Come diceva stamattina Lorenzo Gasparrini su Facebook (qui la lettera che Lorenzo ha scritto e inviato al Presidente della Repubblica e all’On. Carfagna), uno pensa di averle sentite tutte, poi si sveglia la mattina apre il giornale e vede che no, sbagliato, al peggio non c’è mai fine. Insomma il fondo del fondo non l’abbiamo ancora toccato. Si perchè se tu devi spiegare il rapporto tra sindacati e lavoratori, rispetto ad una manovra del governo, ad una riunione dei giovani del Pdl, cosa fai?? Un disegno alla lavagna o una metafora alla Menenio Agrippa sono cose troppo da matusa. Sacconi opta per il sistema Silvio. Vai con la barzelletta. In un sol colpo offende tutti. Le donne, i lavoratori e anche le suore. Forse nemmeno Silvio era mai riuscito in una tale impresa.
Non solo è inammissibile che un ministro possa far passare l’idea che lo stupro in fondo è un atto consensuale, la cosa secondo me veramente allarmante (e che mi fa veramente incazzare) è che Sacconi giustifica la sua uscita come una barzelletta “un poco blasfema”, perchè ci sono le suore.
Non schifosamente sessista, violenta, misogina, maschilista, offensiva delle donne e in particolare di quelle vittime di stupro o violenza, becera e offensiva, di cattivo gusto, schifosa, orribile, brutta, meschina, gretta, fastidiosa, che non fa nemmeno ridere, da far vergonare chiunque la pronunci in un contesto come quello, insomma na merda. No. Blasfema.
Speriamo almeno che al confessore di Sacconi venga in mente qualche bella punizione medievale per la blasfemia. Almeno.