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Amazzonia: sospesa la costruzione della diga Belo Monte

Creato il 03 ottobre 2011 da Salvaleforeste

Lunedì 03 Ottobre 2011 08:34

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Amazzonia: sospesa la costruzione della diga Belo Monte
Un giudice brasiliano ha ordinato la sospensione della costruzione della gigantesca diga Belo Monte perchépotrebbe compromettere la pesca praticata dalle popolazioni locali. Il pesce costituisce l’alimento principale della dieta di migliaia di indigeni e di molte altre comunità che vivono nella regione del fiume Xingu. Il giudice ha proibito al consorzio costruttore della diga, la Norte Energia S.A., di mettere in opera “qualsiasi infrastruttura che possa interferire con il corso naturale del fiume Xingu”. Se dovesse violare la sentenza, il consorzio si ritroverebbe a dovrebbe pagare una multa di 100.000 dollari al giorno.


Belo Monte potrebbe diventare la terza diga più grande al mondo. Oltre alle gravissime ripercussioni sulla fauna ittica, la diga sarebbe destinata a devastare vaste aree di foresta da cui dipende la sopravvivenza di migliaia di indigeni, tra cui alcuni gruppi di Indios incontattati.
“Il fiume è la nostra casa” ha dichiarato Sheyla Juruna, della tribù degli Juruna, una di quelle minacciate dalla diga. “Noi non vogliamo la diga, non vogliamo questo progetto distruttivo… Vogliamo veder rispettati i nostri diritti.”
Le comunità indigene non hanno dato il loro consenso alla realizzazione del progetto e minacciano di trasformare lo Xingu in un “fiume di sangue” se la costruzione dovesse continuare.
Gli indigeni hanno organizzato contro Belo Monte numerose manifestazioni di protesta. Il mese scorso migliaia di persone sono scese in piazza in vari paesi del mondo per chiedere al governo brasiliano di fermare la costruzione della diga. Preoccupazioni per gli indigeni sono state espresse anche dai sostenitori di Survival che hanno consegnato lettere di pressione alle ambasciate brasiliane di Berlino, Parigi, Londra e Madrid.
Il governo brasiliano aveva autorizzato la costruzione della diga all’inizio dell’anno, nonostante una sollecitazione della Commissione Inter-americana per i Diritti Umani che chiedeva di sospendere la licenza fino a quando non fossero stati rispettati i diritti degli indigeni.

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