gradino nella scala della bellezza. Kotor é una cittá molto antica che nei suoi oltre duemila anni di storia ha vissuto periodi di splendore e di declino, dominazioni straniere, assedi, la peste, terremoti devastanti… E malgrado la sua storia travagliata é riuscita sempre a rigenerarsi, mantenendo il suo aspetto medievale fino ad oggi, che le garantisce lo status di patrimonio mondiale dell’umanitá e un discreto afflusso di turisti soprattutto d’estate.
In ogni caso questi tizi dal buon gusto che la fondarono erano ovviamente gli antichi Romani, che subito capirono le potenzialitá del luogo. L’Imperatore Giustiniano eresse le prime fortificazioni per difenderla dai barbari, anche se in seguito dovette arrendersi ai Saraceni. Poi arrivarono gli Slavi, Bulgari e Serbi, gli assedi dei Turchi… Ma ad un certo punto serviva un tocco artistico per rendere la cittá un vero gioiello: ed ecco che arrivarono i Veneziani a costruire i loro palazzi e le loro piazze. Rimasero per circa 4 secoli e ció che si puó ammirare oggi, comprese le imponenti fortificazioni, é uno spendido esempio di cittá in stile rinascimentale Veneziano. Infine, per non farsi mancare nulla, subí anche qualche anno di dominazione fascista durante la Seconda Guerra Mondiale e quindi il comunismo con la dittatura di Tito.
Per rendersi conto di quanto bello e unico é il luogo nel quale é incastonata Kotor bisogna salire almeno sulla fortezza, anche se io consiglio di salire la piccola cima che la sovrasta dalla quale si puó godere di una vista piú ampia. Il panorama é incredibile: all’interno del Fiordo di Kotor, dove il mare ha un bellissimo colore blu cobalto, piccoli villaggi, chiese e monasteri, colorano la costa frastagliata, mentre sullo sfondo severe montagne rocciose rendono il paesaggio estremamente drammatico. Nella zona piú riparata del Fiordo si puó ammirare Kotor, con la sua caratteristica forma triangolare, le sue case in pietra con i tetti rossi, le cupole delle chiese ortodosse.
A Sud di Kotor la costa prosegue affascinante, anche se l’arido paesaggio caratterizzato dalla macchia mediterranea e da piantagioni di ulivi é stato in certe zone gravemente deturpato da anni di cementificazione selvaggia. Budva é forse la cittá che piú di tutte é stata rovinata dalla costruzione di centinaia di hotel, condomini e locali vari, tutti molto simili e orrendi. Doveva essere spettacolare qualche anno fa, con le sue baie incastonate tra le rocce e la sua cittá vecchia ( di almeno 2500 anni, uno dei piú antichi insediamenti urbani della costa Adriatica ) che é quella meglio preservata tra quelle della costa Montenegrina ed é anch’essa un gioiello archiettonico rinascimentale. Purtroppo Budva é stata scelta come localitá di villeggiatura estiva da Serbi, Russi e altri Europei dell’Est, ai quali interessa poco il paesaggio o la storia. La cittá vecchia ormai é assediata da palazzoni e yacht di lusso ancorati sul molo, e anche gli stessi locali l’hanno quasi abbandonata per andare a vivere in qualche moderno appartamento. Il fascino di millenni di storia resta immutato, ma ho preferito altre cittá simili come Kotor o Herceg Novi, piú vive e interessanti.