Un’importante novità per la tutela della salute arriva da una recente decisione della Commissione Europea, che modifica la direttiva relativa all’immissione sul mercato dei biocidi e si basa su una valutazione dei rischi degli effetti del creosoto sulla salute umana e sull’ambiente.
Com’è noto il creosoto, oltre ad essere una sostanza altamente cancerogena è, notoriamente assai pericolosa per la salute individuale anche solo tramite il contatto con la pelle o attraverso l’inalazione dei gas sprigionati a seguito dell’aumento della temperatura, oltre i 20 gradi. Il creosoto è cancerogeno a tutti i livelli e vi sono notevoli rischi per l’ambiente quando il legno trattato con creosoto entra in diretto contatto con il suolo o l’acqua. Il prodotto, ha rappresentato e purtroppo rappresenta ancora da oltre un secolo un trattamento industriale preventivo del legno, ma del quale sono ormai noti da anni gli effetti tossici.
Tale natura tossica deriva dalla complessità della mistura che è composta da centinaia di altri prodotti distinti di per sé dannosi per l’ambiente e la salute, tra i quali idrocarburi aromatici, bi e policiclici, ma che nella composizione in creosoto creano rischi inaccettabili per le generazioni future. Tra i prodotti più noti trattati con il creosoto non vi sono solo i pali in legno che sorreggono i cavi di distribuzione dell’energia elettrica o delle telecomunicazioni, ma il loro utilizzo permane per le traversine ancora frequentemente utilizzate sulle linee ferroviarie, in particolare nelle zone rurali o in località difficili da raggiungere. Un altro “mercato” ancora diffuso per il legno trattato con il creosoto è quello delle recinzioni agricole e industriali.
Ma la necessità di trovare delle alternative all’utilizzo dei materiali trattati con il creosoto ha spinto la Commissione europea ad un inasprimento normativo tant’è che a partire dal 1° maggio 2013 entreranno in vigore severe restrizioni all’uso industriale del creosoto.
A partire da tale data, infatti, vigerà un divieto generale all’immissione sul mercato UE, tranne in caso di specifica autorizzazione.
Il commissario all’Ambiente, Janez Potočnik, ha riferito che: “La decisione presa oggi contribuisce a rendere l’ambiente più sicuro per tutti. Il creosoto continuerà ad essere utilizzato in casi particolari, ma le restrizioni appena adottate garantiranno che la sicurezza rimanga una priorità in tutte le situazioni. L’industria ora deve accelerare gli sforzi per trovare alternative affidabili e meno dannose per l’ambiente.”
Purtroppo, vi è da dire che le analisi del ciclo di vita dimostrano che in alcuni casi non esistono alternative adeguate. Di conseguenza, gli Stati membri possono autorizzarne l’immissione sul mercato per usi chiaramente definiti quando non sono disponibili diverse soluzioni meno dannose per l’ambiente. In tali casi si applicano rigide condizioni che prevedono tra l’altro la protezione dei lavoratori dall’esposizione durante il trattamento e la manipolazione del legno trattato. Dalla consultazione delle parti interessate, che ha costituito parte del processo decisionale, è emerso che l’utilizzo del creosoto in determinate applicazioni consente notevoli vantaggi socio-economici.
Vale la pena ricordare che solo nell’ormai lontano2003 inItalia, l’allora Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli, unitamente al Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, al Presidente di Telecom Italia, Marco Tronchetti Provera e l’operatore del settore,la società Stella, avevano sottoscritto un accordo di programma che disciplinava tutto il settore, dando regole certe, semplificando le procedure e consentendo un più agevole recupero in sicurezza dei pali telefonici che hanno ancora una funzionalità tecnica, nel pieno rispetto della normativa nazionale e comunitaria vigente. L’obiettivo dell’accordo era quello di rendere minima la produzione di rifiuti e ridurre lo smaltimento in discarica attraverso il recupero di materiali nella massima tutela dell’ambiente.
L’accordo prevedeva inoltre da parte di Telecom la sostituzione progressiva di tutti i pali impregnati con creosoto o con sali di arsenico, cromo e rame, con pali non contenenti sostanze pericolose per l’ambiente (150.000 il primo anno e successivamente200.000 l’anno).
Come è noto i pali di legno in questione sono costituiti da materiale considerato rifiuto altamente pericoloso per il rischio dovuto all’esalazione di gas estremamente tossico derivante dall’eventuale combustione del legno.
Alla luce della nuova e più rigorosa normativa si invitano tutti i soggetti interessati dall’accordo di programma del 2003 e quindi Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Attività Produttive, Telecom Italia, ela società Stella, a rendere pubblico il programma di eliminazione dei pali in legno, dichiarando quanti pali ha fin qui sostituito e in che tempi, e comunicando le modalità di smaltimento. Analogamente si chiede se un simile programma sia stato avviato per le traversine in legno della rete ferroviaria, cui per questo si demanda anche all’attenzione di Trenitalia.
Giovanni D’AGATA