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“America Latina: protagonista sulla scena globale”

Creato il 31 ottobre 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
“America Latina: protagonista sulla scena globale”

Nell’insolita e bella cornice del Teatro Caio Melisso di Spoleto si è svolta un’interessante Conferenza organizzata da Diplomacy, in collaborazione con l’IILA, nell’ambito della III Edizione del Festival della Diplomazia. Obiettivo dell’iniziativa – dal titolo “America Latina: protagonista sulla scena globale” – è stato fornire un quadro che evidenziasse la consistente e continua crescita sviluppata dai paesi latinoamericani nell’ultimo decennio. A moderare gli interventi il giornalista Livio Zanotti, che ha introdotto con garbo e competenza gli ospiti in una sala gremita.

Ha aperto i lavori Fernando Garcia Casas, Direttore della Segreteria Generale Iberoamericana (SEGIB), che ha posto l’accento sull’attuale stabilità macroeconomica raggiunta dall’area, che consente di affermare che l’America Latina non è più il problema, ma la soluzione dei problemi. Casas ha voluto ricordare ai presenti alcuni dati significativi: che Argentina, Brasile e Messico fanno parte del G20 come non era mai accaduto prima; che il PIL 2011 della regione è stato pari a 4.800 trilioni di dollari USA; che è in corso anche un’integrazione di fatto, attraverso la realizzazione di infrastrutture e la creazione di Organizzazioni internazionali importanti e significative come l’Unasur. Tutto questo è ancora accompagnato da povertà e disuguaglianza sociale, sebbene in forte ridimensionamento; da un’educazione pubblica ancora poco strutturata; da diffusi fenomeni di crimine organizzato. Alcuni grandi problemi del mondo contemporaneo, però, come la crisi della governance multilaterale, quella intraeuropea (Grecia e Spagna in primis), la crisi del nostro modello di crescita e quella dell’UE come global player, fanno sì che l’America Latina costituisca un interlocutore interessante per riuscire a contenere gli effetti di questo periodo. Alla domanda: “Cosa può fare, dunque, l’UE insieme all’America Latina?”, Fernando Garcia Casas risponde che può, in forza di interessi e valori comuni, consolidare i rapporti di fiducia ed i modelli comuni; sostenere a livello istituzionale la crescente presenza tedesca, francese, italiana ed inglese in America Latina; rafforzare il dialogo politico nelle sedi opportune (ad esempio nella prossima Conferenza tra Capi di Stato e di Governo UE-Celac che si terrà a Santiago del Cile nel gennaio 2013); trovare accordi sui grandi problemi globali; rafforzare i rapporti economici; stimolare lo sviluppo della cultura comune come industria di sviluppo.

A seguire, l’Ambasciatore dell’Argentina in Italia S.E. Torquato Di Tella ha dato il suo contributo all’incontro ricordando che in America Latina c’è la più grande interazione etnica del mondo, come risultato delle esplorazioni cinquecentesche e degli stupri; essa rappresenta la più grande sperimentazione di gruppi etnici che esista, sebbene le origini di questa sperimentazione non siano felici. L’influenza italiana nell’area, ha proseguito il diplomatico, è stata importantissima: prima con Garibaldi, poi coi mazziniani, quindi col Fascismo. L’identità latinoamericana è un’identità europea ed africana insieme, che, oggi, però, ha portato allo sviluppo del nazionalismo anche in America Latina. Quindi c’è stato l’intervento dell’Ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia S.E. Vinicio Tobal Urena, che ha spiegato come il sostegno del blocco dell’UE è stato molto evidente soprattutto nei piccoli paesi dell’America Latina, com’è, ad esempio, la Repubblica Dominicana. Sostegno volto a combattere la povertà e ad ottenere uno sviluppo sostenibile. Gli effetti sono già consistenti: nel 2012 si prevede che la Repubblica Dominicana crescerà del 4,5%, nonostante la grande crisi economica che l’ha vista protagonista negli ultimi anni; il turismo è in aumento (nel 2011 4,3 milioni di persone hanno visitato questo paese); l’inflazione è al 6%; più di 1 milione di persone sono state alfabetizzate dal nuovo Governo.

Ha preso la parola, poi, il Consigliere diplomatico Marco Alberti, Responsabile degli Affari Istituzionali Internazionali di Enel, sottolineando come gli investimenti in America Latina abbiano senso non tanto perché, ad esempio, in Brasile ed in Argentina ci sono circa 60 milioni di oriundi, quanto perché i paesi di quest’area stanno diventando luoghi dove investire è interessante e facile. Enel, ha spiegato Alberti, è tra le grandi imprese che stanno cogliendo queste opportunità. Enel si è fatta spazio nel mercato dell’America Latina con l’acquisizione di Endesa: ciò le ha consentito di essere presente in Argentina, Brasile, Cile, Perù, Colombia, Panamà, Costa Rica, Guatemala, El Salvador, Messico, e di diventare il principale erogatore di energia elettrica in America Latina, dove estrae gas, lo distribuisce e lo vende. C’è stato, quindi, l’intervento dell’Ambasciatore del Messico in Italia S.E. Miguel Ruiz Cabanas, in cui è stato evidenziata l’eterogeneità culturale, politica ed economica dell’America Latina: una regione dove coesistono paesi enormi come il Brasile e piccole isole caraibiche; in cui il processo d’integrazione in corso non è paragonabile a quello seguito dall’UE. La favorevole situazione economica che oggi vive l’America Latina non è casuale né passeggera, ma è frutto di una lezione che i paesi dell’area hanno imparato dalle crisi degli anni ’70 ed ’80, facendo enormi sacrifici economici per ottenere l’attuale stabilità economica. Cabanas ha poi concluso affermando che la globalizzazione non è un fenomeno reversibile e che essa domanda maggiore cooperazione tra i popoli sul fronte dell’economia, della politica e della sicurezza. Per molte ragioni l’Italia si trova in una situazione molto favorevole per sviluppare il suo interesse economico-culturale con l’America Latina ed i Caraibi, e sarebbe auspicabile che ne approfittasse.

L’intervento a seguire dell’Ambasciatore del Perù in Italia S.E. Alfredo Arosemena Ferreyros ha evidenziato gli ottimi risultati ottenuti da questo paese nell’ultimo decennio: dopo 10 anni di crescita continuativa, il PIL del 2012 è previsto attestarsi all’8%; c’è stata una diminuzione della povertà del -15% nell’ultimo decennio; è stata data assoluta priorità alla tutela della salute ed all’educazione, dando luogo ad una maggiore inclusione sociale. Inoltre, poco più di un anno fa, il Perù, insieme al Cile, alla Colombia ed al Messico ha dato vita all’Alleanza per il Pacifico (AP), un accordo per aiutare le politiche neoliberali basate su trattati di libero commercio, volte alla creazione di un’area d’integrazione nell’ambito del cosiddetto “Pacifico Latinoamericano”, che comprende gli Stati rivieraschi affacciati sul quell’oceano: libera circolazione delle risorse, nessuna restrizione per le rimesse e per i transfer internazionali di capitali. A seguire l’intervento della d.ssa Alessandra Colonna di SIMEST, che, dopo una breve presentazione di questa importante istituzione – una s.p.a. finanziaria partecipata dal Governo (Ministero dello Sviluppo Economico) per lo sviluppo e la promozione delle imprese italiane all’estero – ha ricordato che, anche attraverso una serie di Accordi di cooperazione con Banche statali dell’America Latina (es. Bndes, Caf etc.), sono state approvate 613 iniziative di agevolazione nel periodo 1999 – agosto 2012 per un totale di oltre 5 miliardi di Euro di finanziamenti.

Ha concluso i lavori il Ministro degli Esteri della Repubblica Ceca S.E. Amb. Milan Jacobec, che, nella sua relazione, ha evidenziato come negli ultimi 10 anni la cooperazione tra Venezuela e Cuba ha riguardato tantissimi settori (come la medicina, l’industria, l’energia, la difesa) ed è stata molto produttiva; al contempo ha auspicato che gli altri paesi dell’America Latina si prodighino affinché alcuni regimi populisti attuali non prendano il sopravvento, cercando di contenerli e di evitare che influenzino in modo egemonico tutta l’area. Alla domanda del pubblico: “Cosa può fare la diplomazia per superare l’attuale crisi?” si è da più parti convenuto che essa debba promuovere progetti pubblico-privati a tutti i livelli (federale, regionale, locale) attraverso i suoi diplomatici, nelle due direzioni America Latina-UE ed UE-America Latina.


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