Da mesi assistiamo ad una commedia neppure tanto bella. Una specie di tocca a me, no tocca a te. Come una conta infantile Amabarabà ciccì coccò, tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore, la figlia del dottore si ammalò, ambarabà ciccì coccò, tocca a te! (circa)
Abbiamo sentito Fini, prima a Modena e poi a Perugia ed abbiamo capito che è contro, contro le leggi ad personam, contro l’omofobia, contro l’illegalità, contro i precari, contro i tagli nell’Università, insomma è contro a tutto quello che ha fatto il governo Berlusconi o quasi (ha elogiato la riforma Gelmini).
Ma allora perché non esce da questo governo e non sfiducia l’esecutivo?
Non crediamo che il paese sia in condizioni tanto floride da attendere ancora a lungo il risultato di questo gioco al rimando. La situazione è critica, non solo dal punto di vista economico, c’è bisogno di nuova politica, di nuove iniziative che tolgano il paese dal pantano in cui è stato immerso.
Il governo da mesi non governa ed è impegnato solo nelle questioni private del premier. Non è possibile che un uomo talmente pieno di soldi da non sapere dove metterli, sappia che cosa stia accadendo davvero alla gente di questo paese. Lui ha uno stile di vita, cui non rinuncia ovviamente, per cui passa metà del suo tempo con le prostitute e l’altra metà a difendersi da quello che ha fatto.
Governare nisba!
In questo sistema chi si incunea è la Lega, convinta di poter tirare avanti quel tanto che basta, per portare a casa il “suo” federalismo fiscale che dovrebbe essere la bacchetta magica che risolve tutti i mali del paese.
Oggi come oggi chi governa è la Lega. Un partito che, pur avendo una percentuale di voti che non arriva alle due cifre, sta dettando l’agenda a Berlusconi. E’ la Lega che tratta con Fini è la Lega che decide i finanziamenti in Veneto. E’ la Lega che sta dietro il cespuglio per uscire ed acchiappare la lepre del momento. Peggio che il PSI di Craxi.
E’ la Lega che dice andiamo avanti. Ma avanti dove?
Dall’altra parte, dall’opposizione, ci si limita a tirare per la giacca Fini, nella speranza che sia lui a far cadere Berlusconi. Si rivolgono a Fini come se fosse uno della sinistra.
Attenzione. non si può chiedere a Fini di comportarsi da uomo di sinistra, perché lui è un uomo profondamente di destra e fra i suoi gli obiettivi non ci sono gli obiettivi della sinistra, ma un partito di destra.
Fini è stato chiaro, vuole le dimissioni di Berlusconi, un governo con altri ministri, con la possibilità che a guidare questo “rimpasto” sia ancora Berlusconi. Dire a Fini di staccare la spina e limitarsi al fatto che sia lui a farlo, può essere pericoloso, si rischia un Berlusconi bis, magari con dentro anche l’UDC.
Un Berlusconi bis, sarebbe il colmo, una mostruosità. Eppure il rischio c’è ed è reale.