America e F1, una storia mai facile

Da Carlo69 @F1Raceit
Appunti

Published on novembre 16th, 2012 | by Giulio Scaccia

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La F1 torna negli States. Ecco una sintesi della storia e del rapporto tra il mondo dei motori americano e la massima serie automobilistica.

Gli Stati Uniti, fin dall’inizio, hanno avuto uno strano legame con la Formula 1.

Da questa storia escludendiamo le 11 edizioni della 500 miglia di Indianapolis (dal 1950 al 1960) inserite nel Mondiale di Formula 1 per unire l’America e l’Europa che non riscossero successo: i team e piloti europei snobbarono la 500 miglia d Indianapolis (fatta eccezione per Alberto Ascari che fece un tentativo nel 1952) così come la maggior parte dei piloti americani non andò mai a correre in Europa.

La prima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti è quella del 1959, svoltasi a Sebring utilizzando un vecchio aeroporto militare non più in uso. Il vincitore della prima edizione è Bruce Mclaren al volante di una Cooper Climax.

Già l’anno successivo non si corre più a Sebring, ma a Riverside in California prima di trovare dal 1961 la sede a Watkins Glen. Il Glen è un circuito veloce ma molto pericoloso: nel 1969 Graham Hill  ebbe un gravissimo incidente in cui riporto’ delle gravi fratture alle gambe; nel 1973 muore Francois Cevert e l’anno dopo perde la vita Helmuth Koinig, un altro giovane e promettente pilota.

Dal 1976 gli Stati Uniti hanno due gare nel calendario della Formula 1: il Gran Premio degli Stati Uniti Ovest tenuto a Long Beach, il cui tracciato si snodava tra le strade del porto turistico; la prima edizione viene vinta da Clay Regazzoni. Watkins Glen diventa il circuito del Gran Premio degli Stati Uniti Est.

Nel 1981 viene abbandonato il Watkins Glen per ragioni di organizzazione e di sicurezza ed Ecclestone decide di organizzare la seconda gara negli Stati Uniti a Las Vegas  nel parcheggio del casinò del Caesars Palace. La gara regala il primo titolo mondiale a Nelson Piquet dopo una corsa stremante. Ci sarà solo un’altra edizione del Gran Premio di Las Vegas dopodiché la Formula 1 abbandona il circuito.

Nel 1983 visto lo scarso interesse da parte degli americani alla Formula 1, non si corre più a Long Beach e la gara viene tolta dal calendario della Formula 1.

Nel 1984 si corre a Dallas, una gara che si rivela un fiasco totale per l’organizzazione, incapace di organizzare un gara di Formula 1, con l’asfalto che andava a pezzi ad ogni passaggio delle monoposto.

Dal 1985, dopo il fallimento di Dallas, entra Detroit nel calendario di Formula 1. Il circuito si snoda tra le strade attorno al Renaissance Center delimitate da guardrail e da muretti in cemento. La prima edizione viene vinta da John Watson su Mclaren per somma di tempi, dopo che la gara viene interrotta per incidente.

Dopo il tentativo di Detroit, il Gran Premio si sposta a Phoenix nel 1989 circuito simile a quello precedente dove resta la sede  della Formula 1 fino al 1991. La scarsa vendita dei biglietti (appena 25.000 spettatori), e lo scarso interesse a livello nazionale, segna la fine di questo periodo  della F1 negli Stati Uniti. L’ultima edizione fu vinta da Ayrton Senna su Mclaren.

Il ritorno della Formula 1 in America avviene nel 2000 con l’idea di Tony George, proprietario del Indianapolis Motor Speedway: si torna così sulla celebre pista della 500 Miglia.

Viene  costruito, all’interno del catino, un circuito che si snoda tra i parcheggi e le strade di servizio per far correre le attuali monoposto, circuito che utilizza in parte il velocissimo anello (per la precisione la curva 1 e il rettilineo di arrivo). La gara di Formula 1 gira in senso opposto alla 500 Miglia, così quella che nella corsa americana è la curva 1, in Formula 1 diventa la piega conclusiva del giro.

La prima edizione viene vinta da Michael Schumacher.

Nel 2005 la gara vede solo sei piloti al via a causa del ritiro alla fine del giro di ricognizione delle vetture gommate Michelin per problemi di sicurezza. La casa francese non ritiene sufficientemente affidabili le proprie gomme per la percorrenza ripetuta della curva finale sopraelevata a velocità di gara, specie dopo l’incidente occorso al tedesco della Toyota Ralf Schumacher nelle prove libere. Questa edizione viene vinta da Michael Schumacher.

L’ultima gara è nel 2007 e vede la vittoria di Lewis Hamilton su Mclaren davanti al compagno di squadra Fernando Alonso.

Con le prove di venerdì ritorna ufficialmente in calendario la gara degli Stati Uniti su un nuovo circuito nato a Austin in Texas. Il tracciato è ricavato a pochissimi km dalla città ed adiacente all’aeroporto Bergstrom: è un misto veloce da oltre 200 kmh di media.

E’ in questo circuito ci sarà il 51° Gran Premio degli Stati Uniti e sara’ il teatro della battaglia per il titolo tra Fernando Alonso e Sebastian Vettel.

(contributo di Chiara Zaffarano)


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